Caccia sospesa, ambientalisti: “Il tema cinghiali copre altre inadempienze. eluso parere dell’Ispra”

29 ottobre 2013 | 14:14
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Caccia sospesa, ambientalisti: “Il tema cinghiali copre altre inadempienze. eluso parere dell’Ispra”

L’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), in un articolato parere di 7 pagine, reso il 22 aprile scorso all’amministrazione regionale, formulava una serie puntuale di rilievi in materia di pressione venatoria

Che c’era da aspettarsi da un "calendario venatorio regionale", redatto a mo’ di fotocopia di una delibera già sospesa dal Consiglio di Stato il 15 ottobre ? Una nuova sospensione (in questo caso del TAR Liguria in data 24 ottobre), evidentemente.

Ma nelle stanze di Via Fieschi si continua ad inveire , in modo puerile, contro il destino cinico e baro, quando invece l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), in un articolato parere di sette pagine – qui allegato –  reso il 22 aprile scorso all’amministrazione regionale, formulava una serie puntuale di rilievi in materia di pressione venatoria sulle specie selvatiche migratrici,
come al solito eluse dall’Assessorato caccia.
Venivano criticate dall’ISPRA, ad esempio, le date di chiusura della caccia a tordi e beccacce troppo dilatate sino a fine gennaio, l’eccessivo disturbo ai selvatici nel mese di agosto provocato dall’allenamento dei cani da caccia prima della apertura della stagione venatoria, i periodi di caccia al colombaccio e agli uccelli acquatici, le deroghe che aggiungono altre due giornate di caccia
settimanali (oltre alle canoniche tre settimanali) nei mesi di ottobre e novembre, e i problemi di tossicità nella cottura di carni di ungulati contenenti minuscoli frammenti di piombo di munizioni , da sostituire con quelle "monolitiche" in rame o altri metalli atossici.
Solo questi argomenti sono stati l’oggetto del ricorso delle associazioni WWF, LAC e VAS (Verdi Ambiente e Società); la Regione, pur non di effettuare alcuni ritocchi alla propria delibera, ha preferito rischiare la sospensiva dell’intero provvedimento, e così è stato. E pare che oggi pomeriggio la Giunta voglia mettere la terza toppa al terzo buco.

In attesa dell’adunata di stasera dei cacciatori a Genova, si susseguono esternazioni di politici e dirigenti venatori, che tirano in ballo, come foglia di fico, presunte conseguenze sull’agricoltura ligure derivanti anche dalla sospensione della caccia al cinghiale. Tuttavia:

1) la caccia al cinghiale, di per se, non figura tra i punti del ricorso ambientalista ;
2) il cinghiale è stato reinserito in Liguria , a fini venatori, in provincia di Savona tra il 1967 e il 1974 da parte di associazioni venatorie e circoli locali  con il placet delle pubbliche amministrazioni ; da qui poi la sua espansione demografica nelle province confinanti. Altri lanci di cinghiale erano stati effettuati dal mondo venatorio in Provincia di Genova nei primi anni ’70 (pubblicazione della Regione Liguria : "Analisi faunistico-venatoria ed ecologica della regione Liguria", prof. Emilio Balletto, Istituto di Zoologia Università di Genova, 1977)
3) da anni le associazioni ambientaliste richiedono, invano, alla Regione di vietare in modo totale i foraggiamenti dei cinghiali in primavera-estate, praticati nei boschi dalle squadre di cacciatori , per trattenere gli esemplari nella propria zona operativa;
4) l’aumento della specie è favorito implicitamente anche dai regolamenti regionali e provinciali, che assegnano in modo esclusivo i territori di caccia a squadre di cacciatori che non hanno interesse a diminuirne in modo drastico la consistenza, per garantirsi le cacce dell’anno successivo; non a caso in varie province di norma si caccia il cinghiale solo due giorni la settimana, ossia si tratta della specie che ha il minor numero di giornate di caccia in assoluto;
5) per anni in Liguria la caccia al cinghiale ha avuto inizio a partire dal 1 novembre, anche per ragioni di sicurezza dei cacciatori stessi e degli escursionisti, connessi all’assenza della copertura fogliare degli alberi.
6) le squadre di cacciatori si oppongono all’utilizzo più diffuso di gabbie di cattura nei terreni agricoli, vedendo questa tecnica come una sorta di sottrazione di loro prede.

Sembrano pertanto in perfetta malafede le dichiarazioni di ipocrita preoccupazione per i danni all’agricoltura provocabili dai cinghiali a metà ottobre, in relazione alla causa pendente presso la magistratura amministrativa.

WWF
Lega Abolizione Caccia
Verdi Ambiente e Società
(sezioni liguri)