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Assoluzione dell’ex vicesindaco di Imperia Rodolfo Leone, intervento di Antonello Ranise (Pdl-FI)

27 ottobre 2013 | 16:42
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Assoluzione dell’ex vicesindaco di Imperia Rodolfo Leone, intervento di Antonello Ranise (Pdl-FI)

“Chi non ha dimenticato la campagna mediatica che colpì Leone e l’amministrazione comunale, i veleni, il discredito e le bassezze, non può non notare l’enorme differenza con cui, quasi distrattamente, è passata la notizia dell’assoluzione”

Intervengo ad alcuni giorni di distanza dalla notizia della completa assoluzione di Leone (ex vicesindaco di Imperia) e della sua segretaria, per la non sussistenza del fatto contestato, la “turbativa d’asta”, proprio per non incorrere in sospetti di strumentalizzazione o di eccessivo spirito di rivalsa che non avrebbe senso oggi a due anni di distanza dai fatti… Ricordo, per chi se ne fosse dimenticato, che i procedimenti a carico dell’ex vicesindaco erano cinque, tutti rivelatisi infondati e risoltisi con assoluzioni e archiviazioni. E’ evidente che chi come me ha sempre ribadito con fermezza piena fiducia nella giustizia, non può che essere soddisfatto dell’esito favorevole della vicenda e dalla costatazione che comunque la verità infine emerga con chiarezza senza ombra di dubbio. Tutto bene dunque? Non direi… E vorrei che queste mie considerazioni fossero interpretate come un contributo sereno al dibattito sulla giustizia e sull’uso che ne viene fatto, che implica il rapporto con i media e le inevitabili conseguenza politiche. Anzitutto c’è un problema di tempi, due anni non sono pochi per chiunque, in politica poi, sono un tempo enorme.

E’ sotto gli occhi di tutti come la lentezza, la burocrazia, rendano spesso inefficienti le nostre istituzioni e che anche il sistema giudiziario, che è cruciale per il funzionamento dello stato, non ne sia immune. Poi c’è il risalto che viene inevitabilmente dato dai media: chi come me non ha dimenticato la campagna mediatica che colpì Leone e l’amministrazione comunale di allora, i veleni, il discredito e le bassezze che ne conseguirono, non può non notare l’enorme differenza con cui, quasi distrattamente, è passata la notizia dell’assoluzione. D’accordo, la giustizia ha fatto il proprio corso, ma il danno politico e morale per chi è esposto pubblicamente non è risarcibile. Come già feci notare in più di un’occasione, lo stesso trattamento è stato riservato, con un clamore evidentemente ancora maggiore, all’on. Scajola, le cui imputazioni si stanno evidentemente sgretolando una dietro l’altra, ma che dal punto di vista politico hanno determinato un vulnus che ancora oggi si fa sentire, sia a livello nazionale che locale. C’è poi l’uso violento che da taluni (opportunisti o specialisti nell’arte dello sciacallaggio) viene fatto delle inchieste e in genere dell’azione della magistratura, quasi sempre strumentalizzata per fini diversi, con pochi scrupoli e nessun riguardo per la dignità delle persone. Ne deriva (come purtroppo si è tristemente verificato anche ad Imperia), un clima intossicato, un diffuso disorientamento dell’opinione pubblica e uno scadimento della credibilità della classe politica, già ai minimi storici. Non mi piace la dietrologia, né credo a oscuri complotti, ma certo quanto accaduto in questi anni deve far riflettere. Chi non capisce che nel tritacarne può finire qualsiasi cittadino, chi non si interroga su come porre rimedio ad una tale situazione (confidare nella signorilità dei propri avversari politici o di presunti amici è pura utopia…) è miope e non ha a cuore le sorti dello stato e delle istituzioni.

Antonello Ranise