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Un nostro lettore su “Controcorrente”: “Non è cultura, è solo propaganda politica”

7 settembre 2013 | 06:52
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Un nostro lettore su “Controcorrente”: “Non è cultura, è solo propaganda politica”

“Quando si realizzano incontri organizzati da giornali di parte, in cui politici di quella parte vengono intervistati da giornalisti anche loro di quella stessa parte, per un pubblico simpatizzante per quella parte è solo propaganda politica”

Sono dolente Signor Sindaco di Sanremo Zoccarato, ma la cultura in un  teatro si fa con le opere, i drammi, i concerti, i balletti e tutt’al
più con incontri-dibattito di tipo politico in cui persone di varia  appartenenza possano confrontarsi civilmente sulle loro diverse  posizioni, oppure con ospiti che presentino le loro opere letterarie,  come è stato per anni nei ben noti martedì del Casinò.

Quando, come in questo caso, si realizzano incontri organizzati da  giornali di parte, in cui politici di quella parte vengono  intervistati da giornalisti anche loro di quella stessa parte, per un  pubblico simpatizzante per quella parte, chiunque può chiamarli come  vuole, anche serate di gala, ma quelli sono sempre stati, sono tuttora  e continueranno ad essere comizi e quello che si fa in quei casi, non  è affatto cultura, è solo ed esclusivamente propaganda politica.
Affermare qualcos’altro è un insulto all’intelligenza. Tra l’altro non si è vista poi una gran pubblicità all’evento né in  Sanremo, né in provincia o in regione, e nemmeno a livello nazionale,  per poter affermare tra le altre cose, che questo evento abbia un  senso per rilanciare il Casinò o la città.
Da più parti piuttosto è maturato un preciso interrogativo a cui non  risulta al momento alcuna risposta ufficiale da parte
dell’Amministrazione: a che titolo è stato concesso il Teatro del  Casinò di Sanremo a Il Giornale per la realizzazione di questi incontri?
Ovvero, chi si fa carico di tutte le spese relative, compreso noleggio  del teatro, service, viaggi ed eventuali pernottamenti di
organizzatori ed ospiti?
Signor Sindaco, non si sarà mica preso la libertà di concedere  gratuitamente il teatro, per cui di fatto questa spesa, o mancato  guadagno, alla fine ricadrebbe sulla cittadinanza, vero?
La città ha diritto ad una risposta esauriente su questo punto.

Giuseppe