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Un nostro lettore: “Sanremo è un prodotto d’eccezione, non si può vendere al supermercato”

19 settembre 2013 | 13:11
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Un nostro lettore: “Sanremo è un prodotto d’eccezione, non si può vendere al supermercato”

“Chi sarà chiamato a sostenere Sanremo nei suoi sforzi creativi, non solo con la borsa, ma soprattutto con la sua intelligenza, non potrà che ripartire dal mito intramontabile di una città che è nata per sognare e far sognare”, scrive Pierluigi Casalino

Vendere Sanremo non è mai stato facile, ma ci si riesce sempre comunque, anche in tempi di magra. Si legge che il Comune cerca qualcuno per finanziare gli eventi di questo angolo di mondo. Iniziativa lodevole. Del resto Sanremo non è prodotto da vendere al mercato o al supermercato, ma è prodotto di nicchia ed è per questo che occorre un venditore d’eccezione, uno che ami Sanremo al punto tale da fare follie come lo fa un innamorato per la sua bella. Tanta gente al mondo darebbe la vita per venire a Sanremo, per godersi questo prezioso gioiello che evoca fascino e seduzione, mistero e colori irripetibili. La crisi è come Saturno che divora i suoi figli, ma alla fine un Giove finisce sempre per ristabilire l’ordine e fondare così il suo nuovo Olimpo.

Chi sarà chiamato a sostenere Sanremo nei suoi sforzi creativi, non solo con la borsa, ma soprattutto con la sua intelligenza, non potrà che ripartire dal mito intramontabile di una città che è nata per sognare e far sognare. Non si parte mai da zero con Sanremo: e quanto vale Sanremo lo sappiamo, perché non è da oggi in pole position. L’incanto di Sanremo sta tutto in un mix di vagamente antico e di indiscutibilmente moderno, aldilà delle sue stagioni, aldilà di tutte le stagioni, aldilà degli sponsor, aldilà dei suoi amanti spesso annoiati.

Casalino Pierluigi