Promozione e valorizzazione dell’extravergine Dop Riviera Ligure: attività del Consorzio di Tutela

27 settembre 2013 | 01:39
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Promozione e valorizzazione dell’extravergine Dop Riviera Ligure: attività del Consorzio di Tutela
Promozione e valorizzazione dell’extravergine Dop Riviera Ligure: attività del Consorzio di Tutela
Promozione e valorizzazione dell’extravergine Dop Riviera Ligure: attività del Consorzio di Tutela
Promozione e valorizzazione dell’extravergine Dop Riviera Ligure: attività del Consorzio di Tutela
Promozione e valorizzazione dell’extravergine Dop Riviera Ligure: attività del Consorzio di Tutela
Promozione e valorizzazione dell’extravergine Dop Riviera Ligure: attività del Consorzio di Tutela

In tutta la regione sono 600 le aziende, tra olivicoltori, frantoiani e imbottigliatori associate al Consorzio per la tutela dell’Olio Extra Vergine di Oliva Dop Riviera Ligure, fondato nel 2001. Il 98% dell’olio Dop è prodotto in provincia di Imperia

La valorizzazione dei prodotti tipici costituisce un elemento fondamentale del processo di promozione del territorio, che nel caso della Liguria non può prescindere dall’olio, uno dei prodotti più rappresentativi, soprattutto nella sua forma più nobile, ovvero l’extravergine.

Questi i numeri dell’olio extravergine in Liguria: 1 milione di piante di olivo, 2.300 ettari coltivati da cui si ricavano 25.000 quintali annui di olio extra vergine di oliva, di cui 5000 con il marchio Dop, che per il 98% è prodotto in provincia di Imperia. In tutta la regione sono 600 le aziende, tra olivicoltori, frantoiani e imbottigliatori associate al Consorzio per la tutela dell’Olio Extra Vergine di Oliva Dop Riviera Ligure, fondato nel 2001 con l’intento di tutelare e promuovere l’olio extra vergine di origine protetta Riviera Ligure. Grazie alla rappresentatività riconosciuta dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, il Consorzio è dotato di poteri di vigilanza sui mercati per quanto riguarda la produzione olearia ligure. Nell’arco di un anno il Consorzio controlla circa 1 milione di bottiglie di olio extravergine.

Le norme comunitarie sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e agroalimentari prevedono la registrazione di un disciplinare di produzione registrato a Bruxelles con Regolamento Comunitario. Al fine di verificare il rispetto del disciplinare di produzione, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali designa un ente di certificazione che è sempre un’entità terza e approva ogni tre anni il relativo Piano di Controllo.

Il Consorzio di tutela dell’olio Dop Riviera Ligure opera per la tutela del prodotto sia all’interno del Piano di Controllo, con l’approvazione delle etichette degli oli Dop Riviera Ligure e con il rilascio del collarino giallo numerato (dotato del codice alfanumerico che attesta la qualità e la tracciabilità del prodotto), sia successivamente alla certificazione, con le verifiche ispettive svolte presso i punti vendita, svolto mediante prelievi di bottiglie in commercio e l’esame delle etichette.

Per ottenere l’agognata etichetta, la filiera della produzione olearia è sottoposta ad un processo molto severo costituito da controlli a partire dal terreno di coltura fino all’imbottigliamento, verifiche documentali, analisi sensoriali, estremamente importanti per un prodotto come l’olio, che deve superare l’analisi sulle caratteristiche organolettiche ancor prima dell’analisi chimica: l’analisi sensoriale determina la corrispondenza al disciplinare di produzione, sia dal punto di vista organolettico, sia dal punto di vista delle tipicità. Solamente al termine di questo percorso di controllo un olio può fregiarsi del prezioso marchio comunitario.

“Rimane ancora un elemento da coltivare” – afferma il presidente del Consorzio, Carlo Siffredi – “ed è l’orgoglio per il valore dei nostri prodotti tipici, che ritengo sia ancora poco spiccato in Liguria e segnatamente in provincia di Imperia. Nonostante la tradizione olearia da noi sia molto antica, è necessario che i produttori e gli stessi abitanti ritrovino la coscienza del valore di ciò che abbiamo, poiché siamo convinti che un prodotto possa avere chances di essere proposto all’esterno solo se radicato nel territorio di appartenenza”.

Gran parte dei meriti qualitativi dell’Olio Extra Vergine di Oliva D.O.P. Riviera Ligure sono da attribuirsi alla varietà delle piante (Taggiasca, Lavagnina, Pignola e le altre popolazioni locali riconducibili alla varietà Frantoio) che in secoli di adattamento al territorio e al clima ligure, forniscono un prodotto a bassa acidità con fruttato tenue e una sensazione di dolce che esalta le caratteristiche dei cibi senza intervenire in modo troppo deciso. In provincia di Imperia l’unica varierà presente è la Taggiasca.
“Un altro dei nostri obiettivi” aggiunge il direttore del consorzio, Giorgio Lazzaretti – “è di inserire la dicitura Taggiasca all’etichetta degli oli della sottozona Dop Riviera dei Fiori, ovvero quella che riguarda il territorio del Ponente Ligure. L’Unione Europea vieta di poter registrare una Dop con una singola varietà, nel nostro caso la Taggiasca. Inoltre, in base alle disposizioni del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, una varietà può essere coltivata altrove. Vorremmo che il prodotto fosse caratterizzato per una maggiore aderenza al territorio”.

In Liguria, l’olio Dop è suddiviso in tre menzioni geografiche o sottozone:

– Riviera dei Fiori, per la provincia di Imperia, con oli morbidi, espressione del predominio pressoché assoluto dell’oliva Taggiasca. Si tratta del rinomato olio extra vergine di oliva Monocultivar Taggiasca. Il disciplinare Dop prevede per questa sottozona almeno il 90% di olive da cultivar taggiasca, ma nella realtà sul territorio imperiese è presente solo la varietà taggiasca.
– Riviera del Ponente Savonese, oli fini e complessi, mandorlati e dal gusto vegetale, ricavati in gran parte da olive Taggiasca, ma anche da altre varietà liguri. Il disciplinare di produzione prevede per questa sottozona almeno il 50% di olive di cultivar taggiasca)
– Riviera di Levante, infine, per le province di Genova e La Spezia, con oli da olive Lavagnina (alter ego della taggiasca), Razzola, Pignola, decisamente più fruttati e sapidi, comunque delicati (il disciplinare per questa sottozona prevede olive autoctone per almeno il 65%).