La macchina complessa dell’istruzione si rimette in moto

14 settembre 2013 | 07:45
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La macchina complessa dell’istruzione si rimette in moto

Qualche lacuna e qualche difficoltà non debbono essere ostacoli insormontabili; agli educatori il compito di assicurare un sicuro metodo di vita

Ancora pochi giorni ci separano dall’inizio di un nuovo anno scolastico.
Evento carico di emozioni, tensioni, speranze per studenti, famiglie e per tutta la comunità. Come sempre la riapertura delle scuole è stata preceduta da un intenso lavoro per mettere a punto l’impianto organizzativo e programmatico al fine di assicurare, già dall’inizio, la regolarità dell’anno scolastico.
Una macchina assai complessa che, nonostante l’impegno, non riesce ad evitare intoppi, lacune, imprevisti, causa di disagi e di malumori.
Però non deve venir meno la speranza che, con la collaborazione di tutti, si possa gradualmente migliorare contribuendo così a rasserenare gli animi e ad attenuare le tensioni degli allievi e delle famiglie nell’affrontare una nuova esperienza.
Se è doveroso curare strutture, organizzazione è ancor più doveroso avere una particolare attenzione alle persone qualificando docenti e non docenti a compiere bene il loro servizio educativo e culturale nei confronti degli alunni, un mondo, questo, variegato per età,  tipologie di scuola e di indirizzi didattici diversi.
E’ soprattutto su questo versante che vanno spese le energie migliori, incominciando con l’intercettare le domande vere, molte volte inespresse dagli alunni e, quindi farle emergere, perché con Thomas Merton:  “Io credo che si conosca un uomo più dalle sue domande che dalle sue risposte”.
Sarà compito dell’educatore sostenere l’alunno nell’impegno a sviluppare le doti della propria umanità consegnandogli anche un sicuro metodo di vita: "Trova il tempo di riflettere, è la fonte della forza. Trova il tempo di giocare, è il segreto della giovinezza. Trova il tempo di leggere, è la base del sapere", canta un’antica ballata irlandese. Inoltre è doveroso educare a vincere ogni forma di egoismo per inserirsi nella società offrendo un valido contributo per la sua crescita, tenendo presente, come insegna Paolo VI, che: “Spartire significa dare agli altri ciò che Dio ha loro destinato e che a noi è stato solo affidato”.
Auguri di buon anno scolastico!

Don Giacomo Simonetti

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