PRC ed il caso Kaies Bohli |
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Le circostanze della morte dello spacciatore esigono una riflessione

9 agosto 2013 | 20:05
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Le circostanze della morte dello spacciatore esigono una riflessione

Nella quotidianità del sociale, i cittadini sono naturalmente colpiti da ciò che percepiscono essere i reati ‘di strada’, ma è necessario non perdere di vista, nel prodursi di certi fenomeni, la distinzione tra cause ed effetti

La vicenda di Kaies Bohli – delle circostanze della sua morte e delle polemiche che stanno facendo seguito all’apertura di una inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Sanremo – esigono una riflessione e una discussione pubbliche.
Come noto, non siamo iscritti al partito dei fan delle procure, di cui sovente contestiamo l’operato (da ultimo, di quella di Torino, diretta da Giancarlo Caselli, che a nostro avviso sta criminalizzando il movimento che lotta contro la TAV in Val di Susa), ma riteniamo ignobili gli attacchi al procuratore Cavallone, ‘reo’ di aver indicato, a seguito delle indagini svolte, delle responsabilità di cui lo Stato deve farsi carico.
Occorre accertare la verità e perseguire gli eventuali responsabili: ipotizzare una indebita violenza che può aver provocato la morte per asfissia di Bohli, tenendo a mente che negli ultimi anni sono stati numerosi, in Italia, i casi di violenza estrema consumati in circostanze analoghe (da Cucchi ad Aldrovandi), non vuol dire per noi attaccare indiscriminatamente polizia e carabinieri, come in modo strumentale hanno subito preso a dire vari esponenti di destra, semplicemente perché sappiamo che la giustizia potrà fare il suo corso se sarà perseguita da organi giudiziari e di polizia capaci e onesti.
Siamo anche molto colpiti dal mix di ipocrisia e razzismo che connota la più parte di queste aggressioni: la persona in questione risultava certo essere uno spacciatore, ma proprio questa sua condizione, ovviamente inammissibile, dovrebbe far considerare che il problema vero, che non è da massimi sistemi ma riguarda in concreto la nostra convivenza e il futuro delle nostre società, è un narcotraffico che risulta una delle industrie globali più fiorenti, verso il quale sono in vigore leggi e politiche assurde, tanto illuse di poter contenere il fenomeno inseguendo le manovalanze dei suoi traffici al minuto (in genere formate da disperati), quanto inefficaci ed elusive verso le centrali da cui dipendono.
Centrali che costituiscono realtà spaventosamente potenti, i cui illeciti arricchimenti, ottenuti sulla pelle di chi è soggetto a dipendenze da sostanze, sono funzionali a continui e massicci investimenti nell’economia legale da parte non solo di cosche mafiose, ma di interi settori della finanza e del mondo degli affari.
Nella quotidianità della vita sociale, i cittadini sono naturalmente colpiti, in forma diretta e indiretta, da ciò che percepiscono essere i reati ‘di strada’, ma è necessario non perdere mai di vista, nel prodursi di certi fenomeni, la distinzione tra cause ed effetti e gli interessi forti che stanno dietro di essi.
La nostra solidarietà, infine, va a chi, come il consigliere comunale di "Imperia Bene comune" Mauro Servalli, ha tempestivamente rilevato la gravità di quanto accaduto e rivendicato l’esigenza, che dovrebbe stare a cuore a tutti i cittadini democratici, che su di esso si faccia giustizia.
Ci auguriamo che altri attori politici impegnati nelle istituzioni locali, in primo luogo quelli che si riconoscono nel centrosinistra, si esprimano con chiarezza  in merito ad una vicenda, tragica e grave, che in questi giorni è giustamente sulle prime pagine dei giornali nazionali.

Partito della Rifondazione Comunista
Federazione di Imperia