La fine delle ferie e la necessità di non piangerci addosso
E’ sbagliato pretendere di entrare nel cielo senza prima entrare in noi stessi per conoscerci meglio e considerare la nostra miseria, non dal punto di vista finanziario
Si conclude il mese tradizionalmente dedicato alle vacanze, alle ferie.
Un agosto, quest’anno, che ha risentito della difficile congiuntura economica.
Questo fatto, motivo di grande preoccupazione per tante famiglie e per la società intera, evidenzia quanto sia problematica e precaria la esistenza umana.
E’ un’occasione che, sia pur imposta da necessità, dobbiamo cogliere non per piangerci addosso, quanto piuttosto per ritrovare energie e per rafforzare la volontà a fronteggiare con coraggio e lungimiranza l’attuale situazione.
“Non essere fiacco, senza nerbo. E’ ormai ora di respingere quella strana compassione che senti di te stesso”.
Questo consiglio di San Josemaria Escrivà de Balaguer è utile anche per noi.
E il primo passo necessario, fondamentale è avere la lucidità di saper discernere ciò che è essenziale per la vita. Santa Teresa d’Avila, la grande riformatrice del Carmelo, denuncia la superficialità e il velleitarismo di certo comportamento umano: “Pretendere di entrare nel cielo senza prima entrare in noi stessi per meglio conoscerci e considerare la nostra miseria, per vedere il molto che dobbiamo a Dio e il bisogno che abbiamo della sua misericordia, è una vera follia”.
Nel ricordare il monito della Santa, non si vuole dare la benché minima impressione di un alibi per sottrarsi alla realtà presente, nella quale al contrario ci si deve inserire attivamente per collaborare a migliorarla.
Si sottolinea invece che, rientrando in se stesso, l’uomo riconosce i propri limiti e insieme scopre risorse ed energie, non ultima la fede e la speranza nell’aiuto divino, per uscire dalla spirale di un vortice ineluttabile, che non offre neppure un barlume di salvezza.
Sapere di non essere soli dona consolazione e rafforza la volontà per affrontare ogni genere di prove.
E Madre Teresa di Calcutta aggiunge: “Non cercate Gesù molto lontano. Lui non è laggiù, è in voi. Alimentate la lampada (ndr. la fede) e lo vedrete”.
Don Giacomo Simonetti
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