Per l’inchiesta sulle anfore rubate INDAGATO anche il dirigente del Comune di Imperia Beppe Enrico

L’operazione, nata nell’estate scorsa e proseguita ieri con diverse perquisizioni, ha portato al sequestro di 31 anfore. Nella prima fase era stato arrestato un ex corallaro di professione, Giovambattista Pesce, e denunciate altre sette persone
Undici persone appassionate di immersioni subacquee e anche un dirigente del Comune di Imperia (Beppe Enrico) sono state indagate dai carabinieri di Alassio per furto in concorso di reperti archeologici, in particolare anfore romane trafugate su navi adagiate sui fondali del Ponente ligure.
L’operazione, nata nell’estate scorsa e proseguita ieri con diverse perquisizioni, ha portato al sequestro di 31 anfore. Nella prima fase era stato arrestato un ex corallaro di professione, Giovambattista Pesce, e denunciate altre sette persone. I successivi accertamenti hanno permesso di scoprire un gruppo di imperiesi (tutti legati al mondo della subacquea professionale) che aveva rubato anfore dai siti archeologici di Albenga ed in altri ancora sconosciuti. Tra di loro subacquei che svolgono lavori portuali e di bacino ad Imperia.
E’ quindi emerso un traffico illegale di reperti archeologici, che sono stati recuperati nelle abitazioni dei soggetti coinvolti ma anche nella villa dell’ex ministro Claudio Scajola (un anfora) e di un dirigente del Comune di Imperia. Tra gli oggetti sequestrati anche un gladio di centurione romano, uno scandaglio in piombo di profondita’ romano, piatti, vasi, cucchiai, chiodi nonche’ strumentazione di un bombardiere italiano Fiat della seconda guerra mondiale abbattuto nel 1940, corallo e una pianta di marijuana. Nella casa di uno degli indagati sono stati persino trovati dei volantini che ‘pubblicizzavano’ l’attivita’ illecita: ‘Devi disimpegnarti con qualche notaio, medico o politico con un regalo unico e di pregio? L’anfora romana fresca di scavo e’ quella che fa per te’.