Nei grandi spazi della montagna, l’uomo può cogliere la dimensione infinita della sua anima

5 luglio 2013 | 22:03
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Nei grandi spazi della montagna, l’uomo può cogliere la dimensione infinita della sua anima

Mai o Signore mi hai turbato come in quella notte in cui sospeso fra il cielo ed il mare avevo l’immensità sopra e sotto di me

Finalmente l’estate è arrivata e la gente sente il bisogno di mettersi in contatto diretto con la natura, che in questa stagione appare in uno splendido caleidoscopio di colori, ai quali dà pieno risalto la calda luce del sole.
Specialmente per chi abita in città ed è sottoposto a continui frenetici ritmi di vita, la bella stagione è un invito a cercare sollievo nella natura, approfittando, chi può usufruirne, del periodo di ferie.
Questa immersione è preziosa, perché afferma Aristotele: “In tutte le cose della natura esiste qualcosa di meraviglioso”.
Il creato è un grande libro aperto a disposizione di tutti, ma per una serie di motivi non ne approfittiamo adeguatamente privandoci così di una risorsa importante per un’esperienza arricchente che favorisce anche un’approfondita conoscenza di se stessi.
"Nei grandi spazi della montagna, nei suoi alti silenzi, l’uomo non distratto può cogliere il senso della sua piccolezza e la dimensione infinita della sua anima", scrive un anonimo.
Francois-René De Chateaubriand con una sua testimonianza ce ne dà conferma: “Ero sotto un cielo risplendente di stelle con la luna in mezzo al firmamento in un mare senza sponde.
Mai o Signore mi hai turbato come in quella notte in cui sospeso fra il cielo ed il mare avevo l’immensità sopra e sotto di me”.
Troviamo in queste parole la spiegazione perché molti nostri contemporanei, contagiati dal frastuono e dall’abitudine ad una vita superficiale, temono il silenzio che turba in quanto fa riflettere sulla nostra reale condizione.
Riflessione invece necessaria per conoscere i limiti e le false sicurezze e dare una svolta decisiva verso un più alto profilo della propria esistenza, consapevoli della grandezza e della dignità dell’uomo, centro del creato.
Con Victor Hugo osserviamo: "C’è uno spettacolo più grandioso del mare, ed è il cielo, c’è uno spettacolo più grandioso del cielo, ed è l’interno di un’anima".  

Don Giacomo Simonetti

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