Mirko di Badalucco racconta i primi giorni della GMG
“Ogni giovane deve, almeno una volta nella vita, assaporare l’emozione che si respira alle GMG, perché solo così riusciamo a capire veramente a fondo cosa voglia dire essere cristiani”
Alla mia prima esperienza per quanto riguarda una partecipazione alla Giornata Mondiale della Gioventù ed agli eventi ad essa connessa sono molto contento ed entusiasta dopo i primi giorni.
La mia decisione di parteciparvi è giunta solo ora, all’età di 33 anni, per vari motivi, sia di carattere personale che spirituale. Sicuramente la curiosità di partecipare ad un evento unico ed irripetibile come quello della GMG è stata forte, i racconti e le storie sentite dagli altri ragazzi e ragazze della diocesi hanno scatenato in me la voglia di provare in prima persona un tale evento, in più il fatto che quest’anno la locazione fosse stata scelta in un paese magico e straordinario come il Brasile ha contribuito positivamente alla mia decisione; vedere con i propri occhi le abitudini, gli stili di vita di una cultura completamente differente alla nostra penso sia un’esperienza che vada colta senza esitazioni.
Inoltre per me, che sono architetto, ogni qual volta vado in un paese nuovo imparo sempre qualcosa di nuovo e di istruttivo.
Fin qui le motivazioni, se vogliamo, più frivole, ma partecipare ad una GMG e molto altro; anzi direi che le motivazioni vere ed importanti che spingono una persona a partecipare ad un evento simile sono logicamente ben altre.
All’ interno di ogni singolo cammino di vita e di fede ci sono delle tappe che secondo me ognuno di noi deve percorrere, e la GMG fa parte di esse.
Essere qui vuol dire testimoniare il mio essere cristiano e soprattutto cercare di arricchirmi non soltanto culturalmente ma soprattutto spiritualmente, riuscire ad interpretare al meglio lo spirito missionario che dovrebbe albergare in ognuno di noi, in maniera tale da poter tornare arricchito nello spirito potendo quindi condividere con le tante persone che non hanno o non sono potute partecipare a questa serie di eventi.
Fin ora la mia esperienza a livello di attività diocesane si era limitata al dare supporto a qualche attività della parrocchia di Taggia, la quale mi ha adottato spiritualmente, (la mia parrocchia infatti è la piccolissima Ciabaudo), ma ora grazie alla settimana missionaria qui a San Paolo ed alle attività connesse alla GMG di Rio de Janeiro sono convinto di riuscire a portarmi dentro qualcosa in più e la speranza è quella di poter trasmettere la gioia vissuta in questi giorni a quanti sono rimasti a casa, anche se sono certo del fatto che i miei racconti potranno forse emozionare, ma mai quanto vivere concretamente tutto ciò.
Penso che realmente ogni giovane debba, almeno una volta nella vita, assaporare l’emozione che si respira alle GMG, perché solo così riusciamo a capire veramente a fondo cosa voglia dire essere cristiani, e soprattutto esserlo e volerlo essere anche in posti dove è meno facile ma forse più vero.
Mirko Lanteri