“Sanremo atelier della Riviera?'”

Sanremo, da qualche secolo, è il terreno prediletto visitatori venuti da ogni parte del mondo: di artisti, di intellettuali, di diplomatici, di amanti del gioco e della bella vita, di nobili e di nobildonne, di amanti sfortunati e sfaccendati, di oziosi e fuorusciti, di esuli e
rivoluzionari, di imprenditori e di gente di spettacolo.

Una galleria unica nel suo genere, in una sorta di variopinta sarabanda di tipologie sempre nuove e diverse, considerato il divenire di eventi e di stagioni nella Città dei Fiori, anche nel deprimente autunno dell’ottimismo che stiamo vivendo. Luce verticale, colori radianti, teatro di emozioni e di suggestioni, scenario a metà strada tra modello di vita autentica e sogno di un eden originale, eccola ancora Sanremo, talora con le sue rughe da nobile decaduta, ma più spesso con l’esuberante mise da catwoman. La Regina della Riviera ha tutti i titoli per essere l’amante di chi non ha perso del tutto la speranza, per essere l’atelier di un mondo che cerca di rivivere le atmosfere d’altri tempi.