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La protesta dei proprietari di villette a Dolcedo: “Non chiamateci abusivi”

14 giugno 2013 | 14:44
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La protesta dei proprietari di villette a Dolcedo: “Non chiamateci abusivi”

Questo non è solo un problema di chi rischia di rimanere senza casa” – commenta Paola Borsellino, portavoce del comitato di coordinamento – “un problema di turismo, di immagine, di vivere civile, e potrebbe sfociare in una questione di ordine pubblico”

I proprietari delle villette e dei terreni del Comune di Dolcedo dichiarati abusivi e recentemente sottoposti a sequestro hanno manifestato questa mattina in corteo a partire da via Nizza fino alla Prefettura, circa 200 persone che hanno fatto sentire tutta la loro rabbia per una situazione che li ha portati ad essere chiamati abusivi dopo aver osservato tutte le procedure.
Una delegazione di 6 persone è stata poi ricevuta intorno alle 11 dal vice prefetto, dottoressa Anna Aida Bruzzese, che ha risposto di non poter intervenire sugli atti del pubblico ministero

“Questo non è solo un problema di chi rischia di rimanere senza casa” – commenta Paola Borsellino, portavoce del comitato di coordinamento case di Dolcedo – “è uno scandalo molto più vasto, un problema di turismo, di immagine, di vivere civile, e potrebbe sfociare in una questione di ordine pubblico: è impensabile che il cittadino sia abbandonato a questo destino”.

Un risvolto importante di questa vicenda, comunque estremamente gravosa per tutti i proprietari, è la presenza di molti stranieri, russi, francesi, tedeschi, olandesi, coinvolti in questo “pasticcio”, che inevitabilmente saranno portati a veicolare all’estero un’immagine negativa del nostro paese.

“Ho parlato con alcuni proprietari tedeschi e mi è stato riferito che in Germania si stanno organizzando manifestazioni su questa vicenda” – riferisce uno dei proprietari italiani – “il messaggio che viene dato è di non investire in Italia perché non vi è certezza del diritto”.

Le famiglie a cui è stato notificato il sequestro sono 130, ma complessivamente risultano coinvolte più di 500 persone.

“Non chiamateci abusivi” – riferisce un altro proprietario vittima del sequestro – “abbiamo ottenuto tutti i permessi e tutte le licenze, siamo passati attraverso l’agenzia immobiliare, il rogito notarile, il parere del geometra e l’autorizzazione del Comune, pagati gli oneri di urbanizzazione primaria, e adesso ci dicono che le case non sono più nostre, che siamo conniventi con il Comune”.

A partire dalla data di notifica i destinatari del sequestro hanno 10 giorni di tempo per presentare richiesta al Tribunale del Riesame: in caso di responso negativo, entro 60 giorni dalla notifica, l’immobile dovrà essere lasciare libero.

“Dal 2007 tutti sanno che questa è una zona in cui la provincia stava contestando i titoli edificatori, ma nessuno è intervenuto: dove era la Provincia, procura della Repubblica?”, conclude uno dei proprietari delle villette.