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Il diario di bordo dell’EnoPesca 2013 con l’Associazione ViteInRiviera

12 giugno 2013 | 14:14
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Il diario di bordo dell’EnoPesca 2013 con l’Associazione ViteInRiviera

Un viaggio dove i vini del Ponente Ligure ci accompagnano senza esserne scopo ma sempre diversi quanto lo sono i vitigni e le mani che li coltivano; lontani fisicamente ma uniti dal vento di Ponente ai sentori della nostra terraf

Non è stato facile trovare una decina di giornalisti enogastronomici e blogger food disposti a farsi guidare in questa Liguria tra mare e monti alla ricerca del l’abbinamento perfetto; qui tutto quello che vedi lo vivi intensamente con tutti i sensi e i prodotti diventano racconti delle donne e degli uomini che li hanno realizzati.

Un viaggio dove i vini del Ponente Ligure ci accompagnano senza esserne scopo ma sempre diversi quanto lo sono i vitigni e le mani che li coltivano; lontani fisicamente ma uniti dal vento di Ponente ai sentori della nostra terra.
Un alba in mare sullo sfondo delle Logge di Santa Chiara è l’inizio della battuta di pesca a bordo del PingOne alla ricerca del pescato nostrano; siamo avvolti da 2800 metri di reti che portano in superficie i racconti e le speranze del nostro comandante Salvatore Pinga raggiante quando intravede sul fondo della rete una scintilla azzurra.
Naselli, triglie, scorfani, pesci prete e soralli ci vengono incontro ed una grossa Rana Pescatrice scatena un reverenziale timore nell’inesperto equipaggio . La pesca e’ stata buona e sulla via del ritorno l’ aperitivo con un filetto di sorallo crudo ed un importante bianco leggermente barricato accompagna il pane di Pieve di Teco ed il formaggio dell’alta Valle Arroscia mentre in silenzio assaporiamo la bellezza del momento interrotta solo dal rumore dei bicchieri che brindano. Al rientro in banchina gli amici e i colleghi vigneron ci aspettano curiosi e lo chef Andrea Sarri sapientemente sceglie il pescato per la cena di gala e per l’aperitivo su al Poggio dei Gorleri dove i nostri ospiti saranno domani testimoni della bellezza del risveglio in una cartolina di rara bellezza.
Ma prima ci aspetta la Buridda di stoccafisso con lo chef Limarelli in calata Cuneo e svelati i segreti della ricetta a cui i produttori dell’ormeasco abbinano le varie declinazioni dal floreale sciac-tra’ al più corposo Ormeasco d’annata fino a  stupire con un Superiore 2007 di rara potenza che avvicina la Liguria ai più blasonati vini rossi delle regioni vicine.

I portici si animano ed i pescherecci sono ormai giunti in porto e la magia dell’asta del pesce ci rapisce mentre un po’ di invidia ci prende per la bellezza e la varietà del pescato tra i gamberi di oneglia e le gallinelle protagoniste della scena.

In ordine sparso riprendiamo il cammino verso la scoperta del nostro entroterra in modo che ognuno dei nostri ospiti possa raccontare qualcosa di diverso magari abbinando il vino del produttore che lo accompagna nelle vigne e visitando le cantine possa raccontare da dove nasce e trae forza e carattere.

La cena e’ il momento forse più mondano e dopo le semplici e belle fatiche del giorno ci appare il fascino della Liguria, che riesce a volte a far da cornice alle umane debolezze, essendo ancor più lieto grazie all’atmosfera che hanno molti ristoranti sul mare.

il pescato diventa ora buono e vestito con la semplice eleganza delle nostre verdure prende nuova forma.
Il vermentino ed il Pigato stasera hanno i nomi importanti delle vigne che nel tempo sono diventate espressione potente di un territorio. Il millesimo 2012 ancora giovane ma molto promettente saluta le preziose magnum che raccontano di annate importanti e riconoscimenti ancora meritati nonostante il passare del tempo.
Gli occhi sono pieni di immagini e di sapori e si indugia ancora un poco sotto i portici della Calata per raccontare e raccontarsi in attesa dell’ultimo tappa verso la piana di Albenga per scoprire le piante aromatiche ,il suo Pigato ed i vitigni meno conosciuti come il Barbarossa e la Lumassina insieme ad un coniglio cucinato alla ligure.

Enologo Mauro Feola