Unitre Sanremo, le lezioni della scorsa settimana

12 maggio 2013 | 08:20
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Unitre Sanremo, le lezioni della scorsa settimana

Unitre Sanremo questa settimana ha volto lo sguardo al passato remoto ed a quello più recente trattando di popoli che in modo diverso fanno parte della storia di Sanremo, come i Celti e gli Inglesi

Unitre Sanremo questa settimana ha volto lo sguardo al passato remoto ed a quello più recente trattando di popoli che in modo diverso fanno parte della storia di Sanremo, come i Celti e gli Inglesi.

Le lezioni di Unitre Sanremo, si svolgono nella splendida sala degli specchi di Palazzo Bellevue, gentilmente concessa dall’amministrazione comunale, il Lunedì ed il Venerdì dalle 16 alle 18.

Lunedì 6 maggio: Alfredo Moreschi , noto sanremasco, titolare dello Studio Fotografico omonimo che da generazioni custodisce immagini caratteristiche della storia di Sanremo, ha trattato un argomento insolito, I Celti: le piante ed il mondo di allora. Infatti il Sig. Moreschi unisce l’amore per la fotografia con quello della storia e della botanica. I Celti furono un popolo che veniva dall’Oriente, probabilmente dall’India e grazie all’utilizzo di carri e cavalli si sparse velocemente per tutta Europa ben prima della fondazione di Roma. Nelle zone che più hanno resistito alla conquista romana e di altri popoli come l’Irlanda, il locale dialetto gaelico conserva molto dell’originaria lingua celtica. Una curiosa usanza accomuna i celti ai nativi nordamericani, l’asportazione di capelli e cuoio capelluto ai nemici uccisi per farne un trofeo, il cosiddetto scalpo. Il contatto con il Sud Europa avvenne principalmente attraverso il
porto di Marsiglia, colonia greca attraverso cui arrivavano molti prodotti mediterranei fra cui olio e vino. Col primo già allora fu avviata la produzione del classico sapone di Marsiglia mentre il secondo fu una bevanda di grande successo. Anche qui l’analogia con i nativi americani è forte perché l’uso smodato di questa bevanda alcolica creò una certa dipendenza che facilitò la decadenza di questo popolo. I Celti sfruttando le grandi foreste del Nord Europa, erano divenuti abili artigiani del legno ed a loro si deve l’invenzione della botte che rapidamente andò a sostituire l’anfora di terracotta prodotta nel Sud Europa per la sua maggiore solidità, facilitando ulteriormente il trasporto del vino.I Celti dell’India conservavano la divisione in caste , Sacerdoti, Guerrieri ecc. I
Sacerdoti in particolare diventarono grandi erboristi e nelle foreste trovavano ogni cura per i più diversi mali come pure i veleni per le punte di freccia per la caccia o la guerra ed i colori per le vesti . I Celti coltivarono anche i primi cereali come avena, farro, miglio e orzo da cui trassero la cervesia, la birra di allora. Il Sig. Moreschi ha descritto e mostrato immagini di Artemisia, Belladonna, Ruta, Timo, Valeriana, Verbena, Vischio, Achillea, Corbezzolo, Cicuta,Ginepro, Alloro, Melissa,Menta,Crescione, Nasturzio, Ninfea,Papavero. Sambuco, Tasso ecc. Nella zona di Sanremo, a Bajardo si fanno ancora oggi feste popolari che si richiamano ai Celti, che qui riuscirono ad inserirsi e convivere con i Liguri.

Venerdì 10 maggio: la sanremese Dott.ssa Silvia Manuguerra, laureata in lingue a Genova e poi a Nizza dove insegna, ha proposto al pubblico l’argomento della sua tesi di laurea, Edward Lear, un personaggio inglese che visse gli ultimi anni della sua vita a Sanremo a fine ottocento. Pur nascendo in una famiglia numerosa e caduta in miseria (ventesimo di 21 figli) seppe con il suo talento naturale per il disegno e la pittura guadagnarsi giovanissimo da vivere dipingendo con minuzia di particolari vari soggetti fra cui in particolare uccelli esotici che gli aristocratici amavano tenere in grandi voliere. Questa abilità autodidatta lo portò ad impartire alcune lezioni di disegno alla stessa Regina inglese. Grazie ad alcuni mecenati che gli commissionavano quadri di paesaggi esotici, riuscì a viaggiare molto ed a realizzare paesaggi naturalistici molto dettagliati, quasi delle fotografie artistiche. I viaggi di Mr. Lear si diressero a Roma che fu da lui molto amata e poi sempre più a Sud , Napoli, Calabria, Sicilia, Albania, Grecia, Egitto, Libano ecc. I viaggi di Eward Lear, incredibilmente erano realizzati soprattutto a piedi e ciò gli consentì di riportarne descrizioni e dipinti suggestivi. L’arte di Lear si orientò anche sulla musica e soprattutto sulla poesia. Lear è diventato celebre soprattutto per i nonsense tipici dell’umorismo inglese espressi nello schema poetico AABBA del limerick.

La folta colonia inglese presente a Sanremo a fine ottocento lo attirò nella città ligure, tanto più che anche Lear aveva qualche problema polmonare che poteva giovarsi dell’ambiente marino e del clima mite.

Trascorse qui la sua vecchiaia in due ville prospicienti il mare da cui non cessava di dipingere. Anzi la prima venne abbandonata proprio perché la costruzione di un grande albergo gli impedì la vista del mare. Fu sepolto al Cimitero Monumentale di Sanremo nel 1888.

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