La “Pigna” di Sanremo è la grande protagonista del numero di maggio del mensile del Touring Club

11 maggio 2013 | 13:00
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La “Pigna” di Sanremo è la grande protagonista del numero di maggio del mensile del Touring Club

L’articolo, firmato da Laura Sommaria, tesse, tra l’altro, l’elogio dell’Associazione” Pigna Mon Amour” che si occupa del rilancio dello storico rione

Il numero di Maggio del mensile del Touring Club Italiano, diretto da Silvestro Serra, ha per protagonista la “ Pigna” di Sanremo: in un articolato articolo, scritto da Laura Sommariva ed arricchito dalle suggestive fotografie di Zoe Vincenti, vengono magnificate le bellezze dell’antico rione medievale della mondana Sanremo. Se ne ripercorre la storia, soprattutto quella recente da quando nel secondo dopoguerra le famiglie “ sanremasche”, cioè autoctone al mille per mille, decisero di abbandonarla per stabilirsi negli anonimi e precari falansteri che, nella febbre del “ boom” economico italiano degli anni sessanta del novecento, sorgevano un po’ qua ed un po’ la in tutta la città.

Da allora la Pigna è diventata come una spugna che da un lato ha dato asilo a tutti gli immigrati, prima meridionali oggi stranieri, che vi si stabilivano perché gli affitti erano bassi e dall’altro, dopo qualche anno li ridistribuiva agli altri rioni matuziani. Col tempo si è guadagnata una cattiva fama, in gran parte immeritata, di quartiere ricettacolo di delinquenti e più nessuno l’ha visitata e frequentata. Solamente pochi intellettuali, come lo scrittore Italo Calvino, o le comitive di turisti, soprattutto del Nord Europa, hanno continuato a percorrerne i ripidi vicoli preferendola alla città moderna.

Di tutto ciò si da contezza nell’articolo come si sottolinea il recente sforzo per farla rinascere, integrando tra di loro residenti italiani e stranieri portatori di molte culture diverse, portato avanti soprattutto dall’Associazione “ Pigna Mon Amour” di cui la giornalista Sommariva tesse gli elogi menzionando l’avvocatessa Dedali, familiarmente nota come “ Chicca” o il suo marito Carlo, anime dell’Associazione accanto ad altre signore “ capitanate da Gladia”, fotografata nella sede sociale e cioè in Palazzo Gentili di Piazza dei Dolori, “ del progetto Il Filo della Memoria che…organizzano laboratori di musica e insegnano alle donne maghrebine del quartiere a ricamare e scrivere”. Nell’articolo si narra la storia dell’italianissima signora Agata che a settant’anni, a sua volta, grazie alle donne dell’Associazione ha ripreso in mano l’abecedario per guadagnare quell’alfabetizzazione completa che le traversie della vita non le permisero di raggiungere da adolescente.

Azzeccata la sintesi descrittiva con la quale l’autrice del “ pezzo” descrive la Pigna: “ a meta strada tra la Genova di De Andrè”, che nella canzone “ la Città Vecchia” parla di muri carichi di salsedine tra i quali il sole si fa largo a stento, “ e la Casbah di Algeri”, richiamata dai tanti giardini nascosti negli androni del Palazzi storici del quartiere come Palazzo Semeria  in Via Capitolo. Qualche errore, soprattutto nelle didascalie delle suggestive fotografie comunque c’è: si dice , per esempio, che Sanremo sino al 1928 si chiamava Pigna il che non è vero.

Tutti sanno che nel 1928 fu semplicemente emanato il Regio Decreto con il quale si fissò in San Remo, scritto staccato, l’onomastica ufficiale della città. Solamente meno di vent’anni fa il Comune matuziano rettifico l’antica ingiustizia. I soci del Touring, ed anche nell’antica Matuzia ce ne sono molti, hanno comunque apprezzato molto l’articolo giudicandolo interessante o, come ha scritto il professor Mauro Semeria, che in cima alla Pigna ha scelto di vivere ed al quartiere ha dedicato al tesi di laurea, “ sembra un sogno leggere ciò”. Nel “ palchetto a corredo dell’articolo si citano poi alcuni locali caratteristici del quartiere come la “ Taverna 29” o “ La Ciotola” alle Porte di Santi Stefano ed “ Il Mulattiere” in Via Palma.                         
SERGIO BAGNOLI