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Dibattito tra candidati sindaci di Imperia: rilancio turistico e porto al centro del confronto

20 maggio 2013 | 23:15
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Dibattito tra candidati sindaci di Imperia: rilancio turistico e porto al centro del confronto
Dibattito tra candidati sindaci di Imperia: rilancio turistico e porto al centro del confronto
Dibattito tra candidati sindaci di Imperia: rilancio turistico e porto al centro del confronto
Dibattito tra candidati sindaci di Imperia: rilancio turistico e porto al centro del confronto
Dibattito tra candidati sindaci di Imperia: rilancio turistico e porto al centro del confronto
Dibattito tra candidati sindaci di Imperia: rilancio turistico e porto al centro del confronto

Sono state soprattutto le vicende e le problematiche legate al porto turistico e le proposte per il rilancio turistico della città, ad animare il confronto-dibattito tra i candidati sindaci per il Comune di Imperia. Assente il candidato sindaco del M5S

Sono state soprattutto le vicende e le problematiche legate al porto turistico e le proposte per il rilancio turistico della città, ad animare il confronto-dibattito tra i candidati sindaci per il Comune di Imperia, riuniti questa sera nell’auditorium della Camera di Commercio. La serata è stata introdotta dal presidente della Camera di Commercio, Enrico Lupi. A moderare il dibattito il giornalista Mario Paternostro.

I candidati sindaci:

Erminio Annoni
, 62 anni, avvocato, sostenuto dalle liste “Berlusconi per Annoni”, “Lega Nord”, “Imperia Riparte”, “Scelta per Imperia”;
Carlo Capacci, 50 anni, dirigente d’azienda, sostenuto dalle liste “Imperia Cambia”, “Pd per Imperia” “Laboratorio per Imperia”, “Imperia di Tutti Imperia per Tutti”;
Gian Franco Grosso, 50 anni, funzionario dell’amministrazione provinciale, sostenuto dalla lista “Imperia Bene Comune”;
Alessandro Casano, 44 anni, chirurgo e dirigente medico, sostenuto dalla lista civica “La Svolta”.

Assente il candidato sindaco del Movimento Cinque Stelle, Antonio Russo: una scelta in linea con il generale rifiuto di partecipare a dibattiti televisivi, che è propria del movimento di Beppe Grillo.

Queste elezioni comunali sono un referendum su Scajola?

Erminio Annoni: “Non è un referendum su Scajola, perché Scajola non è candidato sindaco, anche se Claudio Scajola ha fatto moltissimo per Imperia, dieci anni di lavoro che hanno cambiato la facciata di Imperia, un grande flusso di denaro veicolato su opere pubbliche. Per citarne alcune: il porto, le ferrovie, Calata Cuneo, che ad esempio le sinistre non hanno mai voluto aprire al pubblico.
Carlo Capacci: “Ci proponiamo come gruppo propositivo per cambiare Imperia e portarla nel futuro, le opere citate sono incompiute, non è un referendum su Scajola, perché Scajola non è candidato”.
Gian Franco Grosso: “Queste sono elezioni dove si confrontano modelli diversi di città, che metteranno in luce, se i cittadini sceglieranno il modello di centro destra diverso da quello che pensiamo noi, un modello di città non partecipata, non solidale, oggetto di lobby ed interessi privati, credo sia un confronto tra diversi modelli di gestire la città”.
Alessandro Casano: “Lascerei da parte problema della statura politica di Scajola. Imperia è una città allo sbando, ha bisogno di cambiare il modo di fare politica, che è stata indirizzata solo su grandi opere e interessi particolari, in questo modo la città ha perso completamente di vista un programma di sviluppo. Mi preme inoltre di fare una precisazione: io non sono la lista civetta di Scajola né di nessuno, deve essere un messaggio chiaro, è seccante che circolino voci del genere messe in giro ad arte”

I candidati sindaci definiscono le proprie liste

Carlo Capacci: “Sono un insieme di 32 persone intelligenti che hanno messo da parte le ideologie e si sono concentrate sullo scrivere un programma amministrativo per governare la città di Imperia per i prossimi cinque anni e farla entrare nel futuro”
Erminio Annoni : “Sono sostenuto da liste di centro-destra che sono forze politiche coese da sempre, noi non avremo problemi una volta eletti, ho messo a punto programma in piena libertà morale, mi presento con 4 liste molto compatte sul modo di governare Imperia
Gian Franco Grosso: “La nostra è la lista più coesa che c’è visto che è unica, non abbiamo problemi di simboli, di inciuci, raggruppa forze di Sinistra Ecologia Libertà , Rifondazione Comunista, ovvero dell’opposizione ad Imperia”.
Alessandro Casano: “Siamo 32 persone, che vengono dalla società civile, che si propone veramente di cambiare il modo di far politica ad Imperia, portando persone libere, perché ad Imperia sono mancate persone libere di fare certe scelte. Occorrerebbe riflettere sul motivo per cui ci sono tante liste: se non ci fosse dietro un meccanismo di baratti e accordi prestabiliti, si farebbe una sola lista”.

Quale è l’identità di Imperia?

Erminio Annoni: “L’identità che le quattro liste che mi portano come candidato vogliono dare a questa città è quella turistica: l’opzione industriale non la abbiamo, rimane l’opzione turismo, e per raggiungerla dobbiamo portare a termine, e in fretta, le grandi opere che ho citato, e mettere in sinergia gli operatori economici locali, ristoratori e albergatori, gli operatori dei settori ittico, agricolo, oleario, abbiamo necessità che questi gruppi lavorino insieme e collaborino con noi per la creazione di un marchio Imperia, di un marchio di alimentazione mediterranea che diventerà il simbolo della nostra città. Ora Imperia non è conosciuta, diventerà conosciuta per l’alimentazione mediterranea che è un nostro prodotto, validissimo tanto dal punto di vista della nutrizione, quanto dal punto di vista sanitario”

Gian Franco Grosso: “Intanto Imperia è conosciuta, ma per tutti gli scandali giudiziari. Detto ciò penso, che Imperia non ha un’identità perché non ha avuto una strategia economica, sociale, urbanistica, o meglio ha avuto una strategia urbanistica, ma non è stata quella di organizzare gli spazi urbani in visione di uno sviluppo della città , ma di organizzarli in base alle necessità di gruppi di potere. Voglio una città che collabori ce dialoghi, che abbia le forze economiche e sociali tutte insieme ad un tavolo per discutere il giorno dopo della mia elezione a sindaco, di quello che può essere lo sviluppo vero, ordinato, equilibrato, urbanistico, sociale, economico, di questa città. È importante ovviamente che Imperia sviluppi l’aspetto turistico, ma per fare questo non si parte da progetti completamente avulsi l’uno dall’altro: non è solo il porto, seppure importante, che può dare una fisionomia ad Imperia, oltre al porto ci sono le frazioni, il tessuto cittadino, i centri storici, la riqualificazione degli spazi, dell’ambiente, spazi, del patrimonio edilizio, deve essere eliminata speculazione edilizia”.
Carlo Capacci: “La nostra coalizione intende puntare al 100% sul turismo: il turismo non è solo andare in spiaggia, è l’entroterra, le frazioni, l’agricoltura, i prodotti tipici. Ho proposto di creare un evento a settimana per portare a Imperia persone per 365 giorni all’anno, in modo da attivare il motore economico per consentire lo sviluppo. Noi dobbiamo fare conoscere Imperia a tutto il mondo: intendo creare un portale turistico ad hoc per veicolare l’immagine di Imperia ripulita, con la collaborazione di tutti i cittadini, e vendere questo prodotto, che io chiamo turismo, e diffonderlo in Italia e all’estero”.
Alessandro Casano: “Imperia ha perduto l’identità. La città si è basata per molti anni sul commercio dell’olio. E’ necessario valorizzare cultura agricola e agroalimentare che è prevalente sulla cultura legata al mare”

Porto turistico. Azioni da intraprendere.

Erminio Annoni: “Mi accorgo che sul porto si sa pochissimo: sono 1400 posti barca, 400 posti di nautica sociale, e 1000 posti dedicati alla nautica da diporto, un’opzione turistica fondamentale, il più grande porto turistico del Mediterraneo. Ci sono le condizioni per farlo ripartire, non possiamo modificarlo, perché significherebbe bloccarlo per latri 10 anni”.
Carlo Capacci: “Ci auguriamo che il porto diventi per il 66% del Comune. Per terminare opera occorrono 60 milioni, che la Porto di Imperia Spa non ha a disposizione. In merito alle modifiche da fare al progetto: la volumetria residenziale non credo sia appetibile, in Italia non c’è la cultura di comprare un bene per 50 anni, credo che ci sia da fare una lieve modifica e potenziare la cantieristica, perché non voglio più vedere furgoni francesi nel porto di Imperia”.
Gian Franco Grosso: “Non volevamo il porto che ha voluto il centro-destra, con un costruttore del porto portato ad Imperia per interessi particolari, volevamo che fosse il porto del reddito, non il porto della rendita. Dovrà avere più cantieristica rispetto al residenziale, solo il reddito produce sviluppo, la rendita ha portato solo disastri”.
Alessandro Casano: “Il porto di Imperia rappresenta il classico passo più lungo della gamba, nato sull’onda dell’euforia, partito in un momento sbagliato, pubblicizzato come un porto esclusivo, con posti venduti a prezzi esorbitanti, sfido chiunque sia lo sfortunato possessore di un posto barca a venderlo”.

Erminio Annoni: “Perché riparta occorre che il porto faccia operazione di costruzione del porto stesso, è una via praticabile, ne ho già discusso, può essere finito in termini ragionevoli, quando verrà rilasciata la concessione in proroga l’opera sarà autofinanziata. E’ stato scoperto solo con l’inchiesta giudiziaria che questo porto è stato costruito senza necessità di capitali, chi lo ha costruito è riuscito a farlo con l’autofinanziamento, con i soldi di coloro che hanno prenotato e pagato anticipi sui posti barca, se qualcuno ci è riuscito perché non dovrebbe riuscirci, onestamente, la Porto di Imperia Spa?”

Carlo Capacci: “Ribadisco che la permuta con gara è più facile perché non è necessario fare la prevendita dei posti”.

Gian Franco Grosso: “Bisogna chiarire che si è completamente distrutto il tessuto sociale ed economico della città, quello che abbiamo capito oggi è fondamentale, se Caltagirone viene messo in libertà verrebbe ripreso: vedo l’incapacità di trovare una minima autocritica al loro disastro. Questo li porterà al disastro politico. Tutto questo avvenuto con il beneplacito il silenzio degli imprenditori locali e dell’amministrazione comunale, hanno lasciato ipotecare il porto e la città. Questo per favorire Caltagirone”.

Caltagirone ha costruito il porto grazie alle Banche che hanno erogato 120 milioni

Erminio Annoni: “L’ipoteca non è stata iscritta sui posti a mare, sui posti barca non c’è ipoteca, come non c’è sui moli, sul distributore, l’ipoteca è stata iscritta su superfici demaniali nude, e su ipotetiche costruende opere, perché non si può iscrivere ipoteca su superfici demaniali, allora è stata fatta questa strana operazione: è in corso di soluzione anche questo problema”.

Alessandro Casano: “Non si può far credere che sia così facile: non abbiamo ancora capito chi mette i soldi, perché il valore del porto è difficilmente valutabile, soprattutto quello degli alloggi e dei posti barca, che non si sa quanto valgano, perché in questo momento sono fuori dalle logiche di mercato, erano fuori mercato prima quando sono stati venduti a prezzi esorbitanti e il Comune non ha fatto niente per controllare cosa stava succedendo. Si sono consumate truffe ai danni di persone che poi hanno portato in giro per l’Italia e all’estero un’immagine dannosa per Imperia”

Il futuro del settore agricolo

Alessandro Casano: “L’unico vero valore e patrimonio di Imperia è il territorio, va valorizzato in tutte le maniere, in modo da creare realtà turistiche agganciate e integrate con realtà produttive, secondo progetti territoriali integrati già visti in altre regioni italiane e all’estero”.
Carlo Capacci: “L’agricoltura è all’interno programma turismo, perché vogliamo che i turisti vadano anche a vedere l’agricoltura, che deve essere valorizzata. Bisogna creare i mercatini a chilometro zero, e organizzare stage per i nostri ragazzi, per far capire le differenze tra il prodotto agricolo nostrano e le fragole che si trovano 365 giorni all’anno, magari andando ad usare gli utensili in campagna”.
Erminio Annoni: “ Voglio che Imperia diventi famosa per un bel marchio di alimentazione mediterranea, per l’olio extra-vergine, per la vendita diretta del pesce, per vendita diretta dei prodotti agricoli dall’agricoltore al turista”.

Gian Franco Grosso: “Noi avevamo promosso il polo fieristico per la dieta mediterranea, per il distretto agroalimentare, volevamo legare questo progetto alla Carli, alla Agnesi, il centro-destra ha invece preferito l’ennesima speculazione edilizia sul porto. Inoltre, l’agricoltura è importante non soltanto per l’aspetto economico ma anche per l’aspetto ambientale e territoriale, per l’assetto idrogeologico: l’abbandono delle campagne è uno dei principali fattori che creano problemi in caso di eventi meteo avversi".