Al Teatro dell’Albero Roberto Cuppone porta in scena Antonio Pigafetta, il luogotenente di Magellano
Roberto Cuppone ha scritto di getto il suo Pigafetta, che ha affidato nel 2004 a Ugo Pagliai e che ora interpreta da sé con slancio ed energia lasciando erompere la profonda disillusione del protagonista
La curiosità per il destino di Pigafetta, scomparso misteriosamente senza più dare notizie di sé, ha intrigato l’autore, che immagina di ritrovarlo in un’isola di Capo Verde (ultima tappa sulla strada del ritorno dalla spedizione spaventosa), colmo di nostalgia per l’innocenza perduta in un viaggio terribile e quasi indicibile. Accompagnato dalla fida borraccia, Pigafetta ripercorre momenti tragici, truci e curiosi dell’esperienza, solo, davanti al mare che nel suo moto eterno porta con sé detriti e oggetti, raccolti da sponde lontane e da naufragi senza nome.
C’è molto di ciascuno di noi in quel testo e in quell’interpretazione, ciò che avremmo potuto essere e ciò che siamo diventati, c’è la solitudine, i ricordi angosciosi, il sentimento di aver compiuto un’impresa che nessuno ora vuole ascoltare. C’è tutta la tristezza, malinconia e desiderio della voce di Cesaria, anche se nello spettacolo non ne riecheggia neppure una nota.