A cosa è dovuta la crisi del poker in Italia

9 maggio 2013 | 14:13
Share0
A cosa è dovuta la crisi del poker in Italia

Soffrono i casinò online ed offline, soffre il gioco in generale tra cui il poker che sembrava essere l’unico a non essere scalfito in alcuna maniera da questa sofferenza che il nostro Paese, come gli altri della UE, sta vivendo ormai da qualche anno

I dati ufficiali parlano chiaro, mesi neri per le poker rooms italiane, un crollo, il primo vero crollo, da quando il poker è diventato legale nel nostro Paese.

In negativo i cash games (-32,2%), così come i tornei di poker (-24,8%), dati per il mese di marzo 2013 comparati allo stesso mese 2012, un calo di interesse generale in particolare per il poker made in Italy e alcune novità che arrivano dalla Gran Bretagna dove il gioco d’azzardo si innova instancabilmente e da dove arrivano le ultime news in fatto di giochi a distanza.

A cosa attribuire questo calo rispetto l’anno precedente?
E’ davvero solo colpa della crisi generale che ha colpito indiscriminatamente tutti i settori?
Davvero le slot machine da quando sono diventate legali hanno portato via giocatori? Strano visto che la tipologia di giocatori sembra interessare fasce molto differenti tra loro.
O è forse la regolamentazione italiana che non vuole aprirsi a un mercato europeo che rende le nostre poker rooms poco attraenti rispetto quelle targate .com?

Di fatto dalla Gran Bretagna proprio in questi giorni arriva il Social Poker, basti pensare ai passi in avanti fatti da Zynga, colosso dei giochi social, che si è aperto al gioco con denaro reale trasformando un gioco da semplicemente online a social. Un esperimento di cui non si hanno ancora dati certi ma che a pelle sembra essere la strada giusta da seguire per il settore.

Soffrono i casinò online ed offline, soffre il gioco in generale tra cui il poker che sembrava essere l’unico a non essere scalfito in alcuna maniera da questa sofferenza che il nostro Paese, come gli altri della UE, sta vivendo ormai da qualche anno.
Che si tratti forse di un cambio naturale e veloce dettato dalle regole per cu viviamo in una realtà globalizzata e accelerata dallo stesso internet per cui le strategie come gli interessi non hanno più lunga vita?

Di fatto il settore sta vivendo momenti drammatici a fronte degli ingenti investimenti fatti per entrare nel mercato italiano che qualche anno fa era secondo solo a quello inglese.

Più di tre milioni di euro di raccolta in meno per il primo trimestre 2013 rispetto il 2012.
Unica soluzione possibile per riprendersi da questa crisi inarrestabile continua a sembrare essere una liquidità internazionale che aprirebbe il mercato italiano a quello europeo e che avrebbe un immeiato impatto sul numero di giocatori, che aumenterebbe, e sulla qualità di gioco, che migliorerebbe in maniera notevole.  O forse la risposta è il social, ma per questo bisogna aspettare ancora qualche mese.

Per maggiori informazioni e news sul poker italiano clicca qui.