Antonello Ranise (Pdl): proposte per le politiche sociali ad Imperia

28 aprile 2013 | 15:44
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Antonello Ranise (Pdl): proposte per le politiche sociali ad Imperia

“una politica sociale per essere incisiva deve essere sinergica con tutta l’amministrazione, in particolare con l’urbanistica, con interventi di edilizia sociale di pregio, che permette di risolvere l’emergenza abitativa e creare occupazione”

Il sociale, o “welfare”, come va di moda chiamarlo oggi, non può non essere un punto programmatico cruciale per chi abbia davvero a cuore la propria città e il proprio territorio. Il fenomeno che si sta verificando, anche a livello comunale, è quello di una profonda modificazione socio-economica: vi sono evidentemente meno risorse disponibili da una parte, dall’altra emergono nuovi bisogni.
E’ chiaro che una politica sociale intesa come semplice assistenza non può avere un futuro. Né è sufficiente impegnarsi a mantenere e se possibile incrementare un’importante quota del bilancio al settore V.

Credo sia opportuno a questo proposito avanzare alcune proposte. Anzitutto l’attivazione di forme di controllo più stringenti ed efficaci sulla reale situazione di bisogno è premessa di ogni altra misura (in un periodo di crisi i “furbi” diventano ancora più insopportabili, perché sottraggono risorse già ridotte a chi ne ha realmente bisogno). Lo stesso ISEE (indicatore della situazione economica equivalente), può essere migliorato, (ovviamente a livello governativo) soprattutto per quanto riguarda l’aspetto patrimoniale e le scale di equivalenza. Fatta questa premessa, una politica sociale per essere incisiva deve essere sinergica con tutta l’amministrazione, in particolare con l’urbanistica, con interventi di edilizia sociale di pregio (social-housing), che permette di risolvere l’emergenza abitativa e creare occupazione.
Altro punto importante è il potenziamenento dell’azione di inserimento nel mondo del lavoro, sia delle fasce più deboli (vedi il progetto “Prometeo”che l’ammistrazione comunale ha lodevolmente attivato in questi anni), sia con le “borse lavoro”, favorendo un’inserimento attivo, e non semplicemente contributivo. E’ poi essenziale creare una sinergia ancora più stringente tra “sociale” e “sanità”, per razionalizzare e ottimizzare i costi. Non sono parole vuote: il ruolo del distretto socio-sanitario è fondamentale per radiografare la situazione e intervenire dove e come è opportuno.
Non dimentichiamo la prevalenza della popolazione anziana, con ovvie sovrapposizioni tra “malattia” e problematiche peculiari dell’anziano, non solo economiche, quali la ridotta autonomia e la non autosufficienza. Diventa poi fondamentale il ruolo del “terzo settore”, cioè il tutto il mondo che comprende le organizzazioni di volontariato, le associazioni familiari, le cooperative, le fondazioni ecc, che possono promuovere un sistema di sussidiarietà. Per fare questo, il non-profit deve essere sempre più partecipe e non solo destinatario delle scelte dell’amministrazione pubblica. E’ quindi auspicabile dotarsi di regole più efficienti, trasparenti e agili per permettere al terzo settore di erogare servizi di qualità che il comune in talune situazioni non può oggettivamente fare.
Questo è ancora più vero ad Imperia, dove esiste un volontariato molto vivace e organizzato, e dove è presente da anni, meritoriamente, una Consulta del Volontariato.
Altro punto rilevante è a mio avviso una politica di supporto per la famiglia, con l’intraduzione del Quoziente familiare. E’ del tutto evidente che i comuni non possono fare molto se non supportati dalle regioni e dal governo centrale. In questo senso, diventa essenziale una politica di supporto delle imprese e di lotta all’evasione, che può favorire un recupero di fondi da destinare ad esempio alla non autosufficienza.

Antonello Ranise