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Un nostro lettore sulle polemiche in consiglio comunale legate alla discarica di Collette Ozotto

29 marzo 2013 | 13:51
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Un nostro lettore sulle polemiche in consiglio comunale legate alla discarica di Collette Ozotto

“Sarebbe opportuno cercare di capire se l’intervento sonoramente contestato dal pubblico è avvenuto nel momentodi maggiore contestazione, oppure, se il tono e i modi con il quale lo stesso intervento ha avuto inizio ha contribuito ad accendre gli animi”

Nella solennità del consesso, tra isterismi da prima donna e comportamenti pilateschi, si è rinnovato il “miracolo di Maometto”. Dopo i floricoltori e i lavoratori della Aimeri, anche la cittadinanza ha deciso di andare a cercare risposte da chi, nascondendosi dietro comportamenti ondivaghi, di risposte definitive in merito alla discarica non ne aveva date. Con qualche defilato e un astenuto, il Consiglio comunale ha così detto no all’ampliamento della discarica di Collette Ozotto. Così come accaduto a Milano dove come tutti sappiamo, un nutrito gruppo di illustrissime personalità della politica ( tra cui il mitico Scilipoti), che per difendere “dall’accanimento giudiziario” il suo plurindagato leader ha occupato il Palazzo di Giustizia usando democraticamente il consueto ipocrita perbenismo, anche a Sanremo i cittadini per difendere la loro salute e l’ambiente, hanno democraticamente seppur rumorosamente occupato il loro palazzo comunale. Un navigato e attento politico dovrebbe capire che quando la misura è colma il cittadino incomincia a rumoreggiare. Non è superfluo ricordare che sempre più evidenti i segnali di una profonda sfiducia dei cittadini verso la politica.

L’incomunicabilità e la distanza tra la stessa e i cittadini ha raggiunto ormai anni luce e neanche Giobbe, con la sua proverbiale pazienza, riuscirebbe a tacere e forse in futuro a non reagire. Invece di lasciarsi andare in discutibili isterismi, sarebbe opportuno fare una sincera riflessione e cercare di capire se l’intervento sonoramente contestato dal pubblico è avvenuto nel momento
di maggiore contestazione, oppure, se il tono e i modi con il quale lo stesso intervento ha avuto inizio ha contribuito ad accendere gli animi. Concludo  stendendo un velo pietoso sulla polemica tra il consigliere comunale e il presidente del Consiglio . Il primo accusa il secondo di incapacità nel gestire l’assemblea e di averlo lasciato da solo in pasto alle belve (i cittadini), il secondo, con
discutibile tempismo se ne lava le mani , scaricando la presunta responsabilità sul suo vice che in quel frangente lo sostituiva alla presidenza.Il gioco del rimpiattino è sempre attuale in politica.

Buona Pasqua

Il Cittadino
Luigi Mammone