“Decrescita, nuovo stile di vita per uscire da crisi”, 100 persone a incontro con Maurizio Pallante





Protagonista della serata nel teatro San Pio X presidente nazionale del Movimento per la Decrescita Felice
Riuscito e partecipato incontro sulla “Decrescita Felice” – circa 100 persone presenti – giovedi sera 7 marzo nel teatro San Pio X di piazza San Siro, con il fondatore e presidente nazionale del Movimento per la Descrescita Felice Maurizio Pallante.
La serata – organizzato dal Gruppo di Acquisto Solidale “GasGas” di Sanremo – è stata molto apprezzata soprattutto per la competenza di Maurizio Pallante che ha ricordato come “la crisi economica che stiamo attraversando è solo uno degli aspetti di una crisi molto più ampia” che vede una sostanziale perdita di valori in genere ed anche di coscienza rispetto a ciò che si percepisce come “bisogno”. Esiste una sostanziale differenza fra ciò che viene comunemente chiamato “merce” e ciò che invece viene chiamato “bene”.
Una merce è “un oggetto o un servizio che può essere acquistato o scambiato con denaro. Un bene è ciò di cui un cittadino ha realmente bisogno, ma che non necessariamente deve essere acquistato o scambiato con denaro”.
Noi, ormai da alcune generazioni, siamo abituati a comprare tutto ciò di cui abbiamo bisogno, tendiamo ad “identificare il concetto di bene con il concetto di merce, perché tutto quello che ci serve lo acquistiamo ma esistono delle merci che non sono beni e beni che non sono merci”.
Ecco quindi che, ad esempio, l’energia rappresenta sicuramente un bene per l’individuo ma gran parte di quella utilizzata in realtà è solo merce, perché sprecata.
“Per riscaldare i nostri edifici – ricordava Pallante, esperto di energia e già collaboratore del Ministero dell’Ambiente – in Italia consumiamo mediamente 20 litri di gasolio al metro quadrato all’anno; in alcuni comuni italiani ed esteri non è consentita la costruzione di edifici che consumino più di 7 litri al metro quadrato all’anno. I 13 litri in più, che in media si consumano in una casa mal costruita, sono una merce che si paga e che viene sprecata, ma non sono un bene perché non serve a riscaldare ma comunque fanno crescere il PIL.”
“Esistono anche dei beni – ha ricordato Pallante – che non sono merci; se raccolgo dei pomodori ottenuti dal mio orto e quindi non vado a comprarli al supermercato, faccio diminuire la domanda della merce frutta e verdura, e faccio decrescere il PIL. Un bene che una persona si autoproduce o scambia per amore e non per denaro (può essere anche un bene immateriale, un servizio, un figlio che guarda i genitori anziani anziché darli alla badante o un genitore che guarda il bambino piccolo anziché darlo alla babysitter), fa decrescere il PIL” Il PIL, quindi è solo un indicatore quantitativo ma non qualitativo dello stato di benessere delle persone. Ecco il senso della Decrescita Felice.
Molto soddisfatti gli organizzatori che, come tutti coloro che fanno parte di un GAS (se ne contano 6 in provincia di Imperia) sono persone sensibili ai temi del risparmio energetico e dell’autoproduzione. Fondamentale, ed è questa l’importanza del lavoro di Pallante e del Movimento per la Decrescita Felice, è che la gente conosca e quindi prenda coscienza della maniera in cui fino ad oggi ha operato le proprie scelte sulla base di una percezione di bisogni e provi a modificare, non necessariamente a stravolgere, il metodo con cui soddisfa questi bisogni che, non necessariamente, passa attraverso la mercificazione ovvero il denaro.