Attacco frontale del Partito Democratico:“Il Casinò rischia l’insolvenza nei confronti del Comune”
“Il Comune, con il 12% degli introiti, incasserà una somma non sufficiente a coprire le spese. La manovra presentata dalla Casino Spa non basta a mettere in sicurezza i conti dell’azienda e mette in crisi i conti del Comune”, ha dichiarato Andrea Gorlero
“Non solo” – incalza Andrea Gorlero – “ma rispetto a quanto è stato prospettato nel piano di impresa le manovre che in questo momento la Casinò Spa sta illustrando determinano minori recuperi per un milione di euro. Secondo il piano di impresa ci sarebbe stata una riduzione del costo del lavoro di 5 milioni e 324 mila euro, così suddivisi: 3 milioni di tagli agli stipendi, risparmi nel trasferimento della sede, maggiore produttività, risparmi per incentivo all’esodo. In realtà c’è un milione in meno di manovra, a cui vanno aggiunti 3 milioni in meno di introiti. Siamo già ad un’ipotesi di 4 milioni in meno”.
Andrea Gorlero è passato quindi ad analizzare le conseguenze per l’Amministrazione di Sanremo: “Il Comune, con il 12% degli introiti, incasserà una somma non sufficiente a coprire le spese amministrative. Questo significa che la manovra presentata dalla Casino Spa non basta a mettere in sicurezza i conti dell’azienda e mette in crisi i conti del Comune”
In base alle analisi effettuate dal Pd il bilancio di fine 2013 sarà 44 milioni e 136 mila euro, ma occorre considerare anche 9 milioni di euro di debiti pregressi, divisi in 4 milioni nel 2013 e 5 milioni nel 2014.
Il capogruppo del Partito Democratico, sottolinea inoltre: “Nel piano di impresa alla fine del 2014 è previsto uno squilibrio di cassa di 6.324.000. Quindi viene riconosciuta una situazione di insolvenza Noi la chiamiamo la sfrontata previsione di disponibilità liquida. Questo è il piano di impresa approvato in Consiglio Comunale con il sorriso sulle labbra”
Il Partito Democratico ha presentato quindi cinque diffide nei confronti del comune di Sanremo:
1) Pianta organica
2) Modifica della convenzione inerente i proventi, da una cifra percentuale ad una cifra fissa
3) Blocco del conferimento dei beni immobili
4) Riduzione i costi delle risorse umane mediante ammortizzatori sociali, ad esempio contratto di solidarietà
5) Richiesta al Comune di negare l’autorizzazione all’uso dei fondi all’incentivo all’esodo e di fornire indirizzi diversi
"L’incentivo all’esodo vale 800.000 euro" – specifica Gorlero – "laddove, applicando il contratto di solidarietà si risparmierebbero 8,5 milioni di euro"