Il Teatro della Tosse al Palazzo del Parco dal 23 febbraio al 6 marzo

14 febbraio 2013 | 15:41
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Il Teatro della Tosse al Palazzo del Parco dal 23 febbraio al 6 marzo

Si tratta del sesto cartellone che il Teatro della Tosse presenta nel 2012/2013:un record,in un periodo storico dove ogni settore e in particolare quello della cultura, tendono a ridurre gli impegni e gli sforzi. La Tosse invece, va in direzione contraria

Il Teatro della Tosse inizia il 2013 con una nuova stagione: La Tosse a Palazzo – Palazzo del Parco di Bordighera (IM) dal 23 febbraio al 16 marzo.

Si tratta del sesto cartellone che la struttura di Stradone Sant’Agostino presenta nel 2012/2013 dopo: In trionfo, Cantiere Campana, La Tosse in Famiglia, Teatro per le scuole e La Claque in Agorà. Un vero record, in un periodo storico dove ogni settore e in particolare quello della cultura, tendono a ridurre gli impegni e gli sforzi. L’idea della Tosse invece, va in direzione contraria.
Un percorso artistico e culturale, che sotto la direzione di Emanuele Conte ha portato in questi anni alla realizzazione di progetti importanti, rivolti alle nuove realtà della drammaturgia nazionale e finalizzati alla creazione di nuovi spazi per il teatro.
La Tosse è convinta, che moltiplicare gli sforzi per rendere ancora più vitale la proposta culturale offerta sia la ricetta giusta per uscire dalla preoccupante e pericolosa immobilità che ci circonda, si aggiunge così un tassello a una stagione che ha pochi eguali a livello nazionale.
La Tosse a Palazzo rafforza anche l’attitudine del teatro a uscire dai confini genovesi, per muoversi nel territorio regionale come avviene da molti anni grazie ai tradizionali spettacoli estivi o con le iniziative rivolte alle compagnie emergenti del territorio ligure.
Il Teatro della Tosse, in collaborazione con il Comune di Bordighera è quindi lieto di presentare una rassegna di quattro spettacoli, tre produzioni del Teatro della Tosse e La Strega del Teatro Cargo, che avranno luogo a Palazzo del Parco a partire dal 23 febbraio 2013.

Tutti gli spettacoli alle ore 21.00.

Primo spettacolo LA STREGA (sabato 23 febbraio) dal romanzo “La Chimera” di Sebastiano Vassalli con la regia di Laura Sicignano (produzione Teatro Cargo);
venerdì 1 marzo BANQUO di Tim Crouch dal Macbeth di Shakespeare con Enrico Campanati diretto per la prima volta da Fabrizio Arcuri (produzione Teatro della Tosse);
sabato 9 marzo BOX 3D con Alessandro Bergallo spettacolo inchiesta divertente e surreale sulle dipendenze dell’uomo
moderno con la regia di Emanuele Conte (produzione Teatro della Tosse) che dirige anche 2984 da 1984 di George Orwell (produzione Teatro della Tosse) in scena venerdì 15 e sabato 16 marzo.

Biglietti

Intero € 15
Ridotto € 13

Carnet da 4 ingressi utilizzabile anche in 2 € 40

E’ possibile acquistare i biglietti
– Online
– al Teatro della Tosse in orario apertura botteghino
– Ufficio Informazioni Turistiche (I.A.T.)del Comune di Bordighera (in prossimità dei giardini di
Palazzo del Parco) via Vittorio Emanuele 172 (martedì e giovedì dalle ore 15 alle ore 18)

CARTELLONE

Sabato 23 febbraio, ore 21.00

LA STREGA

dal romanzo di LA CHIMERA di Sebastiano Vassalli
PREMIO STREGA 1990
Edizioni Giulio Einaudi
adattamento e regia Laura SICIGNANO
con Fiammetta BELLONE
musiche di Paolo VIVALDI
costume di Francesca MARSELLA
(Produzione Teatro Cargo)

Siamo forse in una stalla. Ovunque rosse mele profumate. Una misteriosa narratrice, (una strega?) a lume di candela ci racconta la storia struggente e verissima di Antonia. In una notte di gennaio del 1590, una bambina viene abbandonata davanti all’ingresso dell’Orfanatrofio di Novara. Antonia Spagnolini, così battezzata per via degli occhi e dei capelli nerissimi, cresce in Istituto. Siamo nell’epoca della Controriforma e a Novara è arrivato il vescovo Bascapé, cattolico integralista, scomoda figura sempre in lotta con il peccato, che viene relegato in provincia perché d’ostacolo alla rilassatezza dei costumi romani.
Crescendo, Antonia si fa sempre più bella; viene adottata da una coppia di contadini di Zardino e si trasferisce nel villaggio della Bassa. Un paesaggio popolato da figure dimenticate: camminanti, risaroli, banditi che creano leggende, soldati mercenari, dementi, boia, pittori di edicole, falsi preti e predicatori fanatici, spacciatori di reliquie finte, comari pettegole e litigiose..
La ragazzina si innamora di Gasparo, un camminante (una specie di vagabondo del tempo, un anarchico della campagna) e iniziano a circolare voci orribili sul suo conto: la si accusa di essere una strega, le si fa il vuoto attorno, si diffondono leggende di malefici e crudeltà; quando Antonia, per amore, inizia a scomparire nel bosco tutte le notti, la gente si convince che partecipi al Sabba. Da qui il processo. Antonia si trova davanti all’Inquisitore. Nel settembre del 1610, tra festeggiamenti ed esplosioni gratuite di odio, Antonia, dopo aver subito violenze e torture, viene condannata al rogo. Attraverso la storia di una strega – un po’ vera e un po’ inventata come erano le storie delle streghe – lo spettacolo è una rievocazione delle fanatiche persecuzioni che hanno travagliato la nostra storia, ma anche la vicenda umana di una donna che, a causa delle sue particolari virtù, viene esclusa e condannata dalla collettività, come capro espiatorio e come emblema di un sistema sociale che non accetta la “diversità” femminile.

Venerdì 1 marzo, ore 21

BANQUO

produzione Teatro della Tosse
di Tim Crouch
traduzione Pieraldo Girotto
dal Macbeth di William Shakespeare
regia Fabrizio Arcuri
con Enrico Campanati
luci e fonica: Matteo Selis
produzione Teatro della Tosse

Fabrizio Arcuri dirige per la prima volta Enrico Campanati in Banquo di Tim Crouch. Banquo è una tragicommedia del drammaturgo britannico Tim Crouch, che racconta la tragedia shakespiriana Macbeth, da un punto di vista diverso da quello canonico. Protagonista della vicenda è Banquo, generale dell’esercito scozzese di Re Duncan, che viene ucciso da tre sicari ingaggiati da Macbeth per eliminare un pericoloso avversario nella salita al trono. Il racconto di Crouch prende il via da questo momento, Banquo muore e torna come fantasma diventando il protagonista/testimone dell’intera vicenda. Banquo interpretato da Enrico Campanati entra in scena vestito di bianco e inizia a raccontare dall’aldilà la sua versione dei fatti. Testimone impassibile degli intrighi e delle follie di palazzo non può far niente per impedire che il destino dei diversi personaggi si compia. Racconta gli omicidi, la violenza, la follia e le guerre che si susseguono aumentando l’efferatezza e l’orrore degli eventi, analizzando i comportamenti dei diversi personaggi senza mai giudicarli se non in maniera tollerante. Il fantasma del generale scozzese si domanda cosa sarebbe successo se fosse ancora vivo e se al posto di Macbeth ci fosse stato lui. Si chiede se avrebbe compiuto le stesse azioni e lo domanda al pubblico. Analizza il fascino e l’ossessione del potere, cercando di capire se a dominare i sentimenti umani è il desiderio di raggiungerlo o la paura di perderlo. Banquo gioca con il pubblico in un rimando di azioni sempre più drammatiche e violente tra teste mozzate e calderoni di sangue di cui la tragedia di Shakespeare è piena. Il sangue macchia il suo vestito bianco portando anche nell’aldilà la sofferenza dei vivi.
Sul palco insieme al fantasma di Banquo c’è anche suo figlio Fleance, scampato all’agguato organizzato da Macbeth e costato la vita al padre. Fleance, interpretato da un tecnico dello spettacolo Matteo Selis, si limita a osservare con circospezione gli eventi da un angolo del palco e con una chitarra a tracollo, sottolinea i passaggi della vicenda con distorsioni elettriche e suoni amplificati. Un’ossessione, quella del raggiungimento del potere, che diventa come tutte le fissazioni quasi comica, perché innesta meccanismi e logiche stupide per le persone razionali. Grazie a Tim Crouch finalmente è il valoroso generale Banquo a prendere la parola per raccontarci uno dei più noti drammi shakespeariani.
Enrico Campanati, per la prima volta diretto da Fabrizio Arcuri, veste i panni di Banquo in un appassionante one-man show che muove il pubblico tra risate e lacrime. Il linguaggio arguto e brillante di Tim Crouch, uno dei più importanti drammaturghi contemporanei della nuova generazione londinese, al servizio del bardo. Il testo di Crouch, mai rappresentato in Italia prima d’ora, fa parte infatti della quadrilogia I, Shakespeare che dà voce ai personaggi secondari (o minori) dei suoi drammi più noti e a cui recentemente è stato aggiunto un quinto episodio. Oltre a Banquo Crouch ha infatti dato voce a Calibano, Fior di Pisello, Cinno e Malvolio

Sabato 9 marzo, ore 21

BOX 3D

Uno spettacolo inchiesta sulle dipendenze dell’uomo moderno
di Alessandro Bergallo e Emanuele Conte
regia di Emanuele Conte
con Alessandro Bergallo
elaborazione e montaggio video Andrea Corbetta e Luca Riccio
luci e colonna sonora a cura di Tiziano Scali
aiuto regista Yuri D’Agostino
con amichevole contributo dello psicoterapeuta Lorenzo Maura
si ringrazia Alberto Tartaglione per il sostegno e per aver suonato la canzone del tenero Giacomo
produzione Teatro della Tosse

Terzo capitolo di BOX, in cui Alessandro Bergallo dopo aver analizzato le paure ancestrali e personali nascoste dentro di sé (BOX – 2009), essersi spinto a esaminare il rapporto freudiano con la madre e la tecnologia (BOX² – 2010), scandaglia il rapporto di dipendenza/indipendenza che lega l’uomo moderno a oggetti, situazioni e tecnologia. Emanuele Conte e Alessandro Bergallo
non si sono limitati a scrivere uno spettacolo giocato sul filo dell’ironia, ma si sono spinti un passo oltre cercando di capire da dove nascono le nostre dipendenze. Nella preparazione di BOX 3D gli autori hanno usato un approccio statistico, catalogando e selezionando le diverse forme di dipendenze, oltre a consultare testi e manuali, che indicavano soluzioni sicure per vincere le ansie e i vizi più diffusi. Da questo studio sono nati i testi surreali e divertenti, che compongono l’ossatura di questo spettacolo, in cui convivono monologhi beffardi e confronti con il pubblico

Venerdì 15 e sabato 16 marzo, ore 21.00

2984

di Enrico Remmert e Luca Ragagnin tratto da 1984 di George Orwell
regia Emanuele Conte
con Enrico Campanati, Marina Remi, Pietro Fabbri, Luca Ferri, Gianni Masella, Sara Nomellini, Aldo Ottobrino
si ringrazia per la video-partecipazione enrico ghezzi
assistente alla regia Gianni Masella
impianto scenico Davide Sorlini e Emanuele Conte
luci Cristian Zucaro
musiche Einsturzende Neubauten a cura di Tiziano Scali
video art Gregorio Giannotta
regia video Luca Riccio
attrezzeria Renza Tarantino
collaborano al progetto Amedeo Romeo e Bruno Cereseto
interventi video e voce Pietro Fabbri, Alice Scano, Antonio Zavatteri
prod. Teatro della Tosse
Lo spettacolo di Enrico Remmert e Luca Ragagnin con la regia di Emanuele Conte è tratto da
1984 il capolavoro di George Orwell.

Protagonista di questa storia è Winston Smith, interpretato da Aldo Ottobrino, che vive in un mondo dominato dai ministeri dell’Amore, dell’Abbondanza, della Verità e della Pace. Per le strade di questa città da incubo risuonano gli slogan La Guerra è Pace, La libertà è schiavitù, L’ignoranza è forza. In questa messa in scena tutto ricorda sinistramente il nostro tempo e il continuo ricorso alla Paura e alla Propaganda per limitare sempre più la libertà di scelta è estremamente reale e attuale. Aldo Ottobrino e Marina Remi interpretano con intensità la “ribelle” storia d’amore tra Winston e Julia mentre Enrico Campanati presta il volto all’ambiguo O’Brian.
Il ruolo di Goldstein, capo del movimento contro il Grande Fratello è affidato a Enrico Ghezzi, che compare negli schermi che affollano la scena. Ghezzi uno dei più famosi critici cinematografici italiani è il padre di Blob, che da anni gioca con il linguaggio televisivo manipolando e trasformando le immagini della quotidianità in materiale originale, ironico e provocatorio. Un
Goldstein contemporaneo, che trasforma la verità del tubo catodico in falsità e viceversa utilizzando il linguaggio e la tecnica dello strumento televisivo.
Non mancano i temi cardine di 1984: il totalitarismo, il condizionamento dell’opinione pubblica, la manipolazione del pensiero di massa e il controllo totale sull’individuo. Una riflessione profonda sul mondo che stiamo costruendo partendo da una lucida analisi del presente.
Il testo di Remmert e Ragagnin è fedele al libro di Orwell e la regia di Emanuele Conte restituisce la stessa coinvolgente potenza delle pagine del libro, mantenendo il clima claustrofobico e di smarrimento provati dai lettori di tutto il mondo

www.teatrodellatosse.it