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Il nostro lettore Pierluigi Casalino: “Il Festival di Sanremo sa reinventarsi sempre”

3 febbraio 2013 | 18:02
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Il nostro lettore Pierluigi Casalino: “Il Festival di Sanremo sa reinventarsi sempre”

“Un Festival di tutti i giorni, ma creativo, che non sia solo oggetto di
occasionale ed effimera discussione, un Festival che si reinventi come una festa del tempo antico, quando la festa era anche momento di cultura”

Canto, dunque sono. Questo è Sanremo da sempre, questo è il suo Festival anche in tempi di magra. In realtà molti se ne sono curati, quasi sempre per negare a questo fenomeno dignità, per relegarlo al campo della banalità. Per quanto possano istigare alla speculazione, quella di Sanremo è una realtà complessa, che in sé riunisce aspetti sia fisiologici che culturali. Il riconoscimento e l’apprezzamento delle canzoni non è solo un fatto percettivo, bensì un’esperienza estetica più ampia. Non è dato di sapere quanto, ma quest’anno, forse più di ieri Sanremo sembra proporre una diversa filosofia della canzone italiana, innovativa e più convincente, ricercando le voci del domani e la dimensione nuova della canzone italiana.
Tutto il resto non conta. Riguardo a Sanremo, vale l’inutilità di volerlo spiegare in dissertazioni più o meno profane, parlarne e scriverne nei media. Persino si pensa di poter infilare Sanremo in un qualche romanzo da premio nazionale nell’intento di renderlo più spettacolo di quello che è.
Prepariamoci, invece, a vederne tante di edizioni del Festival come quella che sta per iniziare. Un Festival, dunque, che non si soffermi a considerare l’eccezionalità, bensì la quotidianità: in altri termini un Festival di tutti i giorni, ma creativo, che non sia solo oggetto di
occasionale ed effimera discussione, un Festival che si reinventi come una festa del tempo antico, quando la festa era anche momento di cultura.

Casalino Pierluigi