Il crollo della giostra di Roverino, appello di 4 ragazze-ferite: “Neppure un euro di risarcimento”

1 febbraio 2013 | 07:58
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Il crollo della giostra di Roverino, appello di 4 ragazze-ferite: “Neppure un euro di risarcimento”

Era il 12 febbraio del 2004, quando a causa di un malfunzionamento meccanico, la giostra si piegò da una parte. In seguito a quell’incidente venne aperta un’inchiesta per disastro colposo. I feriti non ha ancora ricevuto un euro per quel fatto

A nove anni dal crollo della giostra a seggiolini, di Roverino, a Ventimiglia, quattro dei circa dieci ragazzi che rimasero feriti, attendono ancora di essere risarciti. Era il 12 febbraio del 2004, quando a causa di un malfunzionamento meccanico, la giostra si piegò da una parte. In seguito a quell’incidente venne aperta un’inchiesta per disastro colposo e altri reati, dai sei imputati iniziali, si è conclusa in Appello, nel 2011, con la conferma di due condanne e dell’entità del risarcimento disposta in primo grado.

Oggi, ci sono quattro ragazze, alcune delle quali ferite in maniera piuttosto seria, che chiedono giustizia. Si tratta di Luana Zarbo, alla quale spettavano 7.000 euro per il danno e altrettanti per le spese legali. Ma c’era anche chi aveva diritto a un risarcimento ancora più alto. Il danno maggiore venne riconosciuto a Martina Biondo, con una provvisionale di 30mila euro e rifusione delle spese di costituzione a difesa per 9mila euro.

Provvisionale di 2mila per Ilenia Campolo e rifusione delle spese legali per 4.500 euro. Ad Alessandra Dessena vennero riconosciuti 10.813 euro e 2.900 euro di spese legali. Ma ciò che manda loro ancora più su tutte le furie è il fatto che, oltre al mancato risarcimento, la giostra è tornata nello stesso piazzale di Roverino, di fronte al cimitero, dove si verificò il disastro.

"Sinceramente – spiega Luana – dopo aver lottato tutti questi anni: non ricevere nemmeno un euro, anzi rimetterci solo dei gran soldi con gli avvocati e rivedere quelle giostre, qui, nel nostro quartiere, non è certo una bella impressione. Qualcuno poteva morire. Non so se ci si rende bene conto della situazione. Per noi e per le nostre famiglie, è davvero uno schiaffo morale. Non so se i proprietari siano gli stessi, mi auguro di no; ma siamo tutti senza parole".