Confartigianato. Antonio Sindoni: “Rilanciare l’edilizia pubblica con i fondi dell’Imu”

20 dicembre 2012 | 20:58
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Confartigianato. Antonio Sindoni: “Rilanciare l’edilizia pubblica con i fondi dell’Imu”

“Se si vuole rilanciare l’edilizia non serve solo costruire palazzi nuovi, ma bisogna lavorare sull’esistente. I Comuni, attraverso parte dell’Imu, possono mettere in circolo nuovo denaro”, dichiara Sindoni, responsabile edili di Confartigianato

"Se si vuole rilanciare l’edilizia non serve solo costruire palazzi nuovi, ma bisogna lavorare sull’esistente migliorandolo. I Comuni, attraverso parte di quanto incassato con l’Imu, possono mettere in circolo nuovo denaro per attivare catene di lavoro e far ripartire l’economia". La proposta è del responsabile degli edili della Confartigianato Antonio Sindoni che analizza l’attuale situazione del settore. Nel solo ultimo anno, infatti, si è registrata una decrescita delle imprese dalle 712 iscritte alla cassa edile della provincia di Imperia nell’ottobre del 2011 alle 591 del settembre scorso. Parallelamente è calato sensibilmente anche il numero degli operai attivi da 2.694 a 2.251. Questo in conseguenza ad una perdita delle ore lavorate da 4.187.634 a 3.710.243.

"Dati che purtroppo testimoniano il perdurare della crisi dell’edilizia – prosegue Sindoni – A questo si aggiunge un livello di tassazione insostenibile che ormai ha raggiunto una soglia del 60%-70%. E’ quanto mai necessario trovare soluzioni per rilanciare il sistema edilizia, che comprende tutto l’insieme che vi ruota attorno come elettricisti, falegnami, progettisti, ecc., che da solo rappresenta il 30%-40% dell’economia nazionale".

“Nessuno vuole assolutamente criticare l’attenzione che si è concentrata sulla situazione dell’Ilva, che è una ricchezza per tutta l’Italia, con i suoi 25 mila lavoratori che diventano 40 mila contando anche l’indotto che produce – precisa Sindoni – Ma ricordiamoci che l’edilizia ha perso in un solo anno circa 500 mila posti di lavoro. Nessuno però se ne è accorto perchè è il risultato di una somma di tantissimi numeri più piccoli in ogni parte della nazione. Crisi economica, tassazione insostenibile, vincoli del patto di stabilità. Così non si può andare avanti serve un intervento pubblico".

In questo si può inserire l’Imu, tassazione che ha rappresentato l’ultimo duro colpo, specialmente in provincia di Imperia, con molti Comuni come Sanremo che hanno adottato le aliquote massime. "Una parte consistente dell’Imu deve essere utilizzata per un rilancio del settore edilizio attraverso la partecipazione pubblica – analizza Antonio Sindoni – Andando innanzitutto ad intervenire sull’edilizia scolastica, con moltissime realtà che necessitano una messa in sicurezza, un adeguamento alle norme sismiche, e ad altri lavori come per esempio l’abbattimento delle barriere. Ma è necessario incentivare anche il riuso delle vecchie abitazioni e dei vecchi palazzi,che risultano insicuri e quindi inutilizzabili, dando la possibilità di restaurare o di demolire e ricostruire, con conseguenti benefici in termini di risparmio energetico e di creazione di aree verdi e di parcheggi oggi assenti. Sempre nel settore pubblico ci sono poi molti uffici da mettere in sicurezza. Questo avrebbe una doppia valenza: un rilancio dell’edilizia attraverso nuova linfa al settore ed un risultato positivo in termini di servizi offerti ai cittadini".

"A fronte di una previsione di introito a livello nazionale di 9 miliardi di euro, l’Imu ne ha prodotti circa 24 – conclude il responsabile degli edili della Confartigianato – Ci sarà quindi una differenza di 15 miliardi di euro che rimarranno nelle casse dei Comuni e che possono servire per tutto quanto sopra descritto.