2000 floricoltori in piazza a Sanremo sabato 17 contro l’Imu. “Non vogliamo svendere ai palazzinari”

14 novembre 2012 | 15:56
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2000 floricoltori in piazza a Sanremo sabato 17 contro l’Imu. “Non vogliamo svendere ai palazzinari”

“Abbiamo gli estimi catastali più alti d’Italia, ma gran parte dei terreni è ormai incolta, le serre sono vuote e molti terreni appartengono a pensionati, per i quali la tassa dell’Imu è semplicemente insostenibile”, dichiara Bruno Baldassin, floricoltore

I floricoltori sanremesi scenderanno in piazza sabato 17 novembre in quella che si definisce ancora Città dei Fiori per manifestare contro la tassa dell’Imu. La manifestazione è stata fissata per le ore 15 davanti al Casinò Municipale: i coltivatori locali, già duramente provati dagli ingenti costi di gestione e dalla concorrenza estera che negli ultimi anni hanno determinato la chiusura di molte aziende, hanno deciso di far sentire la propria voce di fronte alla prospettiva della nuova tassa dell’Imu, che mette in discussione la sopravvivenza del comparto, oltre che inasprire il disagio economico degli stessi floricoltori e delle loro famiglie. E’ prevista la partecipazione del Sindaco di Sanremo Zoccarato.

Abbiamo incontrato un floricoltore di Sanremo in pensione, Bruno Baldassin, che ci ha esposto il problema nel dettaglio: “Vogliamo scendere in piazza perché non riteniamo che i sindacati di categoria si stiano impegnando abbastanza per risolvere i nostri problemi. Siamo nella condizione paradossale di avere da un lato gli estimi catastali più alti d’Italia, ma dall’altro gran parte dei terreni è ormai incolta, le serre sono vuote e molti terreni appartengono a pensionati come me, per i quali la tassa dell’Imu è semplicemente insostenibile. L’Imu aumenta di dieci volte la tassa preesistente: chi pagava 230-250 Euro, si trova adesso a dover pagare 2300 Euro”.

Bruno Baldassin, da floricoltore in pensione, fa notare quanto la situazione sia difficile sia per i coltivatori ancora in attività, sia per coloro che hanno chiuso l’azienda, per limiti di età o per impossibilità a rimanere sul mercato: “I miei colleghi che lavorano ancora non possono essere competitivi non dico con l’estero ma neanche con la provincia di Savona, dato che quest’ultima, ritenuta zona svantaggiata, ha estimi catastali a zero”.

“Da parte mia ho terminato la mia attività” – prosegue Baldassin – “mi trovo da pensionato a dover pagare una tassa esorbitante senza disporre di alcuna soluzione: un terreno come il mio non trova venditori o affittuari e non è edificabile”

Baldassin – a nome di tutti i suoi collegh i-  conclude con una nota fortemente polemica: “Non chiediamo aiuti e sovvenzioni a nessuno, chiediamo solo di sopravvivere. E’ incomprensibile come i nostri governanti non si rendano conto della nostra condizione: sospettiamo e temiamo che saremo costretti non a vendere ma quasi a regalare i nostri terreni che finiranno in mano ai soliti palazzinari, per diventare successivamente edificabili”.