2000 floricoltori in piazza a Sanremo sabato 17 contro l’Imu. “Non vogliamo svendere ai palazzinari”
“Abbiamo gli estimi catastali più alti d’Italia, ma gran parte dei terreni è ormai incolta, le serre sono vuote e molti terreni appartengono a pensionati, per i quali la tassa dell’Imu è semplicemente insostenibile”, dichiara Bruno Baldassin, floricoltore
Abbiamo incontrato un floricoltore di Sanremo in pensione, Bruno Baldassin, che ci ha esposto il problema nel dettaglio: “Vogliamo scendere in piazza perché non riteniamo che i sindacati di categoria si stiano impegnando abbastanza per risolvere i nostri problemi. Siamo nella condizione paradossale di avere da un lato gli estimi catastali più alti d’Italia, ma dall’altro gran parte dei terreni è ormai incolta, le serre sono vuote e molti terreni appartengono a pensionati come me, per i quali la tassa dell’Imu è semplicemente insostenibile. L’Imu aumenta di dieci volte la tassa preesistente: chi pagava 230-250 Euro, si trova adesso a dover pagare 2300 Euro”.
Bruno Baldassin, da floricoltore in pensione, fa notare quanto la situazione sia difficile sia per i coltivatori ancora in attività, sia per coloro che hanno chiuso l’azienda, per limiti di età o per impossibilità a rimanere sul mercato: “I miei colleghi che lavorano ancora non possono essere competitivi non dico con l’estero ma neanche con la provincia di Savona, dato che quest’ultima, ritenuta zona svantaggiata, ha estimi catastali a zero”.
“Da parte mia ho terminato la mia attività” – prosegue Baldassin – “mi trovo da pensionato a dover pagare una tassa esorbitante senza disporre di alcuna soluzione: un terreno come il mio non trova venditori o affittuari e non è edificabile”
Baldassin – a nome di tutti i suoi collegh i- conclude con una nota fortemente polemica: “Non chiediamo aiuti e sovvenzioni a nessuno, chiediamo solo di sopravvivere. E’ incomprensibile come i nostri governanti non si rendano conto della nostra condizione: sospettiamo e temiamo che saremo costretti non a vendere ma quasi a regalare i nostri terreni che finiranno in mano ai soliti palazzinari, per diventare successivamente edificabili”.