Regione Liguria: patrimonio da proteggere e rilanciare il 70% dei boschi, parchi e aree naturali
La Liguria è anche la regione con la maggiore quantità di “necromassa”- il legno morto, costituito sia da piante a terra sia soprattutto, da alberi ancora in piedi-
Boschi e foreste sono una grande ricchezza e il primo polmone verde della Liguria. Per questo, nonostante i tagli di bilancio dopo la manovra governativa che hanno colpito i settori della tutela ambientale e della prevenzione dei rischi naturali, proseguono gli impegni e le attività della Regione Liguria . Dei boschi si parlerà molto nella Conferenza Regionale Agricoltura in programma venerdì 21 e sabato 22 settembre 2012 al Palazzo della Borsa di Genova.
La Liguria è ricoperta per il 70% da boschi ed è, insieme con il Trentino, la Regione italiana con più superficie boscata- 375 mila ettari- rispetto a quella totale. La Liguria è anche la regione con la maggiore quantità di “necromassa”- il legno morto, costituito sia da piante a terra sia soprattutto, da alberi ancora in piedi- : 18,4 m3 ad ettaro rispetto agli 8,8 della media italiana. I boschi della Liguria appartengono per l’87% a proprietari privati e sono posti, nel 61% dei casi, su versanti con pendenze superiori al 40%.
Nonostante tutto si registra un leggero incremento dei tagli di legname e delle attività di gestione “integrata”, soprattutto nei territori dove sono presenti consorzi e sono stati definiti progetti condivisi di sviluppo tra soggetti pubblici e privati. Le imprese sono oltre 400, prevalentemente presenti in provincia di Savona, anche se le attività di taglio sono molte di più quelle “ occasionali”. La legna da ardere continua a costituire il principale prodotto e rappresenta ben oltre il 60% del totale. Cresce la produzione di legname destinato alla triturazione, anche per i possibili usi energetici.
La Regione Liguria ha partecipato al progetto Biomass per definire una filiera corta locale tra le esigenze energetiche delle rinomate coltivazioni in serra di fiori e basilico e la rilevante risorsa forestale disponibile (utilizzabile sottoforma di cippato, ossia scaglie di legna). Anche i “prodotti non legnosi” che escono dal bosco sono un dato importante: in Liguria ci sono 30 consorzi per la raccolta dei funghi, oltre 200 raccoglitori di tartufi, interessanti realtà per la valorizzazione delle castagne, miele pregiato e nicchie di mercato per la fronda ornamentale.
I boschi assicurano la produzione di beni economici e servizi ambientali. Per massimizzare questa produzione ed orientarla secondo le diverse aspettative e necessità del territorio e della popolazione è necessaria una parte attiva dell’uomo nella loro gestione.
A seguito dello spopolamento delle zone interne e montane la gestione forestale in Liguria si è sensibilmente ridotta, in molti casi azzerata, lasciando il territorio fino in una condizione di squilibrio. Si è quindi creata una distanza, che in Liguria è più “culturale” che fisica, che invoglia a vedere il bosco come “criticità territoriale” piuttosto che come una opportunità di benessere e sviluppo. Gli eventi naturali, più o meno violenti amplificano questa prospettiva.
La gestione attiva dei boschi liguri consente, sostenendo l’economia e il lavoro, di “fare” ambiente e migliorare la qualità e la sicurezza di vita per tutti. La carenza di gestione si evidenzia anche dalla fase di sviluppo in cui si trovano i boschi liguri. quelli governati a ceduo sono adulti o “invecchiati” (ossia oltre il turno consuetudinario in cui possono essere tagliati) per l’89%, e le fustaie sono considerate mature o stramature per il 64%.
Nonostante tutto si registra un leggero incremento dei tagli di utilizzazione e delle attività di gestione “integrata”, soprattutto nei territori dove sono presenti consorzi e sono stati definiti progetti condivisi di sviluppo tra soggetti pubblici e privati. le imprese sono oltre 400, prevalentemente presenti in provincia di Savona, anche se le attività di taglio interessano senz’altro un numero molto più rilevante di utilizzatori “occasionali”.
Aumentano gli incendi boschivi in Liguria nei primi otto mesi del 2012, ma si riducono le superfici percorse e distrutte dalle fiamme. In dettaglio, alla data del 31 agosto scorso, il numero degli incendi in Liguria registra un lieve aumento, pari al 16% rispetto alla media dello stesso periodo 2002/2010 . I focolai sono stati 360 contro i 305 della media annua del precedente periodo gennaio/agosto. In controtendenza, invece, si riducono gli ettari di bosco e macchia mediterranea bruciata.
Sempre al 31 agosto 2012 , in Liguria, gli ettari distrutti sono stati 1050 contro i 1808 della media annua calcolata nello stesso periodo, 2002-2010. Una diminuzione del 42% .
Altro dato significativo riguarda la superficie media per incendio. Nel periodo gennaio/agosto 2012 la media degli ettari bruciati per incendio è stata del 4,3 per incendio, mentre la media per gli stessi mesi dell’anno del periodo 2002/2010 è di 5,4 ettari.
Alcune fitopatie minacciano il patrimonio forestale, in particolare il cinipide galligeno del castagno, un insetto di origine asiatica che ha colpito pesantemente negli ultimi anni i castagneti della Liguria , il 30% circa del totale dei boschi.
E’ combattuto dalla Regione tramite la lotta biologica, in modo da contrastarne l’azione.
Il sistema ligure delle aree protette (1 parco nazionale e 10 parchi regionali), insieme con assieme alla Rete Natura 2000 (127 SIC e 7 ZPS), copre circa il 25% del territorio regionale e oltre un terzo delle aree boscate.