Le proposte di Acquamare e le considerazioni di Giovanni Vassallo
“Resta l’opera dirà qualcuno, peccato che servano una sessantina di milioni di euro per finirla e ormai mi pare assodato che come indotto non porta nulla. Come diceva mia nonna buonanima i ricchi non si vergognano mai mai mai.”
Sono intervenuto più volte sulla vicenda del porto turistico, facendo ogni volta le stesse domande. Chi rimborserà il debito che l’Acquamare ha con le banche? Chi pagherà i danni per i lavori fatti male? Ora abbiamo la risposta o perlomeno sappiamo cosa pensa a proposito l’Acquamare: dobbiamo pagare noi imperiesi, cittadini e imprenditori. Scrive infatti la ditta romana che per recedere da ogni rapporto correlato alla realizzazione e gestione del porto turistico è necessario "il subentro della Porto di Imperia Spa nelle posizioni, attive e passive scaturite dai rapporti negoziali stipulati dalla Acquamare Srl".
Quindi, se non capisco male, loro si terrebbero i soldi prestati dalle banche, quello che hanno pagato gli acquirenti dei posti barca ( o perlomeno la parte di questi soldi non spesa per fare il porto, che, secondo l’inchiesta della magistratura e quanto scritto sui giornali, sarebbe un bel gruzzolo) e a noi lasciano i debiti e i cocci. Finita la festa bisogna trovare qualcuno che paghi il conto del bar e i piatti rotti.
Resta l’opera dirà qualcuno, peccato che servano una sessantina di milioni di euro per finirla e ormai mi pare assodato che come indotto non porta nulla. Come diceva mia nonna buonanima i ricchi non si vergognano mai mai mai.