INTERVISTA al Giudice Caselli: i rapporti tra mafia e politica/ GUARDA IL 3° VIDEO

Rapporti tra mafia e politica. Ecco un altro argomento che il giudice, ora Procuratore capo presso il Tribunale di Torino, ha affrontato e argomentato durante l’intervista che si è svolta domenica sera a Cipressa. La Procura di Palermo sta affrontando in questi giorni, il processo relativo all’inchiesta sulle presunte trattative che, negli anni 90, anni in cui Caselli era Procuratore a Palermo, ci sarebbero state tra Cosa Nostra e le istituzioni. Ecco alcune dichiarazioni del Giudice Caselli:

“L’assalto alla giustizia si determina tutte le volte che incroci determinati interessi. Dopo la morte di Falcone e Borsellino e le stragi terribili che hanno messo il nostro paese era in ginocchio, con fatica decido di fare domanda per andare a lavorare a Palermo, e divento Procuratore di Palermo. Per due anni abbiamo lavorato bene, con la squadra che eravamo riusciti a formare. Latitanti arrestati come mai prima da Riina, Bagarella ai Madonia, a Spatuzza. Processi celebrati con 650 ergastoli. Arsenali sequestrati in quantità imponente, missili da guerra sequestrati. 10 mila miliardi di vecchie lire sequestrati alla mafia." 

“Cominciamo a non andare più bene– continua Caselli- quando incominciamo ad occuparci di mafia-politica e mafia-istituzioni, mafia-affari, allora lì cominciamo ad essere oggetto di un furibondo assalto alla giustizia. Tutto questo in un paese normale sarebbe storto. Perchè la mafia è gangsterismo, ma non è solo questo. La mafia esiste da almeno 200 anni e c’è qualcosa che spiega questa persistenza: le relazioni esterne, con pezzi di mondo esterno a Cosa Nostra, copertura complicità e collusioni, favori scambiati con pezzi della politica, della cultura, dell’informazione, delle istituzioni e così via. Queste relazioni sono la spina dorsale del potere mafioso. Se uno vuole indagare seriamente la mafia devi indagare anche i complici, ma quando lo fai cominciano i guai.”

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