Il Tribunale del Riesame di Genova respinge istanza di scarcerazione di Caltagirone

Lattanzi: “Non capisco per quale motivo Francesco Caltagirone Bellavista non possa essere processato da libero, quali siano le eccezionali esigenze che consentono di tenere in carcere una persona di settantatré anni con problemi di salute”.
"Non ho letto le motivazioni e pertanto non posso esprimere alcun commento. Certo che, pero’, non capisco per quale motivo Francesco Caltagirone Bellavista non possa essere processato da libero, quali siano le eccezionali esigenze che consentono di tenere in carcere una persona di settantatré anni con problemi di salute".
A parlare è l’avvocato Fabio Lattanzi, difensore dell’ingegnere Francesco Bellavista Caltagirone, tornato in carcere il 18 luglio scorso – dopo che il Tribunale del Riesame di Genova ha respinto l’istanza di scarcerazione, presentata dagli avvocati Franco Coppi e Fabio Lattanzi. Francesco Caltagiorne, infatti, è stato nuovamente arrestato a luglio scorso – a fronte di un inasprimento della misura cautelare, voluto dal gip Massimiliano Botti, di Imperia, a margine dell’inchiesta per truffa ai danni dello stato, che vede nei guai una decina di persone.
Caltagirone si trovava agli arresti domiciliari, in attesa del processo fissato al prossimo 9 ottobre, quando il giudice ha ritenuto opportuno disporre una nuova custodia cautelare in carcere. Le recenti dimissioni del figlio, Camillo, dalla “Aqua Pia Antica Marcia” – la società romana che ha al suo interno la "Acquamare", azionista al 33,3 per cento delle quote del Porto – sembravano in qualche modo aver fatto cadere le esigenze cautelari nei confronti di Caltagirone, ma i giudici del tribunale di Genova, hanno deciso che Caltagirone debba rimanere in carcere.