Dopo soli tre anni Don Thomas lascia la parrocchia delle Levà nel comune di Taggia
“Indubbiamente il Vescovo poteva “appoggiare” più incisivamente l’operato del suo pastore nell’interesse globale di tutto il gregge a lui affidato.”
Tristezza e sgomento tra i fedeli della parrocchia delle Levà che, in modo per ora ufficioso, sono venuti a conoscenza della volontà del loro Parroco di lasciare la loro parrocchia. La frazione delle Levà è quella terra di mezzo che fa da bretella tra Taggia, sede
comunale, e la frazione di Arma adagiata sulla costa; la frazione è forse la più densamente abitata di tutto il territorio comunale, circa quattro mila residenti, di cui oltre la metà abituali frequentatori della locale chiesa.
Tre anni fa il Vescovo, Mons. Alberto Maria Careggio, ha nominato Don Thomas Le Bourhis amministratore parrocchiale della chiesa dei santi Francesco Saverio e Paola Romana; colmando il vuoto lasciato della morte del precedente parroco Don Giuseppe Lizzari. Don Thomas, nato a Nantes il 22 novembre 1971, ha iniziato il suo apostolato con giovanile entusiasmo e tanta voglia di fare; come è facile da intuire questo entusiasmo e intraprendenza ha alterato “equilibri” che la più che trentennale gestione di Don Giuseppe aveva creato.
Il giovane parroco iniziava la sua opera apostolica assumendo direttamente la gestione pastorale della parrocchia, azzerando le cariche ed incarichi che il parroco precedente aveva distribuito, ovviamente scontentando chi dalla gestione molto più “politica” di Don Giuseppe aveva goduto di privilegi e autorevolezza. Giova ricordare l’opera che Don Thomas ha fatto sopratutto riportando moltissimi bambini, e relative famiglie, alla regolare frequentazione dedicando addirittura l’Omelia della messa centrale domenicale al rapporto diretto con i bimbi facendo catechismo dialogato e rispondendo alle loro domande. Il giovane parroco, estate e inverno sempre in abito talare nero con i regolamentari 33 bottoni rappresentativi degli anni di Cristo, ha attraversato in questi tre splendidi anni la vita quotidiana della parrocchia diventandone il riferimento non solo pastorale; ma come spesso accade chi perde privilegi e prestigio dimentica la vocazione cristiana e, con pervicace e sistematica strategia, comincia una logorante battaglia.
Inizia così uno stillicidio di lettere, telefonate e visite al Vescovo per lamentarsi della conduzione apostolica del giovane parroco; che dopo tre anni di continue e vili pratiche ha deciso di gettare la spugna e lasciare la Parrocchia dove tanto è apprezzato da tutti i fedeli.
Forse nella sua opera di apostolato, che nel termine indica la continuazione del’ opera di Gesù rispondere anzi a un suo preciso invito, Don Thomas scacciando “i mercanti dal Tempio” si è macchiato di un crimine per alcuni imperdonabile. Probabilmente il Vescovo, novello Ponzio Pilato, ha indugiato nell’ascoltare uno sparuto numero di pecore che belavano solo nel loro esclusivo interesse; indubbiamente il Vescovo poteva “appoggiare” più incisivamente l’operato del suo pastore nell’interesse globale di tutto il gregge a lui affidato.
Le congetture sono molteplici e probabilmente sterili resta il fatto che Don Thomas ha deciso di non combattere più questa guerra inutile e cristianamente inopportuna: la parrocchia perde uno straordinario Sacerdote e moltissimi fedeli che si rifiutano, come chi scrive, di piegarsi al volere di una sparuta accozzaglia di interessati cortigiani; che si godano pure questa vittoria di Pirro per quanto durerà sapendo che la responsabilità della probabile fine di questa parrocchia è soltanto loro.
Andrea Falzone