Un lettore ci scrive sulla corruzione in Italia

2 luglio 2012 | 05:37
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Un lettore ci scrive sulla corruzione in Italia

“L’Italia, come e probabilmernte anche più di altre nazioni, sta vivendo una crisi ecomico finanziaria che sta mettendo a dura prova tutti i cittadini, con effetti maggiormente devastanti su quelli a reddito più basso.”

L’Italia, come e probabilmernte anche più di altre nazioni, sta vivendo una crisi ecomico finanziaria che sta mettendo a dura prova tutti i cittadini, con effetti maggiormente devastanti su quelli a reddito più basso. La Corte dei Conti ha stimato, nella sua relazione del 2011, che i costi delle opere e forniture pubbliche, proprio a causa di questa perversione che affligge politica e burocrazia, lievitino mediamente
del 40%. Inoltre, ipotizza che troppe aziende estere, spaventate dalle proporzioni di un fenomeno che da noi pare essere di carattere endemico, preferiscano investire altrove, anzichè da noi, apportanto alla nostra economia danni non quantificabili, ma comunque assai ingenti. Tutto ciò, noi Italiani già lo sapevamo, anche se magari avevamo dei dubbi sulle cifre.
Assai recentemente, una relazione di un qualche organismo europeo ha quantificato il costo della corruzione, nel nostro paese, in circa 60
miliardi di euro l’anno.

Il governo Monti ha invero cercato di ovviare al problema, partorendo una proposta che ricorda l’uso della camomilla per curare il cancro al
polmone. Per il resto, a parte la non profiqua indignazione di qualche cittadino comune, nulla.
Mi sarei aspettato, in questo Paese in cui ormai ben poco si salva, di quanto è pubblico, una reazione veemente non dai partiti, non dalla
politica, non dalle associazioni, ma certamente dal Presidente della Repubblica. Lo so che le prerogative di tale carica non consentono interventi diretti per stravolgere stati di fatto, sia pure tragico/criminali come il suddetto, però amo credere che il Presidente potrebbe,
volendo, assumersi la responsabilità di dimostrarsi il padre morale della nazione. Da quel padre, che evidentemente esiste solamente nelle mie fantasie, mi sarei aspettato un furore indignato contro ciò che obbliga i governi a prolungare oltre il giusto l’attività lavorativa degli
anziani, ad imporre tassazioni che annichiliscono i poveracci e scoraggiano le aziende, che portano al suicidio fin troppa gente per
bene. Mi sarei aspettato che, seguendo l’esempio di uno che, all’epoca, doveva essere uno dei suoi idoli, vista la comune fede marxista,
quantomeno indicesse una conferenza stampa straordinaria, chiedesse una trasmissione a reti unificate, e poi, scordando per cinque minuti almeno il suo aplomb un pò troppo british, si mettesse a urlare, a sacramentare contro questo fenomeno che ci sta uccidendo tutti, poveri e ricchi, e che magari, per sottolineare il concetto, si togliesse una scarpa e cominciasse a sbatterla sul tavolo, il buon Nikita docet.
Insomma, che facesse scoppiare la bomba, e nel contempo desse a noi, poveri e angariati sudditi, almeno la sensazione di non essree
completamente soli, di avere qualcuno, piazzato a mezza via tra noi e Dio, che sapesse accogliere la nostra diperazione, quantomeno con lo strazio di chi vede, di chi sa, anche se non può farci niente.Invece nulla. Come se niente fosse. Come se non si pregasse di
riuscire a raschiare in qualche modo, ma comunque sempre dalle nostre tasche, 4 miliardi per non dovere portare l’IVA al 23%, misura che strozzerebbe definitivamente l’economia già sin troppo provata, mentre qui i miliardi sono 60, tutti gli anni.

Evidentemente, qualcuno è convinto che quei 60 miliardi, ai politici e burocrati corrotti, debbano spettare di diritto, e non importa quanta
gente si impicchi per la disperazione, per metterli insieme. E allora, signor Presidente, mi lasci esprimere la mia profonda,
accorata delusione. Avrei tanto desiderato poterla considerare un padre, e sarei stato disposto a farlo nonostante le nostre idee politiche siano, da sempre, diametralmente opposte. Avrei dato l’anima per credere in Lei, e che Lei fosse estraneo al teatrino della politica, un teatrino che ormai puzza come una cloaca a cielo aperto, Lo avrei voluto, così come lo avrebbero voluto tutti i galantuonini che vivono in questo Paese, e sono tanti; la maggioranza. Ma non posso.
Dolorosamente Suo
Stefano Musso, corso G. Garibaldi 44, 18013 Diano Marina (IM)