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“L’occupazione del giardino di Banca Italia ci ha aiutato a capire meglio un momento storico”

8 luglio 2012 | 14:37
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“L’occupazione del giardino di Banca Italia ci ha aiutato a capire meglio un momento storico”

Diventa chiaro il cambiamento che sta iniziando ad insinuarsi nella testa della gente comune. La rabbia che serpeggia a causa dei tagli al welfare, delle manovre lacrime e sangue, di questa crisi causata da altri e pagata da tutti.

Vivere l’intensa e lunga giornata di sabato 7 ci ha aiutato a capire meglio questo momento storico. Da una parte le reazioni affettuose di
passanti, anziani, cittadini nei confronti dell’iniziativa. La vicina che per tutto il giorno ha offerto giri di caffè e sostenuto gli occupanti è solo un esempio di questo consenso. Dall’altra Banca d’Italia e questura che in fretta e furia hanno assiepato un ordine pubblico impressionante e proceduto ad uno sgombero in serata, con fermezza e decisione. Alle richieste esplecite del movimento: restare e poter trattare con autorità e proprietà il ritorno al pubblico dell’area all’inizio della nuova settimana, da dentro il giardino naturalmente; le emblematiche risposte dei funzionari di polizia: "Lunedì la situazione potrebbe essere incancrenita", che tradotto dal poliziesco dotto all’italiano corrente diviene "lunedì potreste essere troppo forti lì dentro".

Allora capisci che "il re è nudo". Diventa chiaro il cambiamento che sta iniziando ad insinuarsi nella testa della gente comune. La rabbia che serpeggia a causa dei tagli al welfare, delle manovre lacrime e sangue, di questa crisi causata da altri e pagata da tutti. Il concetto di bene comune non è più un sinistrorso pensiero colto ed intellettuale, ma un modo di ragionare ormai organico alla gente.

Non basta la cortina fumogena usata come distrazione di massa: i mercati come concetto astratto, gli speculatori come entità incorporea, termini in inglese come "spread" o "spending review". Tutti iniziano a chiarsirsi le idee su vittime e carnefici di questa macelleria sociale globale. Il sistematico assalto alle nostre vite di banche ed alta finanza (appoggiato da sistemi politici nei migliori casi impotenti e nei peggiori complici) è una realtà ormai chiara a tutti.

Il giardino in piccolo ne era un esempio: una ricchezza bloccata nel nulla, di nessuno. Un luogo che noi avremmo saputo usare, mentre Banca d’Italia chiaramente sapeva e sa non usare. In questa settimana l’assemblea dell’ Orto Liberato Felice Cascione si
riunirà nuovamente, decidendo come proseguire la mobilitazione, ragionando sul come riuscire a ottenere il ritorno al pubblico di uno stupendo giardino di nessuno.