Vedova umiliata e insultata dalla padrona di casa: processo rinviato al 19 novembre

18 giugno 2012 | 14:55
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Vedova umiliata e insultata dalla padrona di casa: processo rinviato al 19 novembre

Accusata di rapina, lesioni e minacce che vede alla sbarra una donna di 55 anni, Maria Filiberto, accusata di aver umiliato, ferito e rapinato la propria inquilina, a pochi giorni dalla morte del marito, per colpa di un ritardo nel pagamento dell’affitto

E’ stato rinviato, dal giudice monocratico Anna Bonsignorio, al prossimo 19 novembre il processo per rapina, lesioni e minacce che vede alla sbarra una donna di 55 anni, Maria Filiberto, accusata di aver umiliato, ferito e rapinato la propria inquilina, a pochi giorni dalla morte del marito, per colpa di un ritardo nel pagamento dell’affitto, dovuto al fatto che aveva perso il congiunto da appena due giorni.

Vittima dell’increscioso episodio è una donna di 42 anni di Ventimiglia, Mirella Giunta, madre di una bambina, all’epoca dei fatti, di appena 3 anni che è venuta a sapere della scomparsa del papà dalla stessa padrona di casa e in un modo, a dir poco, traumatico. 
I fatti risalgono al settembre del 2007. Per la precisione, la vicenda ha inizio l’8 settembre, quando il marito della donna, che ha 37 anni, muore per una malattia fulminante e se ne va nel giro di pochi giorni, gettando nella disperazione la moglie e la figlia. Neanche il tempo (quasi) di celebrare i funerali, che sull’uscio di casa della vedova, in corso Limone Piemonte, a Ventimiglia, si presenta la padrona di casa che reclama i soldi dell’affitto, Ci sono due mensilità da pagare per un totale di 600 euro. 
La donna spiega che è un periodo difficile e che ha appena perso il marito. Dice anche che è disposta a saldare al più presto il proprio debito, ma lei non ne vuole sapere ed esige subito il denaro. Ne nasce una violenta discussione, secondo l’accusa e secondo la ricostruzione dei fatti, la padrona di casa le strapperebbe di mano un telefono cordless (senza fili), dopo averla spintonata.

Il tutto, naturalmente, davanti agli occhi della bambina, scioccata per l’accaduto. Passano pochi giorni e, il 21 settembre, la seconda aggressione, quella più grave e sconcertante. Maria si reca nuovamente a casa di Mirella (difesa dall’avvocato Stefania Lombardi) e comincia ad insultarla, di nuovo davanti alla figlioletta, ma questa volta, a differenza della prima, rincara la dose e le grida "Tuo marito è morto, io ti ammazzo". La bambina, alla quale non ero stato riferito della morte del padre, apprende della disgrazia proprio in quel momento, con tutte le conseguenze psicologiche ben immaginabili. 

Come se ciò non bastasse, la padrona di casa le grida di nuovo di darle i soldi, dopodiché la spinge contro contro la ringhiera del davanzale, provocando alla giovane donna il prolasso del polmone, con pneumotorace. La donna viene portata d’urgenza in ospedale e viene sottoposta a una prima serie di cure; poi, le sue condizioni si aggravano e i medici la ricoverano in chirurgia.