Rinviato processo sulla discarica di Ponticelli: il Tribunale di Imperia non ha abbastanza giudici

26 giugno 2012 | 12:01
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Rinviato processo sulla discarica di Ponticelli: il Tribunale di Imperia non ha abbastanza giudici
Rinviato processo sulla discarica di Ponticelli: il Tribunale di Imperia non ha abbastanza giudici
Rinviato processo sulla discarica di Ponticelli: il Tribunale di Imperia non ha abbastanza giudici

Imputate sette persone accusate di violazione delle prescrizioni ambientali e di abuso d’ufficio riguardante l’autorizzazione della Provincia all’incremento volumetrico della discarica di Ponticelli, situata tra Imperia e San Lorenzo al mare

 Sarebbe dovuto iniziare oggi il processo che vede imputate sette persone accusate di violazione delle prescrizioni ambientali e di abuso d’ufficio riguardante l’autorizzazione della Provincia all’incremento volumetrico della discarica di Ponticelli, situata tra Imperia e San Lorenzo al mare. I fatti risalgono al 2008.

Il motivo del rinvio è abbastanza curioso: il Tribunale di Imperia in questo momento non ha abbastanza giudici per formare il collegio giudicante. Quasi tutti i giudici di Imperia infatti si sono già occupati del caso e non possono dunque andare a formare le fila del collegio.
Dovranno comunque comparire a giudizio, a data da destinarsi,: l’ex presidente della Provincia di Imperia,Gianni Giuliano; l’ex assessore all’Ambiente, Alberto Bellotti; gli ex dirigenti (in epoche diverse) del Settore Ambiente della Provincia, Danilo Sfamurri e Alessandro Barla; l’allora funzionario Franco Minasso e i titolari della Ponticelli: Davide e Luigi Bianchi. Il gup ha, invece, prosciolto: Pier Paolo Pizzimbone, a capo della “Biancamano”, all’interno del cui gruppo c’è anche Ponticelli. 
I 7 sono stati rinviati a giudizio dal gup Fabio Favalli lo scorso 20 aprile. Secondo il pm Maria Antonia Di Lazzaro, titolare delle indagini, l’autorizzazione data dalla Provincia all’incremento della discarica sarebbe illegittima. Per incremento si intende la possibilità di continuare a conferire i rifiuti in una zona già satura e non l’ampliamento della discarica.
La Provincia, invece, come già sostenuto all’epoca in cui scoppio’ lo scandalo, avrebbe agito in extremis (per evitare un’altra “Napoli”) anche in base a una serie di provvedimenti favorevoli della Regione e del “Comitato Tecnico Scientifico di Via” regionale.