Bilancio della crisi 2008-2011 in Provincia di Imperia: tra i 15 e i 65 anni 1 su 2 non lavora

6 giugno 2012 | 12:06
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Bilancio della crisi 2008-2011 in Provincia di Imperia: tra i 15 e i 65 anni 1 su 2 non lavora
Bilancio della crisi 2008-2011 in Provincia di Imperia: tra i 15 e i 65 anni 1 su 2 non lavora
Bilancio della crisi 2008-2011 in Provincia di Imperia: tra i 15 e i 65 anni 1 su 2 non lavora

Continua il malessere demografico, nonostante l’aumento degli stranieri, la disoccupazione aumenta del 22% e il settore agricolo non ha retto alla crisi. E le previsioni per il futuro non sono delle più rosee.

Continua il malessere demografico della Liguria e, a Imperia, i numeri reggono grazie alla presenza sul territorio degli stranieri; dal 2008 al 2011 gli effetti principali della crisi si sono fatti sentire sull’agricoltura, che ha subito una variazione valore aggiunto del -2,0%, mentre l’industria e il terziario hanno retto e il settore delle costruzioni è cresciuto dell’1,3%; la provincia di Imperia registra un significativo aumento nella variazione media dei disoccupati di oltre il 22% e secondo il rapporto tra gli inattivi e la popolazione in età lavorativa tra i 15 e i 65 ani, 1 su 2 sostanzialmente non lavora.

E’ questo, in estrema sintesi, quanto è emerso questa mattina alle 11.00 presso la Camera di Commercio di Imperia in seguito alla presentazione del bilancio della crisi 2008-2011 nella nostra provincia, gli scenari e le previsioni 2012: un report economico a cura di Bruno Spagnoletti, responsabile ufficio economico Cgil Liguria.

All’incontro sono intervenuti Enrico Revello, segretario generale Cgil Imperia, Giuseppe Argirò, direttore Confindustria e presidente Area24, Franco Amadeo, presidente della Camera di commercio, Luigi Sappa, presidente della provincia di Imperia e Claudio Bosio, segretario Cisl Imperia.

La presentazione del bilancio è stata divisa in tre parti, ecco i dettagli:

LE TENDENZE DEMOGRAFICHE:

In quattro anni, la popolazione straniera della provincia di Imperia, è cresciuta del 62,4 per cento – gli stranieri sono passati dai 13.198 del 2007 ai 21.440 del 2011 – ed è soltanto grazie agli immigrati, se la popolazione in provincia, nello stesso periodo di riferimento, è cresciuta rispetto ad altre province liguri, tenendosi nella media italiana.

E’ quanto risulta, in estrema sintesi, dal report economico di Bruno Spagnoletti (responsabile dell’Ufficio Economico della Cgil Liguria), presentato oggi presso la Camera di Commercio di Imperia e dal titolo: ”Bilancio della crisi 2008-2011 nella nostra provincia, gli scenari e le previsioni 2012”. Nel dettaglio, nel 2007 la provincia di Imperia registrava una popolazione pari a 217.354 residenti; mentre nel 2011 ne registra 222.648, un aumento in percentuale del 2,4%. Ma i numeri a Imperia resistono grazie alla presenza straniera sul territorio.

Le previsioni demografiche per il futuro non sono delle migliori, infatti, la Liguria, subirà una variazione demografica 2065/2011 del -6,8%, un dato in controtendenza rispetto all’Italia e al Nordovest, e ancora più preoccupante se si pensa invece alla crescita degli stranieri. In Liguria nel 2065, secondo le previsioni, gli stranieri saranno il 27,04% dei residenti.

PROVINCIA DI IMPERIA E CRISI ECONOMICA

Nei primi anni della crisi Imperia ha retto decisamente meglio la crisi economica,ma nel 2010 si è creata una situazione di stagnazione. Nel 2011 non si presentano diversità rispetto alla crescita tendente allo zero già registrata nel 2010; l’economia continua a essere caratterizzata da un trend lento e incerto. A Imperia:

1)continua e si aggrava la stagnazione nell’agricoltura e nella nicchia strategica della floricoltura;

2) permangono le sofferenze nella filiera manifatturiera;

3)si attualizza il cambio negativo di fase nel ciclo dell’edilizia e delle costruzioni;

4)si estende la crisi del commercio, soprattutto al dettaglio, per effetto della contrazione dei consumi;

5)tiene il turismo, soprattutto per effetto della componente straniera.

Dal 2008 al 2011 infatti l’agricoltura ha subito una variazione valore aggiunto del -2,0%, mentre l’industria e il terziario hanno retto e il settore delle costruzioni è cresciuto dell’1,3%. La crisi ha dunque accelerato la necessità di ripensare un nuovo modello di sviluppo compatibile e di rilanciare l’attrattiva territoriale per nuovi investimenti mirati in tecnologia e innovazione e orientati verso le reti materiali e immateriali. Gli scenari di previsione di Unioncamere e Prometeia del 3 maggio scorso, delineano prospettive di decrescita critica: le previsioni del Pil 2012 sono di una variazione del -2,0%

LE RICADUTE DELLA CRISI SULLA OCCUPAZIONE

In Liguria l’occupazione complessiva , dal 2008 al 2011, si riduce di 5.859 unità, con una variazione negativa dello 0,9%; ma come effetto combinato di una forte caduta della occupazione maschile storicamente più strutturata e di un significativo aumento dell’occupazione femminile, quasi ad affermare opzioni di crescita delle forme di lavoro meno strutturate, temporanee e flessibili. Dei 5.859 il 13,8% sono posti di lavoro persi ad Imperia e il numero degli occupati maschili si è contratto di circa 2000 unità, mentre quello femminile è aumentato di quasi 3000 unità.

Le ricadute della crisi ad oggi si sono scaricate sui giovani, sul lavoro para-subordinato e precario e inoltre si registra una pesante contrazione nel variegato mondo del lavoro autonomo ed indipendente ed un significativo aumento del lavoro dipendente nelle costruzioni e nel macro comparto dei servizi e del terziario.

La provincia di Imperia registra un significativo aumento nella variazione media dei disoccupati di oltre il 22 per cento; ma mentre i disoccupati maschi quasi raddoppiano (86,6%), le disoccupate femmine tendono a ridursi segnando un -11,7%. Gli inattivi dal 2008 al 2011 sono aumentati di oltre 2000 unità in provincia di Imperia e secondo il rapporto tra gli inattivi e la popolazione in età lavorativa tra i 15 e i 65 anni 1 su 2 sostanzialmente non lavora.