A Ventimiglia mostra sull’89° Reggimento Fanteria Salerno della Divisione Cosseria

25 giugno 2012 | 10:51
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A Ventimiglia mostra sull’89° Reggimento Fanteria Salerno della Divisione Cosseria
A Ventimiglia mostra sull’89° Reggimento Fanteria Salerno della Divisione Cosseria
A Ventimiglia mostra sull’89° Reggimento Fanteria Salerno della Divisione Cosseria
A Ventimiglia mostra sull’89° Reggimento Fanteria Salerno della Divisione Cosseria
A Ventimiglia mostra sull’89° Reggimento Fanteria Salerno della Divisione Cosseria
A Ventimiglia mostra sull’89° Reggimento Fanteria Salerno della Divisione Cosseria

Sono in pochi a ricordare che il glorioso 89° aveva la sua sede a Ventimiglia presso le Caserme Gallardi da dove era partito nel luglio del ’42 con destinazione il fronte del Don fra Nowo Kalitwa e l’ansa del Werkmanon

“Per non dimenticare”: è il tema della mostra-esposizione che si apre sabato 30 giugno alle 16,30 al Museo civico archeologico “Girolamo Rossi” di Ventimiglia dove Bernardino Veneziano e un stretto gruppo si collaboratori ha allestito una raccolta di cimeli storici dell’89° Reggimento di fanteria Salerno della Divisione Cosseria protagonista della Campagna di Russia e della tragica ritirata dell’inverno 1942-1943. Sono in pochi a ricordare che il glorioso 89° aveva la sua sede a Ventimiglia presso le Caserme Gallardi da dove era partito nel luglio del ’42 con destinazione il fronte del Don fra Nowo Kalitwa e l’ansa del Werkmanon.
Molti, soldati dell’89° si sono resi protagonisti di gesta eroiche.
Moltissimi  non sono più tornati. Alla Bandiera del reggimento, per l’esemplare comportamento sul fronte russo, è stata conferita la Medaglia d’oro al Valor  militare. La “Salerno” era stata insignita di un altro prestigioso riconoscimento – la Medaglia d’argento al Valor militare – nella Prima guerra mondiale dove aveva lasciato sul campo di battaglia 18.218 fra ufficiali e militari di truppa.
A quasi 70 anni da quella tragica epopea la città vuole recuperarne in qualche modo la memoria.  E lo fa con la mostra organizzata da Veneziano, assicuratore di Ventimiglia, nipote di due militari dell’89°: il sottotenente Ivo Veneziano, disperso a Nowo Kalitwa, e il maresciallo Remigio Romagnano, fortunatamente tornato a casa, con appuntata sul petto la Croce al Valor militare. Veneziano ha recuperato cimeli di ogni genere:  documenti, lettere dal fronte, foto, medaglie, uniformi originali dell’epoca. Fra i documenti ritrovati anche la copia originale del proclama letto alle truppe prima di partire per il fronte, dal generale Zanghieri dove ordina di mettere da parte il solito buonismo italiano e di fronte al nemico dimenticare la misericordia. “Se dovete uccidere il nemico non esitate. In questa guerra non c’è spazio per la pietà”. Reperti rari rintracciati dopo una lunga ricerca che ha attraversato tutto il Paese e si è spinta anche oltre i confini.  In una sola parola la mostra
scrive la storia dell’89° e della sua campagna di Russia.
L’esposizione sarà ospitata nella Sala Zaretti del Forte dell’Annunziata.  Uno spazio sarà riservato anche ai libri che raccontano la guerra dell’89°: “Un medico sul fronte russo con i fanti della Cosseria” di Nevio Rosso; “Russia 11 dicembre 1942 in attesa della disfatta” di Giuseppe Perin ; “L’armata scomparsa, l’avventura degli italiani in Russia” di Arrigo Petacco;  “Quelli del mulino del Don” scritto da Giuseppe Marchese, sergente dell’89°; “I disperati del Don” di Brunello Vandano; “Un fante sul Don, memorie di guerra” di Luigi Scarpel, anche lui soldato dell’89°.
La mostra, attraverso i suoi cimeli, ma soprattutto le lettere dei soldati, vuole descrivere l’interminabile viaggio delle tradotte verso
la Russia, l’arrivo in Ukraina, la marcia di 500 chilometri a piedi, con scarpe ed equipaggiamento inadatti, fino al fronte del Don.
Ricorda le piaghe, la fame, la sete il caldo tremendo e poi il freddo polare, la fatica, i pidocchi, i feriti, i morti: una miscela di sofferenza e disperazione. La divisione Cosseria, con l’89°, verrà schierata di fronte ad un’ansa del fiume fra la Cuneense e la Ravenna.
In novembre arriva il Grande freddo; in dicembre l’offensiva che travolgerà il fronte costringendo italiani e tedeschi ad una tragica ritirata che si concluderà a Nikolajewka quando con una disperata controffensiva  la divisione Tridentina, l’unica ancora in grado di combattere, agli ordini del generale Reverberi,  riuscirà a rompere l’accerchiamento e ad uscire dalla sacca aprendo la strada verso casa ai sopravvissuti.
L’89° lascerà sul fronte russo più di mille caduti.