Vari arresti della polizia di frontiera di Ventimiglia




In manette un tunisino, Bilal Yahia, 18 anni, con diversi precedenti e un altro immigrato, Safet Jovanociv, 37 anni, che doveva scontare 3 anni.
Un immigrato tunisino, Bilal Yahia, 18 anni, è stato arrestato dagli agenti della polizia di fronntiera di Ventimiglia. Entrato in Italia clandestinamente, già nel 2010, era stato tratto in arresto per resistenza a pubblico ufficiale, devastazione, saccheggio e incendio doloso, reati questi commessi durante la sua permanenza al Centro di Identificazione e Permanenza di Bari. Fuggito dal centro era stato tratto in arresto anche dalla Polizia di Bologna per furto aggravato e denunciato per omicidio doloso aggravato. Per tale motivo era stato espulso coattivamente a mezzo “charter” nel novembre del 2011. Rientrato in Italia è stato nuovamente arrestato, questa dalla Polizia di Frontiera di Ventimiglia, che lo ha intercettato nei pressi di Latte, diretto a Ventimiglia e privo di documenti. Condotto in ufficio per la sua identificazione è risultato pluripregiudicato e considerato persona pericolosa.
In manette anche un immigrato, di 37 anni, Safet Jovanociv. E’ stato controllato al suo arrivo in stazione a bordo treno proveniente dalla Francia. Sotto altro alias, è risultato colpito, da decreto di espulsione emesso nel 2009 dal Prefetto di Viterbo. A suo carico anche una ordinanza di revoca di decreto di sospensione di ordine di esecuzione per la carcerazione e ripristino dell’ordine medesimo, dello scorso agosto emessa dal Tribunale di Velletri, col quale lo straniero deve scontare quasi tre anni di reclusione ed una multa di 2.768.16 euro.
Sempre nell’ambito dei controlli di frontiera veniva fermata, nei pressi della barriera autostradale, in uscita dall’Italia, l’autovettura BMW X6, condotta dal cittadino italiano S.M., cinquantenne romano. Considerati i numerosi sequestri già effettuati dalla Polizia di Frontiera a carico di autovetture di grossa cilindrata clonate e rubate per essere rivendute all’estero, gli Operatori procedevano ad accertamenti approfonditi, dai quali emergeva che sia l’auto che la carta di circolazione erano provento di furto ai danni di un italiano che aveva già sporto denuncia ad Albano Laziale pochi giorni prima. L’uomo veniva quindi denunciato in stato di libertà e l’autovettura messa a disposizione del legittimo proprietario.