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“Una città “serva”, “di dolore ostello”, per la pochezza morale ed etica dei suoi amministratori”

14 aprile 2012 | 11:06
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“Una città “serva”, “di dolore ostello”, per la pochezza morale ed etica dei suoi amministratori”

Così Giuseppe Fossati (Fli) definisce Imperia e la situazione politica che sta vivendo in questi giorni convulsi

Ahi serva Imperia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!”

Spero che Dante mi perdoni se mi sono permesso di mutuare i suoi versi dedicati all’Italia del 1300, ma si attagliano perfettamente all’Imperia dei nostri giorni, almeno a leggere le intercettazioni dei “grandi uomini” che hanno retto e vorrebbero ancora reggere le sorti della nostra città.
Una città “serva”, “di dolore ostello”, per la pochezza morale ed etica dei suoi amministratori, nella quasi totalità asserviti ad un Capo Supremo, che, oltre a dirigere tutto e tutti, voleva e vuole addirittura veder organizzata una claque di utili idioti e servi sciocchi ad ogni sua uscita pubblica e che insulta chi non segue alla lettera i suoi desiderata o non lo ha incensato a sufficienza.
Almeno “un aggettivo”, che diamine, non lo vedete il novello Napoleone! Non lo vedete lo scolapasta sulla testa?
Una “nave sanza nocchiero”, ormai, con gli utili idioti ed gli servi sciocchi disorientati e atterriti dal perdere i favori del Capo e le conseguenti prebende, come in una sindrome di Stoccolma in salsa imperiese, in balia della “gran tempesta” in cui l’ha portata l’incapacità e la disonestà, quanto meno morale, dei suoi inetti marinai.
Non “donna di provincia, ma bordello” in quanto pronta a vendersi ed ad essere venduta a miglior offerente, senza onore, senza pudore, senza vergogna.
A questo punto, occorre dire solo un’altra cosa: al prossimo che mi chiede perché abbiamo lasciato senza rimpianti il PdL, risponderò sempre con  le parole che Dante attribuisce ad Ulisse quando si rivolge ai suoi marinai per invitarli ad aver il coraggio di varcare le Colonne d’Ercole, “fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza”.
Spero che gli imperiesi decidano a breve di smettere di scegliere persone che desiderano continuare a “viver come bruti”, per finalmente far diventare Imperia una “donna di province” e smettere di essere solo “un bordello”.
Giuseppe Fossati
Capogruppo FLI