Sabato 21 a Bordighera si inaugura la mostra “La mia Liguria- intima e silente”
Un sentito omaggio dell’Accademia Balbo di Bordighera , patrocinio del Comune, ad un socio veterano della stessa, Sergio Gagliolo, classe 1934, bordigotto doc, ma soprattutto memoria storica della vita artistica ancora fiorente nella metà del Novecento
Un sentito omaggio dell’Accademia Balbo di Bordighera , patrocinio del Comune, ad un socio veterano della stessa, Sergio Gagliolo, classe 1934, bordigotto doc, ma soprattutto memoria storica della vita artistica ancora fiorente nella metà del Novecento in questo estremo lembo di ponente.
E la mostra “La mia Liguria- intima e silente”, che inaugura sabato 21 aprile alle ore18 nella sale dell’Accademia- è come chiarisce il titolo un esclusivo omaggio alla terra eletta, paesaggi e frammenti degli stessi, per contro riportati in olii di grandi dimensioni- compreso un trittico di ulivi da collezione privata di oltre tre metri mai esposto prima- per un totale di venti opere. Il fatto è che, tra la vita e l’opera, qui è appunto difficile scegliere. Se guardare i quadri di Gagliolo – muri a secco, rose, ma anche quotidianità della contemplazione en plein air, paesaggi di respiro- è esperienza necessaria e sufficiente, è pur vero che la suggestione sta anche nell’ascoltarlo raccontare. Della fondazione dell’Accademia di cui è tuttora direttore artistico- a sua cura gli accrochage di ogni esposizione- nel 1951, nelle stanze degli sfollati del dopoguerra nel Palaparco. Della sua vocazione irrinunciabile per disegno e pittura quando era un giovanissimo commesso da Richetta- prestigioso negozio di materiali e oggetti d’arte tuttora in centro a Bordighera- il cui titolare intuì il talento del giovane senza mezzi e volle aiutarlo: lezioni dal maestro Enzo Maiolino, suo primo insegnante quindi, in cambio di pennelli e altro materiale per quest’ultimo. Dell’esclusiva amicizia con Ennio Morlotti che non riuscì a farlo trasferire in Lombardia- Gagliolo ha tenuto atelier a Milano per 11 anni in via Correggio dal ‘74, frequentando l’Accademia di Brera, il Piccolo e Giorgio Strehler- piuttosto venendo lui, Morlotti, spesso in Liguria dove prendeva studio, andando con l’amico a dipingere all’aperto. Ci sarà anche Roma, con l’esperienza di scenografo presso l’accademia Silvio d’Amico. Ma alla fine ci sarà sempre il ritorno al silenzio soffuso e alle “pietre di carne” di un fazzoletto di terra di confine che Gagliolo sa dipingere come Biamonti e Montale ne scrivevano. Senza lasciarsi scoraggiare dall’incendio che nel 2004 ha distrutto il suo atelier di Vallebona, divorando una vita di lavoro e di studi, dipinti e libri. Lo schivo artista ha ripreso instancabile il suo lavoro di cui la mostra -visitabile fino al 21 maggio, orario 16-19- costituisce un essenziale ma significativo saggio.