In memoria del 25 aprile un partigiano racconta la sua storia a degli alunni: uno zio si lamenta
Scrive D.B.: “Questa iniziativa non ha niente a che fare con lo studio della scuola, mi sembra più indottrinamento politico spudorato, io non sono d’accordo che questi personaggi vadano nelle scuole a raccontare delle bugie”
Vi scrivo per raccontare una vicenda che mi è capitata ieri con mia nipote. Tornata da scuola dopo pranzo, siamo andati a fare un giro al
parco e chiedendogli cosa gli piaceva della scuola, mi ha raccontato che oggi a scuola era venuto un partigiano a raccontare il
25 aprile parlando che avevano liberato l’Italia. Conoscendo la storia della mia famiglia, avendo avuto dei parenti uccisi da codeste persone (e mi fermo qua con gli aggettivi essendo una persona educata) dopo averle derubate di quel poco che avevano, cosa devo raccontare a mia nipote che queste persone erano eroi? Che suo zio era un delinquente, ora mi chiedo dovevamo tenere a casa mia nipote è fargli perdere un giorno di scuola, perché questa iniziativa non ha niente a che fare con lo studio della scuola, mi sembra più indottrinamento politico spudorato, io non sono d’accordo che questi personaggi vadano nelle scuole a raccontare delle bugie, credo che prima di fare certe iniziative devono essere interpellate le famiglie, ed è ancora più vergognoso pensare che gli vogliano far credere tutte queste falsità, chi glielo permette?
D.B