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“Imperia:l’alternativa possibile e necessaria tra il marcio e la muffa”

18 aprile 2012 | 18:03
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“Imperia:l’alternativa possibile e necessaria tra il marcio e la muffa”

Così dichiara Pasquale Indulgenza capogruppo nel consiglio comunale di Imperia di Rifondazione comunista

Da che era, fino a qualche settimana fa (fino al momento della manifestazione unitaria tenuta in città), chiara nei suoi lineamenti essenziali, la situazione imperiese si va facendo stranamente complicata, sì da imporre uno sforzo ulteriore per poter recuperare, a beneficio della discussione pubblica, elementi necessari ad un discorso di verità, anche in relazione al fatto che in questi ultimi giorni si apprendono a mezzo stampa esternazioni di persone e associazioni che ritengono di consigliare – in qualche caso anche con una perentorietà forse non del tutto giusta verso coloro i quali fino ad oggi si sono impegnati quotidianamente nella lotta contro tutto quello che sta venendo fuori – che si consenta a Strescino di continuare a fare il Sindaco – chi dice  fino all’estate, chi addirittura fino a dicembre, chi non dice nemmeno fino a quando – nella asserita convinzione che ciò serva insieme a ‘fare pulizia’ (anzi, magari a liquidare un intero "sistema di potere" dominante, locuzione con cui un pò tutti, anche a Destra, hanno ultimamente imparato ad esercitarsi pubblicamente con disinvoltura), nel contempo provvedendo ad alcune pratiche date per ‘necessarie’ e ‘urgenti’.

1) Posto che in un consesso democratico il sindaco non può certo decidere da solo, nella stanza in cui riunisce la sua novella "giunta tecnica", nè l’agenda delle pratiche amministrative prioritarie, nè il loro contenuto, è del tutto evidente, nella situazione data, che non vi sono più le condizioni – e da tempo! – sia per una normale e corretta dialettica democratica tra le rappresentanze, sia per un normale e corretto rapporto tra Organo Assembleare ed Organo Esecutivo, essendo saltato del tutto il rapporto maggioranza/minoranza e sopravvivendo l’attuale Esecutivo in virtù di azioni, movimenti e posizionamenti del tutto artificiosi. Nel confronto – come da premesse – stanno montando l’imbarbarimento, la guerra tra fazioni e la personalizzazione più feroci. Come si può pensare che si lavori anche solo selettivamente, in un clima del genere, sempre che la cosa abbia un senso?
Chi ha sostenuto, quindi, che sarebbe auspicabile che sulle delibere che questa nuova giunta presenterà la minoranza potrebbe e dovrebbe pronunciarsi in Consiglio Comunale e "che, se non saranno condivisibili si voterà contro e il Sindaco e la sua giunta cadranno, ma cadranno su proposte non condivise", propone una cosa del tutto astratta, avulsa dal contesto dato, ma soprattutto sembra non rendersi conto del fatto che i poteri di una giunta municipale e di un sindaco vanno ben oltre, nel nostro ordinamento, le competenze del Consiglio, consentendogli di prendere, giorno per giorno, centinaia di provvedimenti autonomamente, a partire dalle nomine nelle società e negli enti. Con gli esiti pratici, materiali e simbolici, che da questo agire scaturiscono. La vicenda di quest’ultimo periodo ci consegna, dentro il quadro di un colossale scontro interno alla Destra, una operazione, quella in corso, che non è nè minimalista, come ci si potrebbe aspettare da una presunta ‘anatra zoppa’, nè a-politica, bensì apertamente connotata  ideologicamente e con una sua chiara strategicità. Questo è il ‘nuovo che avanza’.
2) Le materie che con una insistenza che si va facendo un pò inquietante vengono richiamate come necessariamente meritevoli di essere elaborate e trattate da una amministrazione non commissariata, giocando una suggestione non poco enfatizzata a livello mediatico, possono in realtà, in buonissima sostanza, essere tranquillamente affidate alla responsabilità che va riconosciuta in linea di princìpio ad un commissario prefettizio. E’ peraltro evidente, tranne che a chi scelga di non vedere la realtà e privilegi in esclusiva l’ottica di una sua interpretazione, che una amministrazione comunale funziona ogni ora ed ogni giorno e che per ogni ora e ogni giorno che passano, chiunque – amministratore, singolo cittadino o gruppo sociale – potrebbe legittimamente aggiungere l’importanza di una pratica ulteriore all’elenco che già sentiamo fare come un mantra.

3) E allora, chiariamo:
a) Per quanto riguarda le mense scolastiche – che l’attuale sindaco ha sostenuto fino in fondo dovessero soggette a privatizzazione – se il punto ora è ottenere una proroga fino al 31 dicembre, questo lo può fare benissimo un commissario, senza bisogno di ricorrere ad una assessora ad hoc.
b) Analogamente, un commissario ha le prerogative per intervenire opportunamente in merito alla problematica delle spiagge e dei lidi, per una cui meditata ed esauriente pianificazione bisognerà comunque attendere la definizione, quando sarà, di un complessivo programma amministrativo che riguardi l’intero livello urbanistico territoriale.
c) Anche l’introduzione di una zona a traffico limitato al Parasio, ovviamente, può essere soddisfatta da un funzionario pagato dallo Stato appositamente per tenere un periodo speciale di gestione di un Ente Locale, come pure l’eliminazione dell’osceno arredo urbano di Piazza Dante. Basterebbe, a meglio sollecitare cose del genere, che un pò di cittadini, comitati e forze politiche le facessero presente attraverso l’argomentazione di ragioni chiare e coerenti con un semplice discorso di buona amministrazione.
d) Sulla gestione del nuovo museo navale (o "del mare" che dir di voglia), anche qui si può operare convenientemente senza ‘tecnici’ di sorta.
e) La stessa indagine interna sulla gestione dell’edilizia privata, promossa dal segretario generale, può èssere sviluppata in regime di commissariamento. Anzi, è nostro parere che essa troverebbe senz’altro adeguata cura, sotto tale regime, in un clima istituzionale e ambientale anche più sereno rispetto a quello attuale.
f) Da ultimo, a proposito del tema acqua, con cui un neoinsediato consigliere a sostegno di Strescino – verrebbe da dire quasi ancor prima che sedersi al suo posto! – ‘alza la posta’, mettendo in campo addirittura il destino del servizio idrico: qui la cosa si fa quasi surreale, se pensiamo che solo qualche mese fa è stata bocciata in Consiglio la mozione che chiedeva di garantire l’ente (cioè: metterlo in sicurezza) nella possibilità di pubblicizzare per davvero il suddetto servizio. E non ci pare di ricordare parole spese dal Primo Cittadino, in merito, o dai suoi attuali supporters in Consiglio…

Il margine di incertezza insito nel fatale commissariamento prefettizio – esito cui ci porta tutta questa schiera di amministratori della Destra! – è un elemento di cui la Politica a questo punto si deve far carico assicurando una sua azione democratica incalzante, dall’esterno del Palazzo. La stessa che, mentre le inchieste della Magistratura continueranno a produrre i loro esiti, porrà finalmente allo scoperto programmi, posizioni e intendimenti.  Gli stessi, con cui andremo a fare nuove elezioni.

4) A chi sostiene la ‘tesi’, ricordando le sofferenze patite nel corso di una propria storia di Sinistra dal ’45 ad oggi, della preferibilità di Strescino rispetto agli "scajoliani", quasi si potesse considerare quest’ultimo come uno strumento di un’opera che si vorrebbe ora ‘virtuosa’, utile e decisiva, suggerisco, con tutto il rispetto, di andarsi a vedere o a leggere il discorso tenuto dall’attuale sindaco in occasione dello scorso 25 aprile per denotarne tenore e propensioni, che proprio – ahinoi! – non lasciano margine alcuno alle più generose fantasie su un suo ‘ ravvedimento’ o ripensamento rispetto alla lotta antifascista e alla sua attualità. Certo, il giudizio che diamo dipende dal valore che attribuiamo nella vita pubblica ai discorsi ufficiali, e ultimamente ci siamo abituati a sentire le acrobazie retoriche più incredibili, dagli scranni istituzionali….
Ma anche la tentazione, proveniente da altri ambienti, di credere ad uno Strescino ‘figliuol prodigo’ che si restituisce "pentito" e contrito alla sua casa-citta, fa parte di una ‘narrazione’ che in tutta franchezza mal nasconde una cosa che un pò di psicologia ingenua facilmente spiegherebbe: come quasi sempre succede in casi simili, il fatto stesso di finire nei panni della vittima, a pochi giorni dalle prime intercettazioni pubblicate e dal suo stesso essere stato in Procura, e, qualche settimana più avanti, in quelli del bersaglio principale di ‘cattivi cattivissimi’ per le sue subitanee prese di posizione, ha determinato l’effetto-paradosso di farlo apparire in una luce positiva e promettente, ben al di là della sostanza, che, per quanto ci riguarda, è ancora espressa, con abbondante sufficienza, da tutto quello che ha fatto finora come amministratore e dagli stralci delle intercettazioni che abbiamo dovuto lèggere.

5) Se dall’iperattivismo esibito in queste settimane convulse, si è capito che Paolo Strescino, sindaco della Città a tutt’oggi, non era nè un ‘utile idiota’ nè un ’servo sciocco’, sarebbe doveroso chiedersi, nella cosiddetta società civile imperiese, innanzitutto: ma allora, che cos’era e che cosa rappresentava? Fare chiarezza su questo è infatti necessario, se si vuole capire e definire non solo natura e portata dell’operazione politico-amministrativa che con altri egli sta ritenendo di portare avanti (sebbene sulla stessa ci si possa facilmente fare qualche idea, vedendo, ad esempio, la logica con cui sono state fatte le nomine in Amat, Imperia Servizi, ecc.), ma anche natura e portata del “sistema di potere” di cui si parla. Sistema di potere vastissimo e profondo, come ho già avuto modo di scrivere recentemente, con più di una articolazione interna. Dunque, il punto essenziale è: quali sono le responsabilità di Paolo Strescino, da sempre organico all’articolato "sistema di potere", lanciato in carriera fino a diventare Sindaco, e tuttora Sindaco dopo che è venuto fuori chiarissimamente che cosa si brigava proprio negli ultimi tre anni per così dire ‘a sua insaputa’, mentre egli era in carica. Dov’era? E dov’erano, in allora, i suoi sponsor più importanti e titolati nell’attuale contingenza?

6) Secondo noi, il sindaco Strescino avrebbe dovuto rassegnare le dimissioni subito dopo lo scoppio della crisi. Noi, che lo chiedemmo pubblicamente già nell’estate del 2010, quando egli si rese responsabile della manifestazione pubblica in Calata Anselmi in cui si chiedeva di "buttare a mare", mentre lui li indicava nominativamente, i consiglieri oppostori, ribadiamo che egli non può pensare, proprio per il ruolo che avuto, di indicare oggi al Consiglio e alla Città la linea più saggia da tenere. Non ne ha i requisiti, se non quelli che gli vengono dalla forza della carica ricevuta. E abusare oggi di questa forza, dopo tutto quello che è successo – torniamo a dirglielo di nuovo – può risultare devastante, prima o poi.

7) Solo pochi giorni or sono, egli ha dichiarato in una intervista che "esaminato tutto l’iter del progetto di concessione e i vantaggi abnormi del costruttore", ha compreso che "si stava sbagliando ed era necessario non subire più. Tre settimane fa mi è apparso tutto chiaro: era tempo di chiudere con certi favoritismi". Cioé: ha forse inteso dire che prima, a partire dal 2005, non aveva esaminato "l’iter del progetto"? E come aveva accettato, assunto e mantenuto la carica di sindaco? E come si può pensare, oggi, che la conservi indenne? Che la tenga una persona che appena un anno fa dichiarava "Ora possiamo guardare al futuro con più tranquillità, perché il porto, noi lo diciamo da anni, rappresenta il futuro per i nostri figli. La sentenza credo abbia sgombrato il campo da molte problematiche. Caltagirone era ed è il partner fondamentale per questa operazione. Senza di lui il porto non ci sarebbe".[La Stampa, 6-3-2011], e ancora : "L’opposizione, lo dicono i fatti e gli atti ufficiali, è stata da sempre contraria al porto e allo sviluppo turistico di Imperia. Non soltanto. Gli esponenti di minoranza hanno tentato sistematicamente di danneggiare l’immagine dell’Amminstrazione e della città intera. Con tutto il rispetto per la nautica sociale, ma c’è qualcuno in questa città che si meriterebbe di andare con un gozzo a remi, visto che non riesce o non vuole vedere i locali alla Marina che funzionano a pieno ritmo e nuove opportunità di lavoro che si aprono per i nostri giovani".[La Stampa, 16-3-2011].

8) La mozione di sfiducia presentata da quindici esponenti del PdL ‘maggiore’, di ‘osservanza ortodossa’, più un sedicesimo di provenienza ‘mista’, pone strumentalmente il problema, etichettando Strescino come manifestamente inadeguato. Per evitare in modo vile (e miope) di prendersi anche una sola responsabilità di quello che è accaduto per anni e anni, queste persone fanno un clamoroso autogoal, perché quel solo rigo contiene l’ammissione della propria insipienza e rischia di fare il gioco proprio del ‘cerchio magico’ del sindaco che si è ‘destato’ pronto a battersi "per il bene della città".

9) Per chi invece da oltre quindici anni si batte, come il sottoscritto, per le strade prima che in Consiglio, sia contro il complessivo sistema di potere dominante ad Imperia, sia contro il dissennato e opacissimo disegno del porto turistico, che eccitava la Maggioranza di Destra, (fino a ieri definita monolitica dal suo interno), come una religione ad una setta di fanatici invasati, bisogna invece impegnarsi affinché entro questa primavera l’esperienza politico-amministrativa in corso sia chiusa definitivamente in un modo argomentato, esauriente e definitivo, assumendo il coraggio civile che serve nei momenti topici della vita pubblica di coniugare la critica con l’autocritica e traendo tutte le conseguenze da questo.

Noi del PRC continuiamo a chiedere che sia il Sindaco in prima persona a capire la non sostenibilità e la non credibilità della situazione e a risolvere la crisi con le proprie, autonome dimissioni. Il tempo avuto per l’approvazione unanime della delibera di garanzia sul porto, nella scorsa seduta del 12 aprile, e un bel pò di settimane ancora trascorse per esercitare la carica, possono bastare senz’altro per una risolutiva azione di dignità, posta la consistenza della sua sostanziale responsabilità nelle vicende in argomento e nella storia politica cittadina e provinciale. Faccio perciò nuovamente appello a lui, che non ho mai aggredito e mai aggredirò, per stile e costume, sul piano personale, come hanno fatto e stanno facendo tanti suoi antichi e prestigiosi sodali: rassegni le dimissioni e acquisti con ciò un estremo titolo di onorevolezza e avvedutezza. Se lo fa e subito dopo si mette a disposizione, come cittadino e uomo pubblico, di un comune impegno civico a perseguire la verità e la giustizia tra la nostra gente, sarò il primo a riconoscergli pubblicamente merito.
Mi aspetto, altresì, che questo stesso appello che muovo giunga all’attenzione di coloro che, in Consiglio Comunale, hanno deciso di appoggiare l’amministrazione in carica.

9) A nostro avviso, il problema vero è ottenere di chiudere quanto prima con questo quadro politico-amministrativo e con questo segno del governo locale, non accettabili oltre, per mettersi subito in cammino, con la parte migliore della città, verso la ricostruzione dalle fondamenta di una buona politica e di una sana progettualità per corrispondere ai bisogni della nostra comunità.
Questo è il compito precipuo per cui deve lavorare una Sinistra che sia tale, capace di non farsi suggestionare, in un momento così pesante, dalla confusione che più o meno emotivamente si sta facendo da diverse parti tra la realtà delle cose e una sua rappresentazione, o da manifestazioni che pretenderebbero di vedere in Strescino una sorta di vendicatore inatteso, di riparatore dei torti, frutto, se lette più in profondità, soprattutto delle tante frustrazioni covate nel corpo della ‘maggioranza silenziosa’ locale  e della base ‘moderata’ rispetto ai signori del sistema di potere di cui si è stati sudditi per decenni e decenni, al limite un pò mugugnoni, ma normalmente passivi e accondiscendenti.

10) La Sinistra deve invece stare dentro questa crisi da protagonista e saper proporre, in autonomia, una uscita da essa che sia improntata all’alternativa sociale e politica, centrata su un autentico concetto di interesse collettivo e bene comune. Deve trovare il coraggio e la fermezza che la facciano uscire dalla sua storica subalternità, le idee nuove e innovative per rilanciare un progetto di sviluppo sano (compreso quello della nostra portualità) e puntare così a costruire le basi di una nuova egemonia, attaccando il sistema di potere nella sua interezza e organicità e non consentendo in alcun modo, nemmeno un secondo di più, che, nel pieno di uno scontro feroce dentro la Destra, riesca una operazione di travaso e di trasformismo capace di dare corpo e voce ad un nuovo blocco politico e di potere.  E’ già successo troppe volte, in passato, nella storia di questa terra.

11) La linea di Rifondazione Comunista, in questo difficile percorso, infine, sarà – come già è – improntata alla costante ricerca di un connubio tra unità e autonomia. Ma sia chiaro che nel momento in cui personalmente mi renderò conto che il mio ragionare sulla questione – riportato qui schematicamente per punti –  rischierà di entrare in conflitto con la mia coscienza delle cose, ne parlerò con il mio Partito e ne trarremo insieme le conseguenze dovute sul piano dell’impegno istituzionale cui siamo stati chiamati per mandato elettivo.

Pasquale Indulgenza
capo gruppo P.R.C. al Comune di Imperia