Furti in abitazioni vicine all’autostrada A10, anche a Diano Marina, arrestati 6 albanesi

Secondo quanto stimato dai militari la banda, ogni sera, recuperava un bottino del valore di circa mille euro tra contanti e oggetti preziosi che venivano poi immessi nel mercato illegale
La loro base era nel Napoletano e venivano in trasferta in Riviera solo per commettere i furti che erano commessi sempre in abitazioni vicine all’autostrada. Per questo l’operazione che ha portato al loro arresto, condotta dai carabinieri del Nucleo Operativo dei Carabinieri di Albenga e coordinata dal pm G.B. Ferro, è stata ribattezzata “Freeway”, termine inglese per definire l’autostrada appunto.
Un’operazione che, nelle scorse settimane, ha portato in manette sei albanesi: Rahmi Totraku, 27 anni, e Latif Muka, di 36, Albert Gjoni, di 28, Altin e Burim Markja, di 29 e 30 (bloccati entrambi a Rimini), e Sefedin Nikolli, di 20, al quale veniva contestata la partecipazione ad un solo furto, che è già stato scarcerato. In totale alla banda venivano invece contestati ben 18 furti nel Savonese (tra Albenga, Andora, Albisola Superiore, Pietra Ligure, Celle Ligure, Varazze) ed anche nella provincia di Imperia (a Diano Marina).
La particolarità di questa banda di ladri d’appartamento stava nel fatto che si tratta di cittadini albanesi perfettamente inseriti nel tessuto sociale italiano in generale e campano in particolare (tutti gli arrestati parlano perfettamente il dialetto napoletano). La banda, infatti, aveva come sede fissa la località di Caivano nel napoletano e da lì, tramite vari basisti connazionali sparsi per l’intera penisola, si spostava in trasferte per eseguire una serie di furti e poi piazzare la refurtiva in Campania.
L’inizio degli accertamenti investigativi risale allo scorso mese di febbraio, quando, a seguito di alcuni furti commessi ad Albenga, i militari hanno effettuato alcuni servizi notturni che hanno permesso di notare un’Audi A6 di colore bianco, utilizzata da un cittadino albanese residente a Savona, aggirarsi per la piana ingauna. Pedinando l’auto i carabinieri hanno iniziato a far luce sul modus operandi della banda.
Il gruppo di albanesi nelle prime ore del pomeriggio si incontrava in piazza del Popolo, a Savona, dove avvenivano dei veri e propri summit per organizzare i colpi e decidere l’area da assaltare; subito dopo la banda, a bordo dell’Audi A6, si spostava nella zona prescelta per colpire per effettuare il sopralluogo. Verso le 23 di ogni notte il gruppo partiva e imboccava l’autostrada. Un autista lasciava tre della banda in una piazzola vicina al luogo stabilito (ed in cui era stato precedentemente nascosto un borsone contenente “gli attrezzi del mestiere”).
L’autista si allontanava a pochi chilometri di distanza mentre i soci, dopo aver scavalcato la recinzione autostradale, attraversavano le campagne, raggiungevano le abitazioni distanti poche centinaia di metri ed accedevano alle stesse mediante effrazioni di porte e finestre. Il tutto, naturalmente, mentre gli sfortunati proprietari di casa riposavano tra le braccia di Morfeo. Dopo aver commesso i furti, uno dei componenti dalla banda accendeva il telefono cellulare e chiamando l’autista pronunciava la seguente frase: “Vieni a prendere un caffè?” segno che il colpo era andato a buon fine e che si poteva tornare a casa.
Il 4 aprile, avendo già abbastanza elementi per stringere le manette ai polsi dei ladri, i carabinieri di Albenga hanno deciso di intervenire per non permettergli di fuggire dopo l’ennesimo colpo: i militari li hanno attesi all’interno di uno stabile di piazza Martiri dove avevano trovato rifugio, al ritorno dall’ennesimo raid (quello commesso in via Aspera a Varazze ai danni di una coppia di anziani). Quella notte così le manette erano scattate per Totraku, Gjoni e Muka.
L’intera operazione invece si è poi conclusa tra il 7 ed il 10 aprile con l’arresto in esecuzione di tre ordinanze di custodia cautelare in carcere di Nikolli e dei due Markja (che nel frattempo si erano spostati in quel di Rimini per mettere a segno un’altra serie di furti in appartamento).
“Le indagini – precisa il comandante dei carabinieri di Albenga, Sandro Colongo – non sono ancora finite infatti stiamo diffondendo le fotografie a fini investigativi nella speranza che qualcun altro possa individuare i soggetti in questione. Per questo invitiamo a contattarci nel caso li riconoscessero. L’operazione è nata analizzando la presenza di alcuni soggetti albanesi sul territorio ed è poi proseguita con una serie di pedinamenti. Abbiamo individuato una ‘batteria’ che utilizza l’autostrada come veicolo per potersi muovere liberamente sul territorio e compiere furti”.
“La banda lasciava il borsone con gli attrezzi – spiega il tenente Michele Morelli – in una piazzola dell’autostrada poi li recuperavano ed i furti avvenivano nel raggio di 500 metri o al massimo un chilometro dall’autostrada, nelle ville poco distanti. Si tratta di una banda di trasfertisti che viene da Caivano e che aveva la base logistica a Savona: infatti prima di ogni colpo organizzavano un ‘summit’ in piazza del Popolo, dove li abbiamo filmati, e poi la notte partivano per i raid”.
“Stiamo ancora ricostruendo la filiera dell’attività criminale. Gli arrestati sono tutti albanesi perfettamente integrati nel tessuto sociale campano: la particolarità è che parlavano in dialetto della zona” conclude il tenente Morelli.
Secondo quanto stimato dai militari la banda, ogni sera, recuperava un bottino del valore di circa mille euro tra contanti e oggetti preziosi che venivano poi immessi nel mercato illegale.