Furti alle roulette del Casinò: arresti domiciliari e giudizio immediato per D’Armi e Baracchini

17 aprile 2012 | 14:10
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Furti alle roulette del Casinò: arresti domiciliari e giudizio immediato per D’Armi e Baracchini
Furti alle roulette del Casinò: arresti domiciliari e giudizio immediato per D’Armi e Baracchini
Furti alle roulette del Casinò: arresti domiciliari e giudizio immediato per D’Armi e Baracchini
Furti alle roulette del Casinò: arresti domiciliari e giudizio immediato per D’Armi e Baracchini
Furti alle roulette del Casinò: arresti domiciliari e giudizio immediato per D’Armi e Baracchini
Furti alle roulette del Casinò: arresti domiciliari e giudizio immediato per D’Armi e Baracchini

Il Tribunale delle Libertà ha così accolto l’appello cautelare presentato dall’avvocato Bruno Di Giovanni contro la mancata scarcerazione da parte del gip di Sanremo. La data di inizio del processo è stata fissata al prossimo primo giugno

Il tribunale del Riesame di Genova ha concesso gli arresti domiciliari al capo tavolo del Casinò di Sanremo, Andrea Baracchini, 60 anni e al croupier Luigi D’Armi, 52 anni, arrestati, il 27 gennaio scorso, con l’accusa di concorso in furto di fiches ai tavoli verdi della casa da gioco.

In manette finirono anche un secondo capo tavola, Stefano Covatta, di 53 anni; altri 2 croupier: Emiliano Cappello, 33 anni, originario di Imperia e abitante a Sanremo e Giuseppe Caruso, 40 anni, originario di Savona e abitante a Imperia e il controllore comunale, Giuseppe Ricca, 55 anni, originario di Civezza (Imperia), residente a Taggia.

Il Tribunale delle Libertà ha così accolto l’appello cautelare presentato dall’avvocato Bruno Di Giovanni contro la mancata scarcerazione da parte del gip di Sanremo. Nel frattempo, il procuratore Roberto Cavallone ha chiesto per tutti il giudizio immediato e il gip Laura Russo ha accettato l’istanza, fissando al primo giugno la data di inizio del processo. Non si esclude, tuttavia, che i difensori dei 6 imputati possano scegliere dei riti alternativi.

Secondo l’accusa, i furti avvenivano sia alle roulette francesi che a quelle americane, secondo un sistema ormai ben consolidato, che consisteva in un abile gioco di prestigio da parte del capo tavola che, con la collaborazione del croupier, faceva cadere nel cosiddetto “ficheur” (foro per la raccolta delle fiches di scarto) un certo numero di fiches per un valore, solitamente, di 2.000 euro a botta.