DELITTO VIA POMA: Busco assolto in appello con formula piena

27 aprile 2012 | 13:52
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DELITTO VIA POMA: Busco assolto in appello con formula piena
DELITTO VIA POMA: Busco assolto in appello con formula piena
DELITTO VIA POMA: Busco assolto in appello con formula piena
DELITTO VIA POMA: Busco assolto in appello con formula piena
DELITTO VIA POMA: Busco assolto in appello con formula piena
DELITTO VIA POMA: Busco assolto in appello con formula piena

Il titolare delle indagini, dal 2001 al 2009, fu Roberto Cavallone, il procuratore di Sanremo, che portò ad individuare in Raniero Busco, l’ex fidanzato della vittima,l’unico indiziato di delitto e alla conseguente condanna a 24 anni di carcere.

La corte di appello di Roma oggi ha assolto con formula piena Raniero Busco nel processo per l’omicidio di Simonetta Cesaroni, avvenuto il 7 agosto 1990. Simonetta quando è stata uccisa aveva 21 anni e il suo cadavere fu trovato nel suo ufficio di Via Poma a Roma.

Il titolare delle indagini, dal 2001 al 2009, fu Roberto Cavallone, il procuratore di Sanremo, che portò ad individuare in Raniero Busco, l’ex fidanzato della vittima (Simonetta Cesaroni), l’unico indiziato di delitto e alla conseguente condanna a 24 anni di carcere.
oggi la sentenza viene capovolta.

Il 27 marzo scorso, in un incontro con un ristretto gruppo di giornalisti, con queste parole, Cavallone, aveva voluto per la prima volta uscire allo scoperto e commentare le ultime novità processuali, consistenti in una perizia commissionata dalla Corte di Assise, secondo la quale venivani messe in discussione le uniche due certezze investigative: “I periti nominati dalla Corte di Assise – ha affermato Cavallone – mettono in dubbio addirittura due capisaldi su cui pm e difesa erano d’accordo e che cioè: che la ferita sul seno della vittima era stata provocata da un morso, anche se la difesa asseriva non attribuibile a Busco e che sul reggiseno e sul corpetto c’era il profilo biologico dell’imputato Raniero Busco, anche se la difesa sosteneva lasciato in un momento diverso rispetto a quello dell’omicidio”.

Prosegue Cavallone: “La mia opinione non conta nulla dal punto di vista processuale, anche perchè ci sono altri colleghi che se ne stanno interessando. Mi premeva solo sottolineare il fatto che presso la pubblica opinione era passato il messaggio che una nuova perizia disposta dalla Corte di Assise e di Appello aveva portato a nuovi risultati con l’evidenziazione di nuovi profili di soggetti ignoti e, quindi, di altri possibili autori del delitto”.