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Continuano le INTERCETTAZIONI choc: Scajola a Conti:”A me dovrebbero farmi un monumento”

17 aprile 2012 | 09:13
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Continuano le INTERCETTAZIONI choc: Scajola a Conti:”A me dovrebbero farmi un monumento”
Continuano le INTERCETTAZIONI choc: Scajola a Conti:”A me dovrebbero farmi un monumento”
Continuano le INTERCETTAZIONI choc: Scajola a Conti:”A me dovrebbero farmi un monumento”
Continuano le INTERCETTAZIONI choc: Scajola a Conti:”A me dovrebbero farmi un monumento”

Continuano le pubblicazioni delle telefonate più interessanti che hanno portato all’inchiesta giudiziaria sul porto turistico di Imperia e conseguentemente all’arresto di Francesco Caltagirone e Carlo Conti.

Nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria sul porto turistico di Imperia che ha visto l’arresto dell’imprenditore romano Francesco Bellavista Caltagirone e di Carlo Conti, ex direttore della Porto Impera Spa, e che ha visto indagati molti altri, tra cui Domenico Gandolfo, Paolo Calzia, Gianfranco Carli, Andrea Gotti Lega, Delia Merlonghi, Paolo Calzia, Ilvo Calzia, Stefano Degl’Innocenti,Emilio Morasso, Umberto Giardini, pubblichiamo ora delle intercettazioni che meglio esaltano i rapporti che intercorrevano tra i diversi poteri, istituzionali e non.

Nell’intercettazione del 21 ottobre 2010 Claudio Scajola e Carlo Contidiscutono degli avvisi di garanzia che hanno appena ricevuto. Sono entrambi indagati nell’ambito dell’inchiesta sul porto turistico di Imperia. Queste le principali dichiarazioni di Scajola "Io pianto un casino, faccio la rivoluzione", "A me dovrebbero farmi un monumento".: "Questi non hanno capito un cazzo", "Siamo alla follia".
Claudio
Scajola:….."Ti rendi conto ma ci rendiamo conto".
Carlo Conti: "Ma no ma qui son fuori di testa, anche perché Claudio Scajola non c’entra un cazzo e glielo ho già detto a tutti".
Claudio Scajola:"Eh eh a me dovrebbero farmi un monumento e mi aspettavo un monumento in questa città".
Carlo Conti: "Primo, secondo, Caltagirone per quanto sia testa di cazzo comunque non ha nessun ruolo perché non è lui, non è titolare non è rappresentante legale di Acquamare di Acqua Marcia non è niente, io non le capisco ste cose":
Claudio Scajola:"Ma capisci questa cosa qua avendoci messo il mio nome va su tutte le pagine del mondo"…..Eh! Ho già avvisato subito e lo devi avvisare perché possiamo mica…io pianto un casino, io faccio la rivoluzione eh".
Carlo Conti: ……"Ma io sono d’accordo con te perché mi han veramente rotto i coglioni, perché non c’entra niente".
Claudio Scajola:"Impossibile".
Carlo Conti: "Proprio non c’entra niente perché le procedure, cioè loro secondo me mettono sec da quello che ho letto mettono in discussione le procedure, ma non esiste io non lo so".
Claudio Scajola:"Cose da matti".
Carlo Conti: "Sono veramente, qua siamo alla follia alla follia".
Claudio Scajola:"Che paese, come è ridotto questo paese"….
Claudio Scajola:…"Sono più incazzato che sconfortato".
Carlo Conti: "Guarda sono andati via adesso".
Claudio Scajola:"Sentivo è sto puzzo qua lo sentivo, siccome un pò di naso ce lo ho".
Carlo Conti: "Eh si ma di fatti ho".
Claudio Scajola:"Sentivo".
Carlo Conti: "Ho letto ho letto ho letto, ma è così guarda non c’è un cazzo da fare non so più cosa dire".
Claudio Scajola:"Ma ci vuole una reazione forte perché se no chi sa cosa scrivono ancora perché i giornalisti non lo sapranno ancora ma fra un’ora lo sanno no".
Carlo Conti: "Io penso di sì, che non so neanche io se conviene spiazzarli a a a facendo conferenza stampa, perché io no ma, uno che fa politica al tuo livello deve pensarci se conviene spiazzare prima di lasciare che ci sia…per poter governare la…".


Domenico Gandolfo
e sua moglie Angela Ardizzone, consigliere comunale del Pdl sono intercettati quando si telefonano il 22 settembre 2010. Angela Ardizzone, come riportano nel loro verbale gli investigatori, all’uscita della riunione tenuta presso il Comune, chiama il marito e gli legge l’emendamento inserito in delibera che è di fatto diverso da quello che la donna aveva chiesto su sua indicazion. Seguono i suggerimenti del marito.
Moglie: l’hanno modificata in questo modo, di verificare con i mezzi e le modalità ritenuti più opportuni se le operazioni di permuta di cui alla documentazione consegnata di recente dalla Porto di Imperia in funzione informativa propedeutica ai lavori consiliari della seduta odierna sia coerente e congrua con l’utilità economica e sociale degli interessi pubblici coinvolti
Gandolfo: si va bene ma le forme ritenute più opportune quali sono? Moglie: eh? Gandolfo: quali sono le forme ritenute più opportune? ….va bè ho capito, tu non ci vai eh
Moglie: va bene okay
Gandolfo: se vuoi andarci sentire le relazioni e poi te ne vai però
Moglie: sì sì no no non vado per niente a sto punto eh okay va bene

Nella conversazione del 19/10/2010 tra Leone e Alessandro Scajola, fratello di Claudio, emerge il ruolo di Leone, a cui Scajola affida il compito di buttare giù delle risposte agli attacchi dei giornali, in particolare il Secolo XIX che poneva degli interrogativi sui rapporti tra Claudio Scajola e Francesco Bellavista Caltagirone per le vicende sull’affare Porto:
Alessandro Scajola: eh pazzesco eh…scajola nel mirino, il porto sai la questione del Porto è roba allucinante
Rodolfo leone: “ma che è che scrive ste cose? Ma chi è che scrive ste cose?
Alessandro Scajola: “Genduni…Genduni, come si chiama?…..Poi non è che ci siano poi delle accuse, sono degli interrogativi no? Com’è che lo conosceva, perchè l’ha consociuto, vengono a chiedere a me perchè io conosco te? Scusa…io boh….parlavo con Claudio che era piuttosto addolorato, dispiaciuto di questa, ma l’ho visto ieri….poi conclusione di questa esternazione di Claudio mi dice, ma senti un po’ Rudi se lui pensasse per…magari lui una risposta, di buttar giù una risposta..
Rodolfo Leone: “vabbè adesso leggo i giornali e ti richiamo nella mattinata

In seguito di questa telefonata Rodolfo Leone chiama il Secolo e organizza insieme al giornalista Menduni un’intervista. Leone riporta i contenuti di questa a Claudio Scajola in una telefonata del 20/10/2010:
Rodolfo Leone: “Tuo fratello ieri mi aveva chiamato, su tua indicazione, eh…io ho chiamato il Secolo, lì sai che ci sono vicini…e gli ho detto ragazzi, così non se ne può più, no? Allora cosa è successo hanno modificato, infatti vedi che questa mattina è già più…poi eh questo Menduni mi ha intervistato…
Claudio Scajola: “….ma scusi m’ha detto ma qui questo qui mi pare di capire sia un vanto per la città e per l’Italia questo porto”
Rodolfo Leone: “E’ quello che ho cercato di dire a questo Menduni..gli ho detto (incomprensibile le voci si sovrappongono) è una storia politica lì dentro…io ho fatto un intervento incentrato su tre cose: la storia, perchè la volevano sapere , poi gli ho detto, questo porto nasce da una intuizione di Claudio…poi mi ha fatto qualche domanda della serie ma quali sono i rapporti tra Scajola e Caltagirone, dico guardi io non li conosco bene, ma le assicuro che tutte le volte che ho avuto occasione di parlare con Scajola, ed è pure la verità,  di Caltagirone lui mi ha sempre detto, mi raccomando ragazzi non vi fate subornare, non vi fate tralciare, uno è bravo, in gamba eccetera, vedete che tipo è, mi raccomando resistete, opponetevi, fate gli interessi del comune, questo mi ha sempre detto Scajola, nel ruolo delle parti che compete ad un leader

Nella conversazione telefonica del 30/09/2010 L’avvocato Mauceri informa Caltagirone del suo incontro con l’ingegnere Boni, presidente della commissione di vigilanza. Per Mauceri ci sono due punti da focalizzare: il primo è il fatto che alla commissione sono state trasmesse le quantità dal 2009 al 2010 che non sono attendibili, questo vuol dire che le prossime che manderanno dovranno essere per forza precise in quanto la situazione è già molto delicata. Il secondo punto è che Boni ha fatto un ragionamento “ma se l’acquamare ha assunto quel ruolo no allora è una subconcessione?” Per Mauceri questa riflessione è pericolosissima in quanto se il rpoblema venisse sollevato o segnalato in comune come una concessione abusiva, quindi non autorizzata si incorrerebbe nella decadenza della concessione, aprendo così un fronte delicatissimo. Mauceri in questa telefonata quindi esprime la difficoltà ad impostare una strategia sul rpoblema sub concessione.

Mauceri: “….si di Genova e il punto che lui ha toccato è quello…ma se l’acquamare ha assunto quel ruolo no…non è una subconcessione?

Francesco Caltagiorne: “E no non è una subconcessione”
Mauceri: “E no no aspetta, lo so come la pensi tu lo so bene ma capisci che se lui mi solleva sto problema e me lo spara in comune dicendo questa è una subconcessione abusiva quindi non autorizzata decadenza della concessione, eccetere eccetera si apre un fronte nuovo e sicuramente delicato…….cominciamo a ragionare sulle quantità, noi possiamo dargli, se vogliamo i contratti di appalto magari e poi i corris…e e e poi pensare alle fatture….mentre io ho pensato la mossa subconcessione io dovrei dire il contratto di appalto e con acquamere ma a quel punto non riuscirò mai a ricondurre gli importi di quel contratto ai costi dei lavori quindi sarei di nuovo…cioè è una coperta troppo corta se la tiri da una parte.”