Caritas Intemelia: “Sempre più bisognosi da aiutare e sempre meno fondi per poterlo fare”






Gli interventi socio-sanitari assistenziali ed educativi sono aumentati nettamente: da 28667 a 42090. “Le famiglie che erano già fragili, adesso non ce la fanno piu’ ad andare avanti. Ci auguriamo che più persone possibili ci aiutino con il 5 per mille”
Enrica Nasi, responsabile Caritas Intemelia
Maurizio Marmo, direttore della Caritas Diocesana
Christian Papini, coordinatore degli educatori che lavorano alla Caritas
Nel 2011 si é verificato un aumento sia degli italiani che degli stranieri che abbiamo aiutato. Purtroppo non ci sono piu’ soldi per fondi sociali e noi non possiamo dare contributi economici a chi ne ha davvero bisogno. Da un contributo di 70 mila euro che ricevevamo in passato, siamo ormai scesi a 14 mila euro l’anno scorso per quanto riguarda la preparazione dei sacchetti con il cibo da dare alle persone bisognose. Quest’anno al massimo avremo 10 mila euro. Gli utenti che si sono rivolti a noi nell’arco del 2011 sono notevolemente aumentati rispetto all’anno precedente, passando da 1780 a 2557, gli interventi socio-sanitari assistenziali ed educativi sono passati da 28667 a 42090. I numeri sono in difetto anche in considerazione del forte flusso di immigrati tunisini arrivati a Ventimiglia per alcuni mesi.
Nell’arco di un mese distribuiamo circa 50 sacchetti con il cibo e in media aiutiamo un centinaio di famiglie. Cerchiamo di aiutare piu’ persone possibili, dando magari di meno, ma a piu’ persone. Il dono di biancheria intima, a nostro avviso, é molto prezioso anche perché sono poche le persone che lo fanno, tanti pensano che non sia roba utile e invece non è così. Le scuole ad esempio ci hanno aiutato in modo concreto, comprandoci tanti indumenti intimi. Abbiamo anche un servizio doccia, un servizio non da poco, dato che è l’unico nel nostro comprensorio. Abbiamo una media di una cinquantina di docce alla settimana. Qui da noi vengono a farsi la doccia anche tante persone che sono senza dimora.
Purtroppo aumentano le derive sociali, i Comuni hanno sempre meno soldi e non possono seguire molte persone che hanno problemi. Si potrebbero risparmiare tanti soldi se si ragionasse in modo diverso, se si pensasse a lungo raggio. Se non si aiutano le persone fragili, in particolare quelle che non hanno coscienza della propria malattia, si finisce per provocare danni ancora piu’ gravi. Non ci sono piu’ tutele per i minori. Ci sono sempre piu’ sfratti esecutivi. In quei casi minori devono essere affidati a strutture apposite e i costi sono sicuramente maggiori rispetto all’affito non pagato. Non si pensa a lungo termine, si pensa solo a tagliare il più possibile e non si pensa a quel che potrà accadere in futuro quando bisognerà spendere molto di più per i danni che sono stati fatti.
Le famiglie che erano gia’ fragili, adesso non ce la fanno piu’ ad andare avanti. Anche famiglie di immigrati regolari si trovano ora in palese difficolta’. Dobbiamo dare loro generi alimentari per sostituire i buoni del Comune che non vengono più distribuiti. Sarebbe bello poter creare anche un Centro Diurno, ma ci vuole un operatore fisso ed alcuni volontari. I costi per avere una struttura simile pero’ al momento non sono alla nostra portata. Abbiamo bisogno anche di aiuti per i bambini, soprattutto per quanto riguarda i vestiti e generi alimentari.
Con il 5 per mille é possibile aiutare la Caritas. Ogni anno, grazie al 5 per mille, riceviamo circa 5000 euro. Il nostro codice é 900 334 500 82. Chi volesse aiutare la Caritas può anche fare una donazione al nostro conto corrente alla Carige con questo numero: 1549380. Oppure possono portare cibo o vestiti nella nostra sede.
La nuova sede inaugurata a luglio 2011 in via Sottoconvento (lungo la ferrovia, nell’ex sede del veterinario di confine) si è rivelata molto importante, gli spazi sono piu’ ampi rispetto alla vecchia sede, qui tutto é molto piu’ chiaro e ordinato. L’anno scorso avevamo anche iniziato un progetto sperimentale con unita’ di strada, ma non é stato confermato sempre per mancanza di fondi. Era andato bene, si portavano in giro coperte, caffé e brioches. Se avessimo altri volontari potremmo anche avere cibo dai bar, ma per il momento questo non si puo’ fare. Ma c’é crisi del volontariato, è inutile negarlo.
Con gli studenti del Liceo Aprosio la Caritas ha organizzato un progetto sostenuto dalla Regione Liguria. Nell’ambito del servizio civile nazionale, vengono proposte 20 ore di lezione a scuola, così come 20 ore di volontariato nelle strutture della Caritas. E’ un’occasione di impegno concreto. Questa esperienza formativa potrebbe fare in modo che in futuro questi giovani si indirizzino verso il volontariato.
Ci mancano i volontari purtroppo, non abbiamo ricambio. L’età media dei volontari è molto alta proprio perché la gente non ha più voglia di darsi al volontariato. I volontari per noi sono utilissimi, invitiamo tutti a collaborare con la Caritas. Siamo aiutati in modo concreto dalle parrocchie. Ci sono persone ed enti che ci hanno aiutato in modo cruciale, come la lavanderia di Pier Giorgio Ravera di Vallecrosia (che gratuitamente lava da 20 anni tutta la biancheria delle nostre strutture), il forno Fratelli Lia di Camporosso ci dà il pane tutti i giorni. Infine, possiamo anche avere a disposizione i residui della mense delle medie di via Roma e di Roverino che ci danno il cibo in esubero tre giorni alla settimana.