Alla scoperta dei Santuari Mariani nelle Alpi Mistiche della Liguria

15 aprile 2012 | 08:51
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Alla scoperta dei Santuari Mariani nelle Alpi Mistiche della Liguria

A guardare dall’alto la mappa del ponente ligure si è colpiti prima dalla linea quasi ininterrotta dei santuari costieri,poi dalla spruzzata di luoghi di devozione nell’entroterra e infine da una striscia sinuosa, ma piuttosto definita,sui crinali alpini

A guardare dall’alto la mappa del ponente ligure si è colpiti prima dalla linea quasi ininterrotta dei santuari costieri, poi dalla  spruzzata di luoghi di devozione nell’entroterra e infine da una striscia sinuosa, ma piuttosto definita, sui crinali alpini. Come scriveva Predrag Matvejevic in Breviario mediterraneo i cimiteri marini sono diversi da quelli dell’interno. Una curiosa e tuttavia ben motivata riflessione, che vale anche per i luoghi di culto dei vivi. Sulla costa si ostenta il potere e la ricchezza, nell’entroterra si cerca protezione e la possibilità di non valicare monti e colli per compiere il pellegrinaggio mariano, in montagna ci si difende. La chiesa è la storia, anche.
I santuari dedicati alla Madonna sono una cinquantina in tutta la provincia e raccontano un intrico di storie diverse, tutte affascinanti, molte misteriose. Maria è un simbolo sotto tanti aspetti diversi: madre protettrice; simbolo di fertilità; di guarigione; del femminile che contiene e rassicura. Si dice che i santuari sorgano sulle vestigia degli antichi luoghi pagani dedicati al culto della fertilità e della terra. Si dice – e tutto è piuttosto ben documentato – che la striscia dei santuari mariani sui crinali sia il perno del movimento di «difesa» cattolica, che attribuiva alla costruzione di Sacri Monti – lungo la cintura delle Prealpi – e ai luoghi di culto mariano -dov’era possibile farli sorgere – il carattere di baluardo della fede cattolica, di sentinelle nelle località più esposte all’influenza del mondo protestante. L’iconografia suggestiva e minacciosa lascia pochi dubbi.

I vecchi – che non si facevano tante domande, erano soddisfatti di essere dominati, protetti dalla bellezza e dalla potenza del Sacro – dicevano: I preti hanno buon gusto: cerca un bel poggio soleggiato con un panorama che merita, e lì troverai un santuario o un convento. Ma sapevano bene di dovere tanta bellezza anche ai loro antenati, che avevano eretto quei monumenti alla fede per non affrontare pellegrinaggi lunghi e pericolosi in un territorio aspro come quello ligure  e per chiedere assistenza dall’alto nei viaggi per mare e per terra, per i raccolti, contro la siccità, le epidemie, sulle decisioni da prendere.
Un tempo il pellegrinaggio richiedeva tempo, lunghe preparazioni e rituali ben regolati – la novena, per esempio: nove giri compiuti pregando intorno al santuario – si faceva a piedi con la bisaccia e il bastone. Oggi basta un mezzo di trasporto. E tuttavia gli itinerari tematici che vi proponiamo – alla scoperta dei santuari mariani nelle Alpi Mistiche della Liguria – meritano di essere percorsi a piedi, almeno in parte.

Le leggende e i miracoli.

Per chi parte dalla costa conviene iniziare dal centro storico di Taggia: la Madonna Miracolosa, santuario monumentale con ben 14 cappelle riccamente decorate in stile barocco, espone una statua famosa, perché da quasi 150 anni muove gli occhi in particolari occasioni. E tuttavia la leggenda strabiliante, che fa sognare, è quella del Santuario della Madonna di Lampedusa a Castellaro, costruita in ricordo dell’impresa del Gagliardo Andrea Anfosso, che nel 1561 riuscì a sfuggire ai saraceni grazie a un’imbarcazione improvvisata e alla tela con un ritratto della Vergine trovata in una cappella, in una grotta dell’isola di Lampedusa. Fu il quadro a scegliere il poggio dove costruirono la sua casa e ancora oggi osserva il mondo dall’altare maggiore. Il fascino della leggenda non è da meno di quello della chiesa, per la semplicità dell’esterno, la ricchezza dell’interno e le mille storie raccontate dagli ex voto dei marinai.

Addentrandosi nell’entroterra ecco la Madonna della Neve di Badalucco che, nel 1400, restituì la vista a un  cieco e divenne méta di generazioni di pellegrini. Poco più in alto, a Montalto ligure, ormai tra boschi e prati, seguendo una strada stretta e tortuosa che invita alle passeggiate piuttosto che all’avventura in auto, la Madonna dell’Acquasanta -1433 – custodisce una fonte miracolosa che guarisce da malattie e ferite. È un  santuario ricco di curiosità e misteri: secondo la tradizione l’acquasantiera è stata ricavata da un antico sarcofago greco. La mulattiera che conduce al santuario parte dal vecchio mulino, luogo di fatica e lavoro non meno affascinante di quello di devozione. Per raggiungere Molini di Triora – chi voglia, potrà cercare streghe a Triora invece che luoghi sacri a Molini – la strada diventa più lunga, tortuosa e si affaccia su un paesaggio poco contaminato, forse un po’ spaventosamente integro. Il santuario dedicato alla Madonna di Lourdes si trova a quasi un chilometro dal paese, meta moderna – 1912 – del micropellegrinaggio, nasce  dalla visione di un frate che eseguì l’ordine della Vergine di far costruire proprio lassù un luogo di preghiera e dalla replica della grotta del ben più famoso santuario francese. L’interesse principale – oltre a quello paesaggistico – è il concerto di otto campane. Una pastorella muta, infine, terrorizzata, bloccata dalla piena di un ruscello, venne salvata – a Corte, poco sopra Molini – dalla Madonna del Ciastreo, che diede vita a un arcobaleno splendente e rassicurante per guidarla in salvo. La Madonna, dice la leggenda, prese per mano la bimba, la guidò sino a casa tenendola per mano e le restituì la parola.
C’è ancora chi le ricorda queste storie, nei paesi. E una storia tira l’altra. La missione di questo itinerario è riuscire a farsele raccontare.

La Mediatrice tra cielo e terra: i consigli, il lavoro, la protezione, gli ex voto.

Questa volta si parte da Sanremo, letteralmente dominata dal santuario dedicato alla Madonna della Costa, che, a piedi, si raggiunge risalendo il centro storico -la Pigna – dove sono ancora visibili le antiche porte della città. È un santuario antico – seconda metà del ‘700 – con una vista abbagliante sulla città e su tutta la costa e la Vergine che lo abita è una protettrice da ogni calamità: ha difeso i sanremesi dalla siccità, dal colera, da altre epidemie e protetto i marinai, che riempirono il santuario di ex voto particolarmente suggestivi. La prima tappa dell’itinerario/pellegrinaggio è ancora in collina: a Coldirodi la Madonna Pellegrina abita in un santuario moderno e fortemente simbolico, è di per se un ex voto per gli scampati pericoli della seconda guerra mondiale. Nostra Signora della Guardia sul Poggio di Sanremo ha un nome inequivocabile. È stata costruita alla fine del ‘600 dopo un paio di apparizioni e, dall’alto, domina un panorama incantevole e protegge i marinai. Nostra Signora della Villa, a un paio di chilometri da Ceriana  -poco sopra Sanremo – è uno dei santuari più antichi: il tempio primitivo, custodito da un eremita, risale al 1218. La chiesa viene ampliata 400 anni dopo e diventa luogo di pellegrinaggio per tutta la valle Armea. I marinai devoti e grati per la protezione, come i viaggiatori scampati ai briganti e le popolazioni della vallata, chiamano familiarmente Bambinela la loro protettrice. A Triora, in posizione particolarmente soleggiata e panoramica, la Madonna delle Grazie protegge un’intera vallata, infonde un senso di pace per via della sua antica semplicità – 1624 – ed è bene visitarla al tramonto, quando il sole filtra dalle quattro vetrate ovest. La Madonna del Buon Viaggio è poco sotto al paese, è piuttosto recente – metà ‘800 – e, con il suo quadro che raffigura la fuga in Egitto, protegge il viaggio dei pellegrini e intercede per gli ammalati che non potevano muoversi dal paese.

Le opere d’arte.

L’opera degli artisti che hanno lavorato nel ponente ligure risente in modo significativo delle influenze del Medioevo, ma anche di quelle dei colleghi provenzali e delle regioni del Nord. Ognuno di quei luoghi di culto ha il fascino antico della vita, del lavoro, del pellegrinaggio e della morte, tutta l’iconografia a guardarla con attenzione racconta la storia e la vita del tempo, ma alcuni santuari ospitano opere di particolare valore artistico.
Madonna della Montà a Molini di Triora è famosa anche per gli affreschi di Antonio da Monteregale -1435 – che rappresentano magistralmente i temi consueti della Crocifissione, Cristo nel sepolcro con i santi locali e la presenza a volte discreta, a volte trionfante della Vergine.
Gli affreschi di Nostra Signora dell’Acquasanta a Montalto Ligure sono attribuiti a Luca Cambiaso, poi coperti da quelli del pittore Gastaldi di Triora. Qui si trova il dipinto della Madonna col Bambino di Manuele Macario, del 1546.
L’altare di Nostra signora della Consolazione a Molini di Triora – frazione Corte – è un grandioso esempio di scultura barocca, non meno della statua lignea della Madonna. Ma sono veramente di grande interesse storico e artistico le edicole della Via Crucis, integre e ben conservate dal 1758, che segnano il percorso per raggiungere il santuario.
Gli affreschi di Santa Maria del Canneto a Taggia sono datati 1547 e opera di Giovanni e Luca Cambiaso. Coperti per secoli da uno spesso strato di calce, vennero portati alla luce e restaurati nel 1953.
Il santuario di Nostra Signora della Villa a Ceriana è decorato con affreschi del Carrega, stucchi e tele di Serafino Canepa da Voltri. Il suo imponente altare di marmo venne portato a spalla dal porto di Sanremo dagli abitanti di Ceriana.

Ospitalità

Nella sezione ospitalità del sito www.alpimistiche.it si trova l’elenco completo delle strutture ricettive presenti sul territorio, con alberghi, bed & breakfast, affitacamere e ristoranti.